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Il consumo e la protezione del suolo: un raffronto tra Italia e Francia

di - 10 Aprile 2018
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Prospettive future: la necessaria cooperazione tra ricerca scientifica e pianificazione territoriale per un’azione coerente.
Per anni, le scienze del suolo hanno rappresentato una disciplina che ha interessato una cerchia ristretta di ricercatori e scienziati e che forse è stata troppo trascurata dalle autorità pubbliche. La grande eterogeneità di questa risorsa lascia ancora oggi un clima di incertezza nel suo studio, rendendo difficile così la presa di decisione per la sua tutela e la sua gestione. Gli sforzi sono però necessari, considerando il ruolo vitale dei suoli per il funzionamento del nostro ecosistema e le progressive pressioni che minacciano tale risorsa.
Come anche ben sottolineato da Michele Munafo, ricercatore ISPRA, l’impermeabilizzazione rappresenta la principale causa di degrado del suolo e dei suoi servizi ecosistemici. Essa intensifica il rischio di inondazione e di erosione, minaccia l’esistenza di flora e fauna, favorisce l’emissione di gas serra e quindi il riscaldamento globale. Per questo motivo, «il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo devono essere intese come un costo ambientale e […] una sostanziale alterazione dell’equilibrio ecologico» (Munafo, 2014).
Ad esempio, la cementificazione di un determinato volume di suolo comporta automaticamente la riduzione totale della sua capacità a immagazzinare del carbonio, che quindi verrà rilasciato nell’atmosfera, o della sua capacità di infiltrazione dell’acqua.
Come ripetuto più volte, le dinamiche dei flussi idrici nel suolo sono forse alla base dei più importanti servizi ecosistemici. Infatti, l’assenza di permeabilità implica il ruscellamento dell’acqua in superficie con un rischio importante di erosione e di inondazioni. Allo stesso tempo, in caso di falde acquifere, la riduzione della permeabilità in superficie ostacola la percolazione e interrompe in tal modo l’alimentazione delle acque sotterranee. Questi due esempi sono fondamentali e sono tra le prime preoccupazioni dei dispositivi destinati alla pianificazione urbana.
Ciò nonostante, quest’ultima è spesso effettuata senza alcuna presa in considerazione globale del suolo e dei processi che si svolgono al suo interno né della loro dimensione territoriale.
Sotto questo profilo, la coscienza della grande eterogeneità del suolo e la scala di azione sono due requisiti fondamentali per una migliore gestione di questa risorsa e per controllare la preservazione delle sue funzioni.
Per raggiungere questo doppio fine, il ruolo della cartografia pedologica è fondamentale, in quanto strumento principale per la gestione territoriale.
Facendo un esempio pratico, se in una determinata zona le acque sotterranee sono alimentate dall’infiltrazione di flussi idrici in suoli abbastanza sabbiosi (e quindi permeabili) situati puntualmente, l’analisi del terreno o la sua cartografia su scala regionale (e non locale !) possono facilmente trascurare questi hot spots e quindi incoraggiare le autorità pubbliche a piani urbanistici incoerenti e irrazionali (Scammacca, 2017). La gestione del territorio non può quindi prescindere dalla valorizzazione della diversità tipologica del suolo e delle sue proprietà, che possono essere più o meno suscettibili di fornire un determinato servizio ecosistemico.
Queste premesse ben evidenziano la necessaria relazione che dovrebbe sussistere tra l’expertise tecnico-scientifica e l’autorità pubblica ed il quadro normativo in materia di governo del territorio non può assolutamente prescindere da questa doppia veste.
Un ultimo punto fondamentale riguarda la nozione di «servizi ecosistemici». Nonostante si tratti di un concetto relativamente nuovo e relativamente vago, esso potrebbe forse essere la chiave per permettere una simbiosi tra il mondo della ricerca e le autorità incaricate del governo del territorio. Moltissimi ricercatori si sono interessati a questo tipo di approccio ed innumerevoli sono le pubblicazioni scientifiche nonché i casi di studio relativi all’utilizzazione di metodologie di qualificazione e quantificazione dei servizi ecosistemici del suolo.
Sotto questo punto di vista, l’Italia e la Francia, nonostante presentino due contesti differenti, vanno nella stessa direzione, soprattutto sotto le disposizioni generali comuni adottate dall’UE e le nuove iniziative internazionali, come People4Soil, che mirano alla presa in considerazione del suolo e della sua tutela quale necessità che oltrepassa le frontiere nazionali.
Allora, la volontà di volere tener conto degli aspetti biofisici del suolo e di incorporare le scienze pedologiche come strumento tecnico-scientifico di supporto al processo decisionale, deve essere, al contrario, considerato come un vantaggio del quale non è possibile fare a meno per sviluppare politiche di gestione territoriale e di sviluppo urbano più efficienti e coerenti alle caratteristiche del territorio.
Per concludere, da un lato è necessario comprendere la realtà locale del territorio per una sua migliore gestione, soprattutto grazie all’attenta identificazione di tutti gli attori interessati ed alla valutazione delle loro esigenze. Dall’altro, rimane la forte urgenza di coniugare in modo vincolante la ricerca scientifica con il ruolo svolto dalle autorità amministrative e legislative, per una presa di decisione che sia razionale e adattata alle grandi diversità locali presenti nell’insieme del territorio nazionale. La necessità è quella di conoscere in tutte le sue dimensioni il territorio per la sua gestione ottimale.

Referenze bibliografiche
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Baveye P. C., Baveye J., Gowdy J., June 2016, Soil “Ecosystem” Services and Natural Capital: Critical Appraisal of Research on Uncertain Ground, Frontiers, in Environmental Science, Vol. 4, Article 41.
Blanchart A., Sere G., Cherel J., Warot G., Stas M., Consales J.N., Schwartz C., Contribution des sols à la production de services ècosystémiques en milieu urbain – une revue, Les espaces verts urbains: èclairages sur les services ècosystémiques culturels, Environnement Urbain, Volume 11, 2017.
Ciabo S., Filpa A., Redigere il bilancio dell’uso del suolo: riflessioni e proposte operative, Giugno 2017
Daily, G. C. (1997). “Introduction: what are ecosystem services?” in Nature’s Services: Societal Dependence on Natural Ecosystems, ed G. C. Daily (Washington, DC: Island Press), 1–10
Disegno di legge di riforma costituzionale 12/04/2016, ddl.S., 2383, XVII Leg., Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato, Senato della Repubblica, 2017
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GisSol, 2011, L’état des sols de France, Groupement d’intérêt scientifique sur les sols, 188 p
ISPRA, Qualità dell’ambiente urbano, XII Rapporto, Edizione 2016
ISTAT, Annuario Statistico Italiano, Cap. 13, Agricoltura, 2017
Leopold A., Erosion and Prosperity, The Essential Aldo Leopold: Quotations and Commentaries, 1924
Munafo M., I servizi ecosistemici del suolo, Interstezioni, 51, 2014
Scammacca O., Mise au point et première application d’une approche par indicateurs pour une quantification, spatialement explicite et dynamique des services ècosystémiques rendus par les sols, Rapport de stage de recherche, INRA, 2017.
Pasanisi S., Perché l’urbanistica non puo condividere la teoria del consumo di suolo zero, ApertaContrada, 26 luglio 2017.
Polanyi K., The Great Transformation, Farrar & Rinehart, 1944

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