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La tutela dei lavoratori in Cina durante l’epidemia di coronavirus

di - 11 Maggio 2020
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In Cina, l’apice della lotta contro il coronavirus ha avuto luogo dal 23 gennaio al 4 aprile. La prima fase ha preso il via il 23 gennaio quando sulla municipalità di Wuhan è stata imposta una quarantena totale. Il giorno successivo, a tutti i cinesi è stato chiesto di non uscire di casa fino al 9 febbraio, ed è stata decisa la sospensione di tutte le attività produttive non essenziali[1]. Ma ben presto, in virtù della gravità della situazione, la sospensione delle attività non essenziali in tutta la Cina è stata prolungata fino alla fine di febbraio. A partire dai primi di marzo, si è avuta una progressiva ripresa delle attività lavorative al di fuori della provincia più colpita, lo Hubei.
Al fine di limitare gli effetti economici di tale interruzione e di garantire il sostentamento della popolazione, il governo ha preso delle misure volte a distribuire le perdite economiche dell’interruzione tra lavoratori e imprese. Tali misure sono incentrate sulle categorie del diritto del lavoro, che, come discuteremo, mancano di cogliere il rapido evolversi delle figure lavorative in Cina e hanno così lasciato escluse ampie fette della popolazione.

1. Cenni generali sul diritto del lavoro in Cina.

La storia della legislazione cinese in tema di tutela del lavoro si articola lungo tre fasi. La prima ebbe luogo dalla fondazione della Repubblica Popolare nel 1949 al 1978 e si basava sull’economia pianificata. A partire dal 1978, si ebbe una netta inversione di tendenza. La “politica della porta aperta”, intrapresa dal governo cinese in quegli anni, mirava ad un progressivo passaggio ad un’economia di mercato, così esponendo ampie fette della popolazione a rapporti di lavoro basati su contrattazioni individuali. La terza fase si aprì nel 1995, con la promulgazione della Legge sul lavoro (劳动法). Con questa legge si vollero aumentare le tutele dei lavoratori dipendenti, sostanzialmente attraverso la previsione di meccanismi di tutela del lavoratore, inteso come parte debole del contratto.
Tuttavia, le categorie concettuali della legge si fondano sull’economia di mercato socialista. Essa è basata sulla coesistenza tra settori di punta dell’economia, in cui vige un dirigismo più marcato, dominati da grandi imprese, pubbliche e private, ed altri lasciati alla competizione tra privati, spesso di piccole dimensioni. La legge sul lavoro riconosce in parte questo dualismo, suddividendo i lavoratori in due grandi categorie: subordinati (劳动关系) e non subordinati (劳务关系). I contratti applicabili a questi ultimi, quali il lavoro autonomo, le prestazioni professionali ed il lavoro domestico, sono previsti nelle norme in tema di diritto civile. Le tutele previste dalla legge sul lavoro del ’95 si applicano invece ai soli lavoratori subordinati.
Altra caratteristica peculiare è la situazione del sindacato, che opera in Cina come un’organizzazione amministrativa dei lavoratori, privati così di un importante strumento di leva. Svuotate della loro tradizionale importanza sono anche le contrattazioni collettive. Complici la debolezza dei sindacati ed in generale l’assenza di organizzazioni che rappresentino esclusivamente gli interessi particolari dei lavoratori, il contratto collettivo è usato raramente e con effetti trascurabili.

2. La tutela del lavoro al tempo del coronavirus

Quando nella seconda metà del gennaio 2020 la diffusione del Covid-19 ha raggiunto una portata epidemiologica, la Cina era raccolta nei festeggiamenti del capodanno lunare. Si tratta della più importante festività dell’anno, durante la quale i numerosissimi migranti interni si riuniscono con le proprie famiglie. Nel mese del capodanno cinese, il Chunyun (o 春运), si verifica ogni anno la più grande migrazione di massa della terra. Per rendersi conto della portata di tali spostamenti basti pensare che la CNN riporta che durante il Chunyun del 2019 vennero fatti 2,9 miliardi di spostamenti su media e lunga distanza, di cui oltre 400 milioni su rotaia e 70 milioni per via aerea. La piena presa di coscienza della portata dei primi focolai a Wuhan, tra il 14 ed il 23 gennaio, è dunque avvenuta in un momento in cui milioni di lavoratori immigrati nella metropoli dalle campagne e da altre città cinesi si stavano riversando nelle città e nei villaggi di origine.
La prima misura emergenziale presa dal governo a tutela della salute dei lavoratori è stata di prolungare il periodo di ferie retribuite, che originariamente era previsto dal 24 al 30 gennaio fino al 2 febbraio[2]. Scopo di questa misura è stato di evitare la migrazione di rientro il più a lungo possibile. I tre giorni aggiuntivi sono stati retribuiti dai datori di lavoro. Nei settori essenziali, non interrotti dalle festività del capodanno, i lavoratori sono stati retribuiti il doppio dello stipendio ordinario anche per i giorni in cui la festa è stata prolungata[3].

A partire dal tre febbraio, al di fuori della zona in quarantena dello Hubei, ai datori di lavoro è stata concessa ampia discrezionalità nella predisposizione di misure flessibili, anche in deroga ai contratti di lavoro subordinato, allo scopo di continuare lo svolgimento di attività produttive. Tra queste rientrano la riduzione degli orari di lavoro, la turnazione, e l’interruzione della produzione. In quest’ultimo caso, il datore di lavoro è tenuto al pagamento dell’intero stipendio per il primo ciclo di pagamenti (che solitamente corrisponde ad un mese)[4]. Al protrarsi dell’inattività per oltre un mese, si è voluta favorire la ripresa parziale delle attività lavorative, consentendo i datori di lavoro di retribuire l’attività di particolari categorie di lavoratori che prestassero il proprio lavoro in misura ridotta, come guardiani o personale

Note

1.  Il novero delle attività essenziali era ristretto alle sole attività necessarie alla sussistenza, quali la produzione e la distribuzione di derrate alimentari e la fornitura di servizi medici, la comunicazione tecnologica, etc.

2.  Circolare sul prolungamento della vacanze di capodanno 2020 (关于延长2020年春节假期的通知).

3.  La misura della retribuzione per il lavoro prestato durante le vacanze è disciplinata dall’art.44 della Legge sul lavoro e dall’art.13 del Regolamento provvisorio sul pagamento dei salari.

4.  Secondo la circolare del ministero delle risorse umane e della sicurezza sociale (4/2016) (人力资源社会保障部财政部关于建立传染病疫情防治人员临时性工作补助的通知,2016年第4号文件) e la circolare del Consigli di Stato (5/2020)(关于全面落实进一步保护关心爱护医务人员若干措施的通知, 2020年第5号文件), in base al tipo del lavoro, il personale medico e gli operatori sanitari possono ottenere un contributo rispettivamente 300 o 200 yuan al giorno. Per il personale attivo in Hubei, il contributo può essere raddoppiato. Inoltre, per il personale medico e gli operatori che lavorano in terapia intensiva, il numero di giorni lavorativi al fine della retribuzione dei contribute straordinari, deve essere calcolato sulla base di 1,5 volte. Ad esempio, un dottore in Hubei ha lavorato 10 giorni in ICU, lui potrebbe ottenere un contributo 9000 yuan RMB.

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