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Quale destino per le società degli enti locali?

di - 11 Novembre 2010
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9. Si può così tornare al tema da cui si sono prese le mosse e che dà il titolo a queste note. Quale destino per le società degli enti locali?
A nostro avviso, norme costruite come quelle di cui si è qui discusso in realtà sono destinate a restare prive di effetti – ovvero inattuate. La prima ragione è che esse colpiscono indiscriminatamente tutti gli enti locali, in buone e pessime condizioni finanziarie. Come è palese, questo le espone a dubbi di costituzionalità, sotto il profilo della violazione degli artt. 3 e 97 Cost. Ma soprattutto poi non è previsto alcun passaggio, alcuna verifica, alcuna procedura per giungere alle dismissioni. Di fronte ad una struttura sostanzialmente rigida come è quella degli enti locali, questo rende l’obbligazione inesigibile, come si direbbe in diritto privato. Chi fa i bandi, chi regola le fasi transitorie, chi disciplina la liquidazione ed i rapporti in essere? Di fronte a questo, passa addirittura in secondo piano il fatto che non sia previsto l’esercizio di alcun potere sostitutivo.
A riprova di quanto si dice si pensi alle norme, sopra riportate, che prescrivono la decadenza anticipata di certe concessioni, senza necessità di delibera dell’ ente. È chiaro che si è pensato di produrre così un effetto ex lege, senza intermediazione degli enti interessati. Ma è fattibile? La risposta non può che essere negativa. La norma è dettata per i servizi pubblici locali. È certamente sana nella sua ispirazione. Ma un servizio pubblico non può essere interrotto. Senza una linea continua di provvedimenti che governino il passaggio verso la scelta del nuovo socio, il servizio continuerà. Si può scommettere, con il vecchio socio.

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La fiaba insegna che la legge non è un’astrazione, un atto dotato di certe caratteristiche formali. È anche questo, ma deve essere calibrata sull’intervento che si vuole fare. Se si tratta di conferire un bene a qualche ente, certamente una legge provvedimento è sufficiente. Ma se si vuole incidere nel sistema non ci sono scelte. Ci vuole una legge pensata, studiata, formulata come generale. Diciamo pure, una legge di natura, costruita dall’uomo.

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