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Scommesse e utilità sociale

di - 14 Maggio 2010
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Secondo la SEC e notizie di stampa, Paulson avrebbe partecipato alla selezione del paniere di mutui da cui il synthetic CDO “deriva” il suo valore, negoziandone l’inclusione in Abacus con un’entità, indipendente dalla Goldman, specializzata nell’analisi del rischio di credito, la ACA, ed effettivamente includendovi titoli rappresentativi di mutui, aventi un rating più alto di quello che, secondo Paulson, i mutui avrebbero meritato. Secondo la SEC, la Goldman non informa gli investitori in Abacus che Paulson ha un interesse economico contrario al loro, né li informa del suo ruolo nella scelta del portafoglio. La SEC osserva che se gli investitori avessero conosciuto il ruolo di Paulson, la loro fiducia nella scelta del portafoglio sarebbe stata certamente minata. Inoltre, un funzionario della Goldman, pure citato in giudizio dalla SEC, avrebbe disinformato l’ACA, portandola a credere che Paulson fosse “lungo” sugli stessi, cioè l’esatto contrario di ciò che egli stava facendo.

Tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008, le agenzie di rating abbassano la valutazione dei portafoglio sottostante di RMBS, il suo valore scende drasticamente. Si verifica l’ “evento”. Paulson avrebbe guadagnato 1 miliardo, subendo solo il costo dei premi assicurativi pagati, gli investitori avrebbero perso altrettanto. La IKB, uno degli investitori, deve essere “salvata”, prima da altre banche, poi dallo stato tedesco. La Goldman, che ha avuto una commissione di 15 milioni, lamenterà – secondo notizie di stampa -di avere subito però dalla transazione una perdita di 90 milioni per la parte non collocata presso gli investitori e quindi nel complesso una perdita netta di 75. La SEC accusa la Goldman di “civil fraud”, ai sensi del Securities Act 1933 (Sec 17 a, che definisce la frode), del Securities Exchange Act 1934 (Sec 10 b, che riguarda l’utilizzo di mezzi di manipolazione e inganno), e di un regolamento della stessa SEC (Rule 10 b-5, che riguarda affermazioni non veritiere od omissioni).

Prescindendo daI merito del caso suddetto, sul quale occorre sottolineare che c’è una inchiesta in corso, con affermazioni opposte della SEC e della Goldman, e che quest’ultima sta presentando una vigorosa difesa, contestando gli addebiti (per cui – come detto – il condizionale è d’obbligo), esso solleva ovviamente, su un piano generale, molteplici quesiti. Appaiono di particolare interesse almeno i seguenti punti:

–    Speculazione al ribasso e formazione dei prezzi: quale è il rapporto tra speculazione, in particolare al ribasso, e stabilità dei prezzi? La speculazione aiuta a trovare il prezzo corretto, così individuando tempestivamente l’accresciuta rischiosità di un investimento, o condiziona il prezzo stesso, provocandone la caduta? Quale ruolo ha l’asimmetria dell’informazione? È quindi corretto che, in casi estremi, le autorità proibiscano, come è avvenuto, lo short selling? Zingales ha recentemente osservato che la speculazione al ribasso sulle RMBS ha aiutato a individuare il loro (basso) prezzo corretto, facendo scoppiare la bolla, “ e questo è salutare, anche se doloroso…”. La speculazione è tanto più utile in quanto difficile e rischiosa: “vendere allo scoperto ha possibilità di guadagno limitate [il prezzo del titolo non può scendere sotto zero], ma possibilità di perdite sconfinate [il prezzo può salire alle stelle]”[3].

All’inizio del 900, Enrico Barone osservava: “ [la speculazione]accredita le buone imprese, scredita le cattive; determina l’accorrere del risparmio verso le prime, l’astenersi del risparmio dalle seconde. Se vede giusto, essa guadagna; se non vede giusto, perde. Ed il suo guadagno collima con un’indicazione socialmente utile, che senza di essa mancherebbe: perché è socialmente utile che il risparmio si porti verso le imprese più produttive, e che queste si diffondano e che quelle meno produttive spariscano”[4].

Il concetto di “utilità sociale” della speculazione è ripreso nei recenti dibattiti. Sono queste attività di un “minimo valore sociale”? Si chiede dubitativamente  il Presidente della FSA inglese. Come osserva Soros, “sia o meno la Goldman colpevole, la transazione in questione non ha alcun valore sociale”[5]. Gli ribatte un professore dell’Università di Warwick che “la speculazione ha un valore sociale perché aiuta a individuare i prezzi”[6] (vedi sopra). È interessante che, durante la crisi, gli economisti scoprano il “valore sociale”, un concetto poco definibile, mentre la Paretiana ofelimità passa in secondo piano. È corretto che le autorità guardino al valore sociale, data l’incertezza della sua definizione? Se il rischio di controparte si materializza, cioè se la parte che ha perso la scommessa non paga il dovuto, può risultare un costo per l’economia che va al di là del trovarsi “on the losing side of the bet”. Se tale costo è elevato, può occorrere che subentri lo stato per fronteggiarlo; la scommessa ha implicazioni per la regolamentazione (Benjamin Friedman[7]).

Note

3.  Zingales L., Chi combatte i cds teme solo la verità del mercato, Il Sole 24 Ore, 22.4.10. Ma valgono i suoi argomenti anche nel caso dei CDS? Zingales risponde affermativamente, perché essi rendono più agevole il ruolo positivo dello speculatore. Tuttavia, quella asimmetria tra illimitati rischi e limitati guadagni con il CDS viene meno, perché lo speculatore (Paulson) limita la sua perdita al pagamento del “premio assicurativo”. Il guadagno limitato citato da Zingales nel caso precedente non è qui bilanciato da un rischio illimitato di perdita.

4.  Barone E., La borsa e la speculazione, in Moneta e risparmio, Utet, 1991 ( prima ediz 1919), p 70

5.  Soros G., America must face up to the dangers of derivatives, FT, 23.4.10

6.  Gemmill G.,No simple way to test social value of derivative, FT, 27.4.10

7.  Friedman B.,The Failure of the Economy & the Economists, The New York Review of Books, 59,9, maggio 2009

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