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Uscita dal confinamento e il non facile riavvio : note di inizio percorso

di - 15 Giugno 2020
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Fra le flessibilità auspicate, fondamentale rimane la conferma di un ‘pieno-potenziale’ per gli impieghi degli strumenti di un Central Banking a livello dell’Unione. L’obiettivo ‘unico’ della stabilità dei prezzi, iscritto negli atti costitutivi, costringe oggi a patetiche giustificazioni di ‘contrasto alla deflazione’ per pratiche, di fatto, di iniezione monetaria. Dovrebbe essere acquisito, di fatto se non di statuto, che la Banca centrale è chiamata in pieno al contrasto delle crisi (e poi, a supporto della crescita ‘oltre la crisi’). Nella misura in cui è necessario, finché è necessario. La liquidità che fluisce dalle operazioni di “C.B.” resta, in situazioni dove gli esborsi correnti sono chiamati a ‘non affamare le famiglie, non far morire le imprese’, la sola garanzia di continuità in vita, come l’ossigeno per il paziente critico. Il ritorno ad una capacità di recupero autonomo della respirazione rimane certo l’obiettivo per il paziente, come per la Finanza pubblica. Ma esiti e tempi non sono né immediati né scontati.
Solo nella continuità del ‘salva-vita’ gli altri strumenti, linee di credito, o meglio ancora, contributi che non implichino crescita del debito, attivati attraverso ‘veicoli’, già in essere, o da mettere in esistenza, possono rappresentare la seconda linea di risorse, per la finanza, questa volta, di uno sforzo straordinario di spesa di investimento. La mia propensione scettica porterebbe ad insinuare un margine di dubbio, per la misura e le condizioni di una effettiva solidarietà europea, incorporate nei diversi strumenti. Ma prevalga pure la considerazione di necessità vitale delle disponibilità finanziarie. Suggerirei tuttavia comportamenti in tal caso, lungo il percorso che dovremo seguire, e che si svolge ad una ‘alta quota’ del debito e richiede la continua attenzione ad evitare i crepacci ….
Fabbisogni di emergenza sanitaria e di welfare nell’immediato dovrebbero essere separati dai piani di investimento su un orizzonte più ampio. Le linee di credito o contributi provenienti da fonti comunitarie dovranno essere “accoppiati” a piani di spesa per aree di intervento: sanità, territorio, istruzione, infrastrutture, ecc. La sola ‘condizionalità’ che può darsi è allora quella della corrispondenza fra gli obiettivi enunciati ed usi per risorse che originano in qualche modo da una mutualità comunitaria. Permangono tuttora incertezze su entità, tempi di disponibilità e condizioni finali per queste erogazioni; andranno in ogni caso evitate pratiche di gestione approssimativa, ‘dirottamenti’ avventurosi degli scopi. Esempi negativi possono compromettere ulteriori finanziamenti, o far scattare condizioni peggiorative. Non bisognerebbe chiedere più soldi, su qualche strumento e per intervalli di programma delimitato, di quanto credibilmente si creda spendibile per area di progetto. Si potrà eventualmente intercedere per ulteriori disponibilità; questo, soprattutto nel caso in cui le clausole di finanziamento prevedano controlli o condizionalità ex-post.
Ritornando, alla fine, alla metafora ‘bellica’, ricordiamo innanzitutto che l’epidemia non è finita, e il contrasto al ritorno aggressivo del nemico rimane la priorità. I fabbisogni di welfare sanitario e assistenziale, anche nelle ipotesi più favorevoli di contenimento del virus, non si allenterebbero completamente. Per le situazioni di crisi strutturali e carenze occupazionali che tenderanno a persistere, incombe, più pesante che mai, il ‘problema economico’ di allocazione di fondi scarsi rispetto ai bisogni. Si richiederà il consenso per le priorità, e la capacità per l’esecuzione, delle spese. La decomposizione litigiosa di un quadro politico interno, e cadute ulteriori di una solidarietà a livello comunitario, possono innescare scenari peggiorativi. Evitiamo di evocarli.

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