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Stato di diritto, tutele individuali e tutele ambientali

di - 28 Ottobre 2009
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iii) CONVERGENZA TRA TUTELA DEGLI INDIVIDUI E TUTELA DELL’AMBIENTE
Rafforzando progressivamente la tendenza storica in atto, è necessario far convergere la tutela degli individui e le tutele del Sistema-Pianeta in un quadro di sempre più ampia e sempre più diffusa consapevolezza culturale e istituzionale della profonda interrelazione e complementarietà delle due sfere di protezione giuridica.
Già esistono importanti esempi di tale convergenza. Ne ricordiamo alcuni:
a) La Convenzione di Aarhus (sottoscritta nel 1998 da 39 Paesi e dall’Unione Europea sotto l’egida dell’United Nations Economic Commission for Europe) “realizza un’inedita sintesi tra diritto ambientale e tutela dei diritti umani” [24] avendo, come obiettivo, la protezione del diritto di ogni persona “della presente e delle future generazioni di vivere in un ambiente adeguato alla propria salute e al proprio benessere” [25];
b) la Carta Europea sull’ambiente e la salute del Dicembre 1989 dove l’ambiente viene definito come condizione del godimento del diritto alla salute (“Recognizing the dependence of human health on a wide range of crucial environmental factors”);
c) il Protocollo sui diritti economici, sociali e culturali, adottato a San Salvador nel 1988 (aggiuntivo alla Convenzione americana sui diritti dell’uomo del 1969) che, all’art. 11, dispone “everyone shall have the right to live in a healthy environment and to have access to  basic public services . The States Parties shall promote the protection, preservation and improvement of the environment”;
d) la Dichiarazione di Stoccolma delle Nazioni Unite (1972) in cui si legge: “L’uomo è al tempo stesso creatura e artefice del suo ambiente, che gli assicura la sussistenza fisica e gli offre la possibilità di uno sviluppo intellettuale, morale, sociale e spirituale. Nella lunga e laboriosa evoluzione della razza umana sulla terra, è arrivato il momento in cui, attraverso il rapido sviluppo della scienza e della tecnologia, l’uomo ha acquisito la capacità di trasformare il suo ambiente in innumerevoli modi e in misura senza precedenti. I due elementi del suo ambiente, l’elemento naturale e quello da lui stesso creato, sono essenziali al suo benessere e al pieno godimento dei suoi fondamentali diritti, ivi compreso il diritto alla vita. (…) La protezione ed il miglioramento dell’ambiente è una questione di capitale importanza che riguarda il benessere dei popoli e lo sviluppo economico del mondo intero”;
e) il principio dello “sviluppo sostenibile”, principio fondamentale del diritto ambientale. In effetti il rapporto Brundtland (1987) definisce lo sviluppo sostenibile come lo sviluppo che soddisfa i bisogni della generazioni del mondo attuale senza compromettere la possibilità di soddisfare i bisogni delle generazioni future. Evidentemente il principio stabilisce una stretta connessione tra equilibrio ambientale e tutela degli individui e, come tale, è ormai presente in atti, convenzioni e protocolli internazionali nonché in norme nazionali e sovranazionali ed è riconosciuto dalla giurisprudenza (ed in particolare dalla Corte Internazionale di Giustizia e dall’organismo arbitrale WTO). La Dichiarazione di Rio sull’ambiente e sullo sviluppo (adottata dalla Conferenza ONU sull’ambiente e lo sviluppo del 1992) statuisce i seguenti principi: “Gli esseri umani sono al centro delle preoccupazioni relative allo sviluppo sostenibile. Essi hanno diritto ad una vita sana e produttiva in armonia con la natura (…). Il diritto allo sviluppo deve essere realizzato in modo da soddisfare equamente le esigenze relative all’ambiente e allo sviluppo delle generazioni presenti e future (…). Al fine di pervenire ad uno sviluppo sostenibile, la tutela dell’ambiente costituirà una parte integrante del processo di sviluppo e non potrà essere considerata separatamente da questo”. Il principio è ben sottolineato dal Trattato sull’Unione Europea che prevede esplicitamente l’obiettivo di “promuovere un progresso economico e sociale e un elevato livello di occupazione e pervenire a uno sviluppo equilibrato e sostenibile”;
f) la Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo nel suo complesso. La Dottrina ha evidenziato che “Gli atti di Rio hanno recepito (…) l’esigenza di tutela dei beni ambientali di carattere globale (global commons), come il clima e la biodiversità, affermando che il loro degrado e la loro perdita costituiscono una preoccupazione comune dell’umanità (common concerns) e che è quindi necessario cooperare per evitare tali rischi” [26].
g) la Convenzione ONU sui cambiamenti climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change – UNFCCC ) contiene alcuni importanti statements: “Acknowledging that change in the Earth’s climate and its adverse effects are a common concern of humankind (…) the Parties should protect the climate system for the benefit of present and future generations of humankind”.
h) Il Protocollo di Kyoto, nel confermare gli obiettivi strategici della UNFCCC, sottolinea la finalità “to promote sustainable development” in totale coerenza con le disposizioni della Convenzione ONU sul clima sopra richiamate;

Note

24.  Sabino Cassese, Il Diritto Globale, cit. pg. 72

25.  Aarhus Convention on access to information, public participation in decision-making, and access to justice in environmental matters, 25 giugno 1998, art. 1

26.  Cordini – Fois – Marchisio, Diritto ambientale, Profili Internazionali, Europei e Comparati, Torino, 2008, pg. 12

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