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La cornice istituzionale della Public Company negli Stati Uniti e nel Regno Unito

di - 21 Febbraio 2009
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3.1 I diversionary benefits

Un confronto dei sistemi statunitense e del Regno Unito mostra che in entrambi i Paesi la possibilità per il management di conseguire diversionary benefits sembra essere limitata.

Nel Regno Unito la norma del whitewash obbliga gli amministratori che vogliano porre in essere un’operazione in conflitto di interessi a sottoporla all’approvazione dell’assemblea degli azionisti con l’obbligo di astensione degli azionisti interessati. In altre parole, nel Regno Unito le operazioni in conflitto di interessi devono essere approvate da una maggioranza della minoranza.

Negli Stati Uniti la prevenzione di comportamenti espropriativi passa attraverso il controllo sulle decisioni degli amministratori esecutivi esercitato da una maggioranza di amministratori indipendenti e, ex post, dal ricorso degli azionisti alla court litigation. L’ordinamento del Delaware attribuisce una notevole importanza – fra i vari doveri fiduciari (fiduciary duties) – al duty of loyalty (Shleifer, 2008), che si concreta nel controllo giurisdizionale delle scelte compiute dagli amministratori in situazioni di conflitto di interesse. Si potrebbe sostenere che questo dovere di lealtà nei confronti degli azionisti non trovi pratico rispetto in quanto nessun azionista ha gli incentivi necessari ad adire le vie legali. Gli azionisti di una public company tendono infatti ad avere un comportamento che viene definito di “apatia razionale”: ciascun socio, detenendo una piccolissima quota della proprietà della società, non ha interesse ad attivarsi per controllare l’operato del management, in quanto egli finisce per sopportare i costi della sua azione giudiziale mentre i benefici vengono ripartiti fra tutti gli azionisti. Si ha un problema di free riding (Bainbridge, 2008). E’ allora ragionevole supporre che nessun socio abbia interesse a ricorrere al giudice per veder rispettato il duty of loyalty. Qui viene in soccorso il diritto processuale statunitense che prevede meccanismi di aggregazione degli interessi individuali, meccanismi congiunti a regole che incentivano gli avvocati a sopportare interamente i costi dell’azione legale. Viene cioè in soccorso all’apatia razionale dei soci l’istituto della derivative suit congiunto con quello delle contingent fees. Ciò significa che gli studi legali hanno un incentivo, grazie alle contingent fees (che possono aggirarsi anche intorno al 25-30% del risarcimento del danno ottenibile) a cercare un azionista che sia disposto ad agire in giudizio – senza peraltro sopportare costi in quanto questi ultimi rimangono a carico delle law firms [4] . È possibile riscontrare tutti questi profili nella tabella 1.

Non è chiaro quale dei due sistemi di controllo dei diversionary benefits sia il più efficace, o se entrambi lo siano nella stessa maniera. Come riportato da Armour (2008), vi sono al riguardo diversi punti di vista, anche se i dati forniti dallo stesso autore sembrerebbero far propendere per una maggiore efficacia del sistema in vigore nel Regno Unito. Nella stessa direzione portano i dati forniti da Santella-Baffi-Drago-Lattuca (2008), i quali mostrano che alcuni tra i maggiori investitori istituzionali fanno registrare percentuali di voto a favore del management in assemblea superiori nel Regno Unito rispetto agli Stati Uniti.

3.2 I distorsionary benefits

I distortionary benefits sono tanto più appropriabili quanto minori sono i meccanismi per il controllo delle scelte del management a disposizione degli azionisti. Da questo punto di vista la situazione nel Regno Unito sembra mostrare un maggiore controllo degli investitori grazie a dei poteri molto maggiori che negli Stati Uniti. Come abbiamo già osservato e come anche illustrato nella tabella 1 gli azionisti nel Regno Unito dispongono di maggiori diritti rispetto a quelli previsti negli Stati Uniti per indirizzare l’operato degli amministratori. Un gran numero di decisioni degli amministratori deve essere approvato dagli azionisti, a cominciare dal bilancio e dalle operazioni sul capitale. Le decisioni riguardanti l’indirizzo che la gestione della società deve seguire possono essere prese in qualunque momento dagli azionisti. Al contrario, negli Stati Uniti il potere di controllo sugli amministratori è più limitato e passa soprattutto per l’elezione degli amministratori. La nostra ipotesi è che questo tipo di benefici siano più appropriabili da parte degli amministratori negli Stati Uniti grazie al maggiore spazio di discrezionalità riconosciuto dal quadro regolamentare statunitense agli amministratori. Anche questa ipotesi sembra confortata dal comportamento degli stessi azionisti. L’adesione riscontrata da Santella-Baffi-Drago-Lattuca (2008) di alcuni tra i più importanti investitori istituzionali alle proposte degli amministratori risulta più alta rispetto agli Stati Uniti, cosa che farebbe propendere per una presenza di distortionary benefits inferiore.

Note

4.  Sebbene nel linguaggio tecnico la derivative suit non possa essere classificata come class action, in quanto il risarcimento è destinato alla società e non ad una classe di individui, tuttavia il meccanismo di incentivazione alla base è lo stesso: esso è rappresentato dalle contingent fees. Sono invece vere class action le azioni giudiziali che vanno a produrre la security litigation. In tal caso una law firm può agire in giudizio per chiedere il risarcimento del danno subito dagli azionisti in talune ipotesi – prima fra tutte quella della distribuzione di informazioni erronee o deliberatamente false.

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