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L’Europa e le banche. Le ‘incertezze’ del sistema italiano

di - 6 Marzo 2017
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In tale contesto peculiare centralità va ascritta al Monte dei Paschi di Siena (MPS), che negli ultimi anni ha vissuto una triste alternanza tra aspettative di capitalizzazione e necessario ricorso al meccanismo degli aiuti di Stato[31]. Più in particolare, la pubblicazione dei risultati degli stress test (sui requisiti patrimoniali) e dell’AQR, eseguiti dalla BCE nel 2014[32], ha evidenziato una fragilità dell’istituto in parola che non è venuta meno nel biennio successivo, nonostante un qualche miglioramento che, nella tornata del 2016 delle ‘prove’ in parola, è stato possibile registrare[33]. Da qui le aspettative rimesse alla soluzione legislativa prevista dal recente decreto l. n. 237 del 23 dicembre 2016, nel quale – dopo l’insuccesso del tentativo di rinvenire nel mercato le risorse per un’adeguata patrimonializzazione dell’ente – si è rimesso ad un intervento pubblico, disposto in deroga alla normativa europea sugli aiuti di Stato, la positiva conclusione della vicenda MPS[34].
Anche altre banche significative del nostro Paese versano in condizioni di evidente precarietà sistemica. Già i menzionati stress test di fine 2014 avevano evidenziato un sistema bancario contraddistinto da scarsa sicurezza (in quanto gravato da pesanti criticità dovute a mala gestio o, comunque, ad incapacità operativa consolidata nel tempo)[35]. La situazione di impasse in detta sede delineata è apparsa, di lì a poco, particolarmente preoccupante, tanto da far ipotizzare, in sede tecnica, una soluzione volta a prevenirne gli ovvi riflessi negativi sulla percezione del ‘rischio Italia’ e sulla fiducia dei risparmiatori/investitori; si è pervenuti, così, alla costituzione del Fondo Atlante – FIA, con quote distribuite tra diverse tipologie di operatori di mercato (banche, assicurazioni, fondazioni bancarie, casse di previdenza) e Cassa Depositi e Prestiti – finalizzato alla ricapitalizzazione delle banche in crisi (per il 70% delle sue risorse), nonché all’ acquisto di crediti non performing cartolarizzati (per il rimanente 30%). Il ruolo assegnato a tale Fondo non è stato accompagnato, peraltro, da un supporto finanziario adeguato alle sue funzioni; esso, infatti, pur venendo incontro nell’immediato al pressante bisogno di patrimonializzazione della Banca popolare di Vicenza – attra­verso un’operazione di aumento di capitale «che, se inoptato, avrebbe potuto mettere in difficoltà anche UniCredit», come puntualmente è stato sottolineato da un autorevole studioso[36] – ha dimostrato di essere solo «un piccolo passo nella giusta direzione», come è
Stato puntualizzato da Mario Draghi[37].
Si delinea, quindi, un quadro particolare, la cui problematicità appare, per certi versi, riconducibile anche al ruolo svolto, in questo delicato momento storico, dall’autorità di controllo del settore bancario. Ho avuto modo di sottolineare in altra occasione la difficoltà che connota l’accettazione da parte della Banca d’Italia di un cambiamento istituzionale che incide profondamente sulle funzioni in passato da essa esercitate nell’ordinamento finanziario italiano[38]. Dopo la perdita del potere monetario, la traslazione della supervisione bancaria alla BCE ha inferto un nuovo, duro colpo all’operatività dell’Istituto; quest’ultimo è progressivamente passato da forme di vigilanza invasive al altre permissive, assumendo in alcuni casi addirittura un atteggiamento dimissionario, come è dato desumere dal favor, mostrato in occasione della recente riforma delle BCC, per la costituzione di pochi, grandi gruppi di banche cooperative, sì da facilitare (in ragione del carattere significativo ai medesimi ascrivibile) la traslazione del controllo su di essi alla BCE.
A fronte di tale realtà, necessita domandarsi quali siano le cause a monte degli odierni accadimenti di cui si è detto. In altri termini, ci si deve interrogare sulle determinanti di una situazione, i cui riflessi rischiano di mantenere ancora a lungo il nostro Paese in una situazione di stallo. È difficile dare una risposta a tale quesito! Mi piace, tuttavia, ricordare alcune considerazioni di Fabio Merusi, il quale – in un incontro di studi svoltosi presso l’Università Luiss – G. Carli di Roma a fine 2015[39] – ebbe a sottolineare che, purtroppo, « in Europa c’è stata l’armonizzazione, c’è stata la convergenza normativa ma non c’è stata l’integrazione»; ed aggiungerei: non si sono verificati i presupposti per il raggiungimento della coesione identitaria indispensabile per l’unitarietà di intenti ed obiettivi, ipotizzata dai padri fondatori dell’Unione.
Conseguono i limiti della governance europea, dovuti ad un quadro ordinatorio nel quale il potere deliberativo dell’UE è strutturato su un «triangolo istituzionale», cui fa capo un processo di codecisione (tra Commissione, competente nella proposizione dei progetti disciplinari, Consiglio dei ministri dell’Unione europea e Parlamento cui spetta l’approvazione del relativo testo); limiti riconducibili anche all’utilizzo di un «modello intergovernativo», causa di ritardi e divergenze tra i paesi UE, che non hanno consentito di superare i divari ed il significativo gap tra i componenti della Unione (ora accentuati dagli effetti negativi delle ‘misure di rigore’ negli ultimi anni imposte dai vertici europei). Si spiega, altresì, la ragione che ha indotto a ricercare prevalentemente in sede tecnica la definizione di meccanismi di policy in grado di rimediare (o, quanto meno, contenere) i danni derivati dalla crisi, demandando alla finanza l’esercizio di un ruolo supplente rispetto alla politica.
Si è in presenza, dunque, di vicende radicate nelle modalità con cui si è svolto il processo di europeizzazione; pertanto, non è possibile – al presente – prevederne gli esiti o, come molti di noi vorremmo, una felice conclusione, anche a causa del populismo che da qualche tempo dilaga all’interno dell’UE, minando finanche la sua continuità. Da qui il ‘vento’ di una diffusa incertezza che investe soprattutto il nostro Paese: ad esso fanno riscontro l’affannosa ricerca di rimedi legislativi per curare un sistema bancario che rivela, al proprio interno, ampie lacerazioni, nonché le perplessità concernenti la realizzazione del ‘sogno europeo’, nel quale tante generazioni d’italiani hanno creduto.
Sono queste – ed altre ancora – le cause di una generalizzata turbativa che, nell’ultimo decennio, ha colpito noi tutti; della quale – purtroppo – vittime sacrificali saranno, in via prioritaria, i giovani d’oggi! Cosa dire in presenza di una situazione siffatta? Vorrei essere un vate benefico, in grado di saper leggere nel futuro, per prevedere un felice superamento del momento di impasse che il nostro Paese, unitamente a tanti altri Stati membri, sta vivendo. Purtroppo, non sono in possesso di facoltà divinatorie! Un’apertura alla speranza mi sembra, tuttavia, possa essere desunta dal suggerimento dato, alcuni giorni or sono, da Mario Draghi, allorché nel ritirare il ‘premio Cavour’ ha detto che l’Europa ha bisogno di più politica ed i singoli Stati membri hanno bisogno di più ‘stabilità politica’[40]. In questa stessa direzione vanno anche talune indicazioni recentemente formulate dalla Merkel[41]; sicché, da vecchio sognatore che continua a sperare e a credere in un’Europa unita, mi auguro che un giorno non lontano (considerata la mia età), andando a Berlino, possa anch’io dire, come cinquant’anni fa fece J. F. Kennedy, «Ich bin ein Berliner».

Note

31.  Cfr. Capriglione, Nuova finanza e sistema italiano, Torino, 2016, p. 76; e in precedenza Id., Gli stress test delle banche europee: una tempesta prima di un ‘nuovo ordine’ del mercato finanziario. Il caso Italia, in federalismi.it,

32.  Cfr. Greco – Ricciardi – Scozzari, Stress test: le pagelle di tutte le italiane. Bocciate Mps e Carige, visionabile su www.repubblica.it_economia_2014_10_26.

33.  Cfr. l’editoriale di Puato, Le più solide e convenienti: la classifica delle banche italiane, visionabile su www.corriere.it/economia/16_gennaio_25/piu-solide-convenienti- classifica-istituti-italiani; v. altresì Caparello, Stress test, Eba: banche con sofferenze pagheranno, visionabile su www.wallstreetitalia.com/stress-test-eba-banchecon-sofferenze-pagheranno, ove con riguardo agli stress test di fine luglio 2016 si annoverano a livello europeo tra gli «istituti che hanno dimostrato una maggiore fragilità…. MPS, Unicredit e Deutsche Bank».

34.  Cfr. l’editoriale di Rossano D., Il decreto «salva risparmio» e la vicenda MPS, in diritto bancario.it del 24 dicembre 2016, ove – tra l’altro – si sottolinea la coerenza dell’intervento in parola alle prescrizioni normative della BRRD.

35.  Sintomatico, al riguardo, è il caso di Banca Carige, anch’essa destinataria di una bocciatura inflittale dalla BCE, cfr. l’editoriale di Graziani, pubblicato con il titolo Un’operazione trasparenza che il mercato apprezzerà in IlSole24Ore del 23 maggio 2014.

36.  Cfr. Zingales, Le ragioni del fondo Atlante, visionabile su www.ilsole24ore. com /art/commenti -e-idee /2016-04-19/le-ragioni-fondo-atlante-102951.

37.  Cfr. l’editoriale di Chiellino, Banche, se il fondo Atlante non basta può intervenire lo Stato, visionabile su www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-04-26/sefondo-atlante-non-basta-puo-intervenire-stato.

38.  Cfr. Capriglione, Regolazione europea post-crisi e prospettive di ricerca del ‘diritto dell’economia’: il difficile equilibrio tra politica e finanza, in Riv. trim. dir. proc. civ., 2016, p. 556 ss.

39.  Cfr. il seminario tenutosi il 12 novembre 2015 per la presentazione del volume ‘Il giudice e l’economia’ di G. Montedoro.

40.  Cfr. l’editoriale pubblicato su IlSole24Ore del 24 gennaio 2017 col titolo All’Italia e al mondo serve sempre di più un’Europa politica, nel quale si riporta il discorso pronunciato da Mario Draghi allorchè gli è stato conferito il ‘premio Cavour’.

41.  Cfr. l’editoriale intitolato Merkel incontra Draghi. «La zona euro resterà unita», visionabile su www.corriere.it/economia/17_febbraio_09/europa-piu-velocita-merkel-chiede-aiuto-draghi-vertice-due-ore-berlino nel quale si richiamano le parole della Cancelliera tedesca: «Non è vero che ho parlato di velocità diverse riguardo all’eurozona — ha detto dopo il colloquio con il presidente della Bce — Anzi, l’area euro dev’essere coesa e continuare a sostenere tutti i progetti varati assieme, come il fondo salva Stati».

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