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Può Google rimanere indenne dalla disciplina Antitrust?

di - 27 Maggio 2015
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Per questo, nelle recenti indagini antitrust sarà cruciale la definizione del mercato rilevante. In particolare, nella prima indagine, considerare il mero mercato dei servizi di ricerca o anche quello connesso che riguarda il settore pubblicitario, mentre, nella seconda istruttoria, decidere se questo è riconducibile ad Android o si estende anche alle applicazioni a questo connesse. Sta di fatto che oggigiorno gli utenti Google beneficiano di prodotti for free.
Google ora ha dieci settimane che decorrono dall’invio della contestazione di addebiti, quindi dal 15 Aprile 2015, per rispondere alle accuse mosse dalla Commissione Europea per quanto riguarda l’indagine sui servizi di ricerca online, mentre nell’indagine che riguarda Android Google potrebbe presentare prossimamente degli impegni antitrust per concludere il procedimento senza accertamento di un illecito antitrust[12].
Sviluppi significativi su questi procedimenti, pertanto, si verificheranno con ogni probabilità tra giugno ed agosto 2015.

4. Alcune considerazioni

In entrambe le istruttorie antitrust avviate dalla Commissione Europea, Google viene accusata di danneggiare con i suoi prodotti i consumatori ed impedire lo sviluppo tecnologico.
Ma ha davvero distorto il mercato dei motori di ricerca Google, privilegiando fra i risultati delle sue ricerche i suoi prodotti o offrendo attraverso il suo sistema operativo open source un pacchetto di applicazioni gratuite al mercato? Vero, Google è diventato in pochi anni leader di mercato, e soprattutto uno strumento indispensabile nella vita quotidiana di molti. Google ha rivoluzionato non solo l’utilizzo di internet, permettendoci di trovare risposte a domande che spesso e volentieri sarebbero rimaste insolute, ma anche la nostra vita quotidiana, permettendoci con un cellulare/tablet di compiere le più svariate attività, come condividere/vedere un video su YouTube, o cercare qualsiasi indicazione stradale con Google maps.
Google probabilmente non è un benefattore. I dati più recenti rilevano un fatturato di quest’azienda pari a 17.3 miliardi di dollari[13]. I profitti di Google, come emerso, derivano dalla pubblicità, che rileva non solo tra i risultati ottenuti dal suo algoritmo, ma anche nelle stesse applicazioni installate con Android. Tuttavia, Google offre servizi gratuiti agli utenti.
Da anni le agenzie antitrust di tutto il mondo (vedi Stati Uniti ed Europa) condividono il concetto che il benessere degli utenti/consumatori rappresenti il fine ultimo della concorrenza.
Concorrenza significa promuovere e favorire la creazione di prodotti/servizi sempre più efficienti, quindi qualitativamente migliori a costi sempre più bassi per i consumatori. La concorrenza, quindi, non significa più, come poteva sembrare nel passato, proteggere i concorrenti, ma i tutelare i consumatori.
Google, ad una prima analisi, pare fornire prodotti tecnologicamente sempre più avanzati, anche grazie all’adozione di prodotti open source che permettono a chiunque di modificarli e migliorarli, offerti gratuitamente ai consumatori. Se negli anni quest’azienda è cresciuta enormemente, forse ci si dovrebbe interrogare se questo derivi dall’implementazione di strategie efficienti più che da condotte anticoncorrenziali.
In ogni caso la Commissione Europea sta investendo ingenti risorse nonché personale altamente qualificato nello studio delle condotte economiche poste in essere dal colosso americano, e confidiamo nelle sue future risultanze istruttorie.
L’augurio è che non si arrivi a condannare un’impresa efficiente, ma piuttosto, nel caso emergano alcune preoccupazioni in ottica antitrust, si articoli un accordo per l’adozione di misure pro-competitive da parte dell’operatore leader del mercato.

Note

12.  Art. 9, EU Reg. 1/2003 (Decisioni con Impegni). Press Release, European Commission, Commitment decisions (Article 9 of Council Regulation 1/2003 providing for a modernized framework for antitrust scrutiny of company behaviour), http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-04-217_en.htm. In Europa dal 2003, un procedimento antitrust puo’ formalmente terminare non solo con una decisione di accertamento dell’illecito antitrust (detta prohibition decision), o di non di non accertamento dell’infrazione (quindi di non violazione). Si e’ aggiunta con il EU Reg. 1/2003 la c.d.decisione con impegni. Queste decisioni si traducono in un accordo fra Autorita’ antitrust ed impresa indagata dove, a fronte di impegni procompetitivi proposti da quest’ultima, il procedimento termina senza accertamento dell’illecito antitrust contestato in avvio d’istruttoria.

13.  Vedi nota 1. in prima pagina

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