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Il consumo e la protezione del suolo: un raffronto tra Italia e Francia

di - 10 Aprile 2018
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Il suolo è tra le risorse naturali più importanti e vitali per il fabbisogno e per lo sviluppo della vita sul nostro Pianeta (CE, 2006). Si tratta di una componente chiave per il funzionamento dell’ecosistema, forse della «risorsa naturale basilare» (Leopold, 1924), ma che troppo spesso è lasciata in disparte e priva di una tutela giuridica uniforme e coerente.
In questo breve articolo si cercherà di mettere in evidenza il ruolo fondamentale del suolo nella vita dell’uomo nonché la necessarietà della costruzione pluridisciplinare di dispositivi giuridici pertinenti, al fine di valorizzare e di tutelare questa risorsa naturale. Queste esigenze trovano una giustificazione tramite il confronto della progressiva artificializzazione del suolo in Italia ed in Francia e dei rispettivi ordinamenti giuridici di questi due paesi.

The destruction of soil is the most fundamental kind of economic loss which the human race can suffer (Leopold, 1924)

1. Il suolo : elemento chiave del nostro ecosistema ?
Con il termine «suolo» si intende lo strato superficiale della crosta terrestre, una formazione naturale porosa, estremamente eterogenea, originata dall’alterazione del substrato roccioso e sviluppata nel tempo autonomamente, grazie all’influenza di fattori climatici biologici (pedofauna e pedoflora) (Baize, 2016).
Tenendo conto del suo ruolo vitale per il funzionamento naturale dell’ecosistema, e conseguentemente anche per l’essere umano, il suolo è più che una semplice risorsa naturale ed è fonte di un’ampia gamma di «servizi ecosistemici»[1] (Daily 1997, Munafo 2013, Baveye et al 2016).
In effetti, la «pedosfera» (dal greco: πέδον, pedon, suolo) si trova esattamente all’interfaccia tra il mondo organico e quello inorganico ed è luogo di innumerevoli processi biologici e fisico-chimici, che permettono il mantenimento della vita sul nostro pianeta. Per citare qualche esempio, il suolo è una «trappola ecologica» di numerosi gas serra, quali l’anidride carbonica (CO2), il protossido di azoto (N2O) o il metano (CH4). Le molecole di questi gas rimangono infatti fissate alle particelle che compongono ogni orizzonte pedologico[2], grazie all’attività di alcuni micro-organismi o di alcune piante. Ancora, il suolo permette il controllo di molte dinamiche idrologiche, dall’alimentazione delle acque sotterranee alla riduzione del rischio di ruscellamento ma anche alla filtrazione di numerose sostanze tossiche che sono trattenute nella rizosfera[3]. Tra queste funzioni, importante è anche la riserva di acqua che rimane disponibile per le piante. Tale disponibilità dipende essenzialmente dal tipo di pianta, ma soprattutto dalle caratteristiche fisiche del suolo e dalla sua porosità.
Accanto a tali funzioni fondamentali, il suolo resta anche il supporto materiale che permette lo svolgimento della vita dell’essere umano individualmente e collettivamente. In effetti, esso è garante della stabilità e della sicurezza dell’uomo, dello sviluppo dei centri abitati, cosi come li conosciamo oggigiorno. Il suolo è pilastro della vita e la sua necessità per l’uomo è talmente forte che Karl Polanyi nel 1944 affermava fosse «più facile immaginare di esser nati senza arti che di vivere senza un suolo sotto i piedi».

2. Una sintesi generale sulla nozione giuridica di “suolo” nell’ordinamento normativo francese ed in quello italiano
Il «suolo» in quanto tale è un elemento essenziale altresì sotto un profilo giuridico. Si pensi semplicemente al fatto che la potestà territoriale è uno dei tre elementi costitutivi dello Stato – insieme all’esistenza di un potere di governo e della popolazione –, affinché esso sia riconosciuto come tale dal diritto internazionale: il suolo permette di dare una vera e propria esistenza materiale al concetto stesso di Stato.
Nonostante la sua importanza, la definizione del suolo è stata per lungo tempo limitata al diritto di potestà territoriale dello Stato o, soprattutto in seguito alla Rivoluzione Francese, a quello di proprietà immobiliare, tralasciando il suo rilievo sotto un profilo ecologico e naturale.
In effetti, malgrado l’evidente dipendenza dell’uomo da questa risorsa naturale e il suo ruolo vitale per l’equilibrio ecosistemico del nostro Pianeta, il suolo resta una componente purtroppo dimenticata e poco presa in considerazione sotto il suo profilo ecologico. Il progresso nel mondo della ricerca è stato ostacolato per anni dall’estrema variabilità spaziale e verticale di questo micro-ecosistema ed allo stesso tempo le opere di sensibilizzazione destinate alla sua protezione non hanno potuto trovare un riscontro efficace sotto un profilo sia sociale che giuridico.
La Carte Europea dei suoli adottata nel 1972 dal Consiglio Europeo e la Carta Mondiale dei suoli, adottata nel 1981 dalla Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) e modificata a dicembre 2014 sono sicuramente tra le iniziative più importanti a livello sovranazionale, soprattutto per il fatto che esse sono specificamente incentrate sulla valorizzazione del suolo e della sua protezione giuridica in quanto tale.
Oltre a parlare al plurale di «suoli», mettendo in evidenza immediatamente l’esistenza di una grande varietà di suoli con propriétà e funzioni differenti, tali documenti si iscrivono in un contesto sociopolitico globalmente preoccupato dalla «questione ambientale» che negli anni ’80 ha portato alla nascita del concetto di «sustainable development» e che ha spinto il legislatore alla presa in considerazione dell’ambiente nell’ordinamento giuridico intenrnazionale e nazionale. I principi enunciati dalla Carta, dalla necessaria gestione durabile del suolo e la presa in considerazione della sua eterogeneità spaziotemporale e delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, al principio di trasversalità e di adattamento ad ogni singolo contesto socioeconomico per la gestione di questa risorsa, ne sono il riflesso più evidente.
Ciò nonostante, questo tipo di iniziative ha potuto ben poco imporsi sulle esigenze sociali ed economiche di ogni singolo Stato. In effetti, il concetto di trasversalità, proprio alla nozione giuridica stessa di «ambiente», è un’arma a doppio taglio che da un lato impone la cooperazione tra differenti discipline per la gestione ottimale di una risorsa che trascende il semplice campo economico o scientifico. Dall’altro, esso mette in evidenza l’estrema complessità per l’ordinamento giuridico e per l’apparato amministrativo di costruire strumenti pluridisciplinari che siano effettivamente vincolanti, soprattutto in un settore, quello della gestione delle risorse naturali, soggetto ad innumerevoli pressioni che a volte tendono a discostarsi da un quadro prettamente legale.
Ne risulta allora che la gestione e la protezione del suolo, e delle risorse naturali più in generale, sono lasciate ai singoli ordinamenti nazionali e le disposizioni giuridiche elaborate su scala internazionale non sono sempre interamente tradotte nel diritto interno soprattutto a causa di una necessità di adattamento ad ogni singolo contesto socio-economico. Pertanto, il suolo non riceve la stessa importanza giuridica che gli è riconosciuta a scala internazionale e la sua protezione o la sua gestione sono spesso regolamentate in modo frammentario (Girard et al., 2011) e suscettibile di creare non pochi conflitti tra le differenti amministrazioni dello Stato.

Note

1. Con il termine «servizi ecosistemici» si intendono quelli di cui l’uomo beneficia grazie all’attività ed al funzionamento dell’ecosistema e delle sue componenti. Si tratta di una nozione relativamente recente che tende ad elencare, qualificare e quantificare tutte le funzioni di supporto alla vita degli ecosistemi con l’obiettivo di sensibilizzare e informare la società, di sviluppare la ricerca scientifica ma soprattutto di sostenere e facilitare i processi decisionali delle grandi autorità pubbliche e private in materia di gestione e tutela dell’ambiente.

2. Si tratta degli strati che compongono verticalmente il suolo, in modo regolare ed irregolare. Essi si distinguono per le differenze di colore, granulometria, struttura, umidità, presenza di rocce, ed altri parametri biologici, fisici o chimici.

3. Nb. La rizosfera è quella porzione di suolo che circonda le radici delle piante e che può arrivare a superare un metro di profondità. Oltre alla fissazione di sostanze tossiche organiche, tramite i processi di fito-stabilizzazione, fito-estrazione e fito-accumulazione, negli ultimi decenni la ricerca ha potuto studiare l’esistenza di piante dette «iper-accumulatrici», capaci di assorbire anche sostanze organiche, come alcuni metalli pesanti, tramite la chelazione nella rizosfera. Queste sostanze vengono allora trasportate tramite alcuni vettori biologici verso la parte superficiale della pianta ed accumulate nelle foglie.

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