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Alcuni modesti consigli per tener vivo l’umanesimo politico

di - 4 Febbraio 2016
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Non è autentico, non è espressione di ciò che siamo, così si diceva. Per me invece era ed è espressione di ciò che siamo. Ci si chiede se le critiche colte avessero la consapevolezza di ciò che siamo, con le nostre vere esigenze spirituali, pari a quella del ricco che pagò quegli edifici. L’America è proiettata verso il futuro e ai suoi occhi la tradizione sembra più una pastoia che un’ispirazione. Ma le reminiscenze e gli insegnamenti del passato sono l’unico meccanismo di controllo del popolo americano mentre sbanda lungo il suo cammino. Quei disprezzati milionari che edificarono una università nel cuore di una città, che sembra dedita soltanto ai fini americani (quindi industriali e mercantili), pagavano un tributo a ciò che avevano trascurato, vuoi per un senso di ciò che avevano perso, vuoi per cattiva coscienza circa gli scopi della loro vita, vuoi per la soddisfazione di vedere i propri nomi nella lista dei finanziatori. … Tutta la cultura era una cosa americana, non solo la cultura tecnica”.
Il libro di Bloom è una critica ante litteram ad ogni impostazione multiculturale e politicamente corretta ; al livellamento dell’istruzione universitaria ed alla genericità e frammentarietà degli studi.
Il problema – quindi – è quello della formazione intellettuale nell’interesse pubblico. Un problema enorme sul quale occorrerebbe avviare un lavoro collettivo che tenga viva la memoria dei classici.
Ecco allora quindici modesti consigli – idealmente dati ai giovani – che aspirino ad essere parte di una nuova classe dirigente (da tener in conto anche per le prossime riforme amministrative ossia per la loro concreta attuazione); ad un futuro dirigente amministrativo direi:
1) Scegli sempre la strada più scomoda nella tua formazione ed evita le scorciatoie carrieristiche (ti aiuterà in futuro a governare la complessità ed a mantenere l’autonomia dell’amministrazione).
2) Concentra le tue forze su un obbiettivo e verifica se sei capace di raggiungerlo (è l’essenza di quello che farai).
3) Segui le tue passioni nello studio (senza passione non si va da nessuna parte) .
4) Leggi i classici (della politica; della scienza; della filosofia ; gli esempi migliorano).
5) Impara le lingue e frequenta persone di altri paesi ed altre culture (il mondo altrimenti risulterà incomprensibile).
6) Evita di pensare che c’è chi bara al gioco della vita: quello ha già perso.
7) Pensa a Rilke ogni tanto (la vita è anche malinconica).
8) Pensa alle ragioni della vita buona (leggi Tolstoj).
9) Pensa che rivivresti ogni attimo della vita così come ci è stato dato (Nietzsche).
10) Pensa che c’è sempre uno spazio di miglioramento nella vita individuale e collettiva (ma non esaltare le riforme per le riforme).
11) Muovi il tuo corpo (non fare come chi scrive).
12) Cercate di fare gesti eleganti (competere lealmente; dimettersi quando è il caso).
13) Diffida del mondo della vuota comunicazione (distinguendo sempre sostanza ed apparenza).
14) Viaggia leggero (le cose cambiano).
15) Non temere mai di fare il tuo dovere (la vita ti sia propizia quando ne pagherai il prezzo).

La chiusa di questo breve invito non si può non trarre da Ravelstein (personaggio immaginario) di Saul Bellow, protagonista di un romanzo breve dedicato ad Allen Bloom ed ai giorni finali della sua vita, la vita, alla fine, di un maestro dell’umanesimo politico[1]:
“Si perde in quella musica sublime, una musica in cui si sciolgono le idee, una musica che rispecchia queste idee trasformandole in sentimenti. Ravelstein se le porta giù in strada. È caduta la prima neve sui grandi arbusti, gli stessi arbusti carichi di pappagalli: sciami di pappagalli evasi dalle gabbie che ora costruiscono le lunghe sacche dei loro nidi nelle viuzze dietro gli edifici. Si cibano delle loro bacche rosse. Ravelstein mi guarda ridendo di gioia e di stupore, gesticolando perché non riesce a farsi sentire, con tutto questo rumore di uccelli. Non è facile rinunciare a una persona come Ravelstein e lasciare che la morte se lo porti via”.

Note

1.  “Possiamo far parlare S. Bellow che ebbe a dire del suo personaggio : “Ravelstein was a teacher. He was not one of those conservatives who idolize the free market. He had views of his own on political and moral matters. But I am not interested in presenting his ideas. More than anything else, just now, I want to avoid them. I want to be brief, here. He was an educator.”

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