Intervista a Jean Bernard Auby su Roma Città metropolitana
Franco Leccese
Per fare un solo esempio dell’uso di quello che da un lato è un tema cruciale dei servizi alla città e dall’altro potrebbe costituire una risorsa, anche richiamando l’accenno del professor Auby alla questione della trasformazione locale della produzione energetica, basta fare un accenno al comparto dei rifiuti urbani. È un tema che non solo è quotidianamente sotto gli occhi di ogni singolo cittadino romano, ma che assurge agli onori della cronaca ogni qualvolta ci si avvicina alla soglia di sopportabilità del sistema di raccolta, e puntualmente registra un nulla di fatto dal punto di vista dell’assunzione di responsabilità e definizione di strategie. Invece di considerare una risorsa i rifiuti, che quotidianamente solo a Roma assommano a 4.600 tonnellate, come ormai avviene in quasi tutte le metropoli europee. Il governo di Roma spende oltre 80 milioni l’anno per farli viaggiare, cioè per disfarsene. Ovviamente, nel contempo, questi 80 milioni l’anno mancano all’appello per il finanziamento di servizi per la comunità e non sono utilizzati per realizzare nuovi impianti di smaltimento e riciclo, con la conseguenza che Roma perde la materia primaria e secondaria che, con le nuove tecnologie, potrebbe aprire una nuova filiera economica ed energetica di grande interesse. Quello che manca è una visione strategica e strumenti di finanziamento dedicati. Certo, è difficile immaginare un provvedimento analogo alla legge 396/90 (Roma Capitale), dove si affermava all’art.1, che sono di preminente interesse nazionale gli interventi funzionali all’assolvimento da parte della città di Roma del ruolo di Capitale della Repubblica.
Levino Petrosemolo
In conclusione, un affermazione tanto reiterata che rischia di diventare un luogo comune, ma che purtroppo è lo specchio della realtà: Roma ha sofferto e continua a soffrire di una totale discontinuità negli indirizzi operativi e strategici dei policy maker che si sono succeduti alla sua guida, il cui unico interesse primario è sempre apparsa la demolizione sistematica, sia ideologica che pratica, dell’operato dei predecessori, sottraendo così, per buona parte del loro mandato, risorse umane e materiali alla continuità e alla efficienza amministrativa. Milano ha ampiamente dimostrato come si possono perseguire, anche tra amministratori di opposte vedute, obiettivi comuni di base e strategici che alla fine premiano anche in termini di consenso. La discontinuità assunta a sistema invece ottiene l’unico risultato di erodere l’efficacia degli investimenti e di scoraggiare l’arrivo di investitori privati.
Filippo Satta
Al termine di questo interessantissimo dibattito ringrazio il professor Auby per avere voluto dedicare parte del suo tempo italiano a farci visita. Ringrazio anche tutti gli altri partecipanti per aver propiziato un’iniziativa che, se da un lato investe i temi più tradizionali trattati da Apertacontrada, dall’altro si è immerso nelle problematiche quotidiane che noi, cittadini di questa capitale unica al mondo, ci troviamo a dover fronteggiare. Nella speranza che il discorso non si fermi qui, ma che sia soltanto l’inizio di un filone di sedute sul tema della città metropolitana in generale e in particolare di quella romana, vi porgo un cordiale saluto e un arrivederci.
Levino Petrosemolo
Filippo della Cananea
P.S.
L’incontro con Jean Bernard Auby è avvenuto il 10 gennaio del 2020. La trascrizione di questo incontro e la redazione dell’articolo sono avvenute tra il 20 marzo e il 3 aprile, due mesi e mezzo dopo. Nel frattempo, il mondo è imprevedibilmente e repentinamente cambiato ed è cambiato non secondo un piano prestabilito o per un’improvvisa accelerata tecnologica o istituzionale, ma per un evento che nessuno sul Pianeta avrebbe potuto mai immaginare solo 45 giorni fa. Si tratta di un cambiamento totale, del quale ancora non è possibile tracciare un bilancio o tantomeno fare previsioni, ma che sta sconvolgendo solidità economiche, istituzionali ed esistenziali che, pur nelle loro contenute oscillazioni quotidiane, apparivano comunque parte di un mainstream tetragono e inamovibile nel medio termine. È un cambiamento che potrebbe essere paragonato all’arrivo di una razza aliena sulla Terra, con tutto quello che ne consegue in termini di certezze e abitudini, sicurezza, vizi e virtù. Questo evento non potrà non avere ripercussioni notevolissime anche sul complesso dei temi che sono stati trattati nel presente articolo. Il problema vero è che nessuno di noi è allo stato attuale in grado di fare previsioni. Nel momento in cui l’emergenza finirà, tutto potrebbe tornare come prima, ma la convinzione è che non sarà così e che quindi tutte le affermazioni, le tendenze, le previsioni contenute nel dibattito, potrebbero prendere una strada completamente diversa. Tanto per fare un esempio, è possibile che un evento come questo, proprio per le conseguenze biologiche e antropologiche che sta comportando, non dia seguito ad una inversione di tendenza nei confronti dell’incremento demografico delle metropoli rispetto al resto del territorio? E che tale inversione non possa essere favorita dall’impennata dello smart working, dall’acquisizione dell’abitudine al distanziamento sociale e da un nuovo modo di intendere l’economia e lo sviluppo? È impossibile ora come ora sbilanciarsi in qualsiasi congettura, ma, in ossequio ad un ottimismo non di maniera, c’è da augurarsi che la tragedia in atto contenga in sè delle occasioni irripetibili per alleggerire l’umanità, e il sottile e delicatissimo strato di biosfera su cui vive, dai fardelli e dalle sovrastrutture materiali e immateriali di cui è stata sovraccaricata e intossicata negli ultimi 8 decenni.
L’incontro con J.B. Auby si è svolto nella sede di Apertacontrada, presso lo Studio Legale Satta Romano. Oltre il Prof. Auby, erano presenti, per quanto riguarda Apertacontrada, il Prof. Filippo Satta, Il Dott. Piero Ciocca, l’Avv. Anna Romano e il Prof. Fulvio Costantino. Per Prometeo (Progetto per Roma Metropoli Europea), erano presenti il Dott. Filippo Bucarelli, l’Arch. Filippo della Cananea e l’Ing. Franco Leccese. Era inoltre presente il Prof. Giacinto della Cananea, che ha consentito la presenza del Prof. Auby. L’Arch. Levino Petrosemolo, componente sia di Apertacontrada che di Prometeo, ha svolto la funzione da anello di collegamento tra le varie parti.
LP
Roma, 3 aprile 2020