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Estrazione e utilizzazione delle risorse spaziali a fini commerciali: Quid Juris?

di - 21 Marzo 2022
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Il Trattato sullo Spazio del 1967[1], che detta le norme giuridiche fondamentali relativamente all’esplorazione e utilizzazione dello spazio extra-atmosferico, della luna e dei corpi celesti, all’art. II prevede che essi non possano «(…) formare oggetto di appropriazione nazionale attraverso proclamazioni di sovranità, mediante utilizzazione o occupazione o con qualsiasi altro mezzo». L’art. I, comma 2, tuttavia, statuisce che la loro esplorazione e utilizzazione da parte degli Stati è libera e va esercitata «(…) senza discriminazione di alcun tipo, in condizioni di uguaglianza e in conformità al diritto internazionale (…)» con libero accesso a tutte le parti dei corpi celesti. Nulla si dice, in modo specifico, sulla sorte delle risorse una volta che queste vengano separate dal corpo cui appartengono.
Nel 1979, in considerazione degli avanzamenti tecnologici conseguiti nel frattempo, la questione relativa alla disciplina da applicarsi alle risorse spaziali estratte è stata in parte affrontata con l’Accordo che Regola le Attività sulla Luna e gli Altri Corpi Celesti[2]. Il problema, sul piano del diritto positivo è che mentre il Trattato sullo Spazio è vincolante, l’Accordo sulla Luna non è mai entrato in vigore per lo scarso numero di ratifiche ottenuto.
L’approvazione dello US Commercial Space Launch Competitiveness Act nel 2015[3] ha riaperto il lungo dibattito sulla legittimità dello sfruttamento di risorse preziose presenti sulla Luna e sugli altri corpi celesti, in quanto promuove l’esplorazione e la raccolta di materiali estratti dallo spazio o dagli asteroidi a fini commerciali da parte dei cittadini statunitensi, attribuendo loro il diritto di detenere, possedere, trasportare, utilizzare, e vendere quanto ottenuto, «(…) in accordo con le norme applicabili, compresi gli obblighi internazionali degli Stati Uniti».
Atri Stati, successivamente, hanno adottato leggi nazionali di contenuto simile: il Lussemburgo nel 2017[4], gli Emirati Arabi nel 2019[5] e, da ultimo, il Giappone nel 2021[6].
In particolare, il Lussemburgo, già sede delle filiali delle statunitensi Planetary Resources Inc. e Deep Space Industries, è stato il primo paese europeo ad elaborare una disciplina chiara dei diritti di proprietà dei minerali, dell’acqua e delle altre risorse estratte dallo spazio extra-atmosferico, specialmente quelle presenti sugli asteroidi, approvando un testo di legge concernente la loro esplorazione e utilizzazione che assicura alle entità private una serie di diritti. Secondo il dettato dell’art. 1 le risorse in questione sono suscettibili di appropriazione nel rispetto dei principi cui è ispirato tutto il corpus juris spatialis, purché l’operatore autorizzato svolga le attività cui si riferisce il medesimo art. 1 «(…) in accordance with the conditions of the authorisation and the international obligations of Luxembourg» (art. 2, comma 3). Dal 1 gennaio del 2021 è in vigore anche la Law of 15 December 2020 on Space Activities, che arricchisce il quadro normativo lussemburghese relativamente all’autorizzazione e supervisione delle attività spaziali e che sarà alla base dello sviluppo di vari attori e dell’industria privata.
Gli Emirati Arabi nel dicembre del 2019 hanno approvato la Federal Law No. (12) of 2019 (correspondent to 22 Rabi’Al-Akhar 1441H). on The Regulation of the Space Sector che regola le attività spaziali e il ruolo dell’Agenzia Spaziale del Paese; chiarisce altresì quale sia il procedimento di rilascio dei permessi relativi, delinea le responsabilità e le regole assicurative per il loro lo svolgimento, specifica le modalità di registrazione dei veicoli e degli oggetti spaziali, individua le norme transitorie necessarie e quelle per regolamentare la costruzione delle strutture su altri pianeti nonché quelle per la mitigazione del problema legato ai detriti e per l’utilizzazione delle risorse. Con riferimento queste ultime, premesso che esse vengono definite nel preambolo come «(…) Any non-living resources present in outer space, including minerals and water», l’art. 18 prevede che: «(…) 1-Subject to the provisions of Article (14) of this Law, the conditions and controls relating to Permits for the exploration, exploitation and use of Space Resources, including their acquisition, purchase, sale, trade, transportation, storage and any Space Activities aimed at providing logistical services in this regard shall be determined by a decision issued by the Council of Ministers or whomever it delegates. 2-The Permits referred to in clause (1) of this Article shall be granted by a decision of the Board of Directors upon the proposal of the Director General».
Il Giappone, nel dicembre dello scorso anno, ha anch’esso adottato una legge sulla promozione commerciale delle attività relative alla esplorazione e allo sviluppo delle risorse spaziali. All’art. 2, 1 comma, introduce una definizione di “risorse spaziali” che comprende l’acqua, i minerali e le altre risorse che si trovano nello spazio extra-atmosferico, sulla luna e sugli altri corpi celesti. Prerequisito per ottenere il permesso di espletare le attività in questione è una richiesta, che va corredata con il programma dell’attività commerciale che si intende porre in essere e con la specificazione dei limiti temporali, della localizzazione, del metodo che si intende seguire nelle attività di esplorazione e sfruttamento delle risorse e di altri dettagli eventualmente necessari (Art. 3, par. 1). Il Primo Ministro è l’autorità competente a rilasciare l’autorizzazione, previa acquisizione del parere dei Ministri dell’Economia, dell’Industria e del Commercio (Space Resources Act art. 3, par. 3.)
Mentre, in ottemperanza all’art. II del Trattato sullo Spazio, la prevalente dottrina ha sempre ritenuto pacifico il divieto di appropriazione nazionale ottenuta attraverso rivendicazioni di sovranità per mezzo di occupazione, utilizzo o qualsiasi altro mezzo, a fasi alterne è stata possibilista a proposito dell’utilizzabilità a fini commerciali delle risorse spaziali[7]; la situazione di incertezza conseguitane e la necessità di disporre in tempi brevi di riferimenti normativi aggiornati che i ritmi della diplomazia in sede ONU non consentono, ha determinato alcuni Stati a prendere in via autonoma le iniziative legislative descritte in precedenza e persino a promuovere delle vere e proprie partnership tra diversi Stati, al fine di sostenere la politica spaziale commerciale di cui gli Stati Uniti si sono fatti capofila: è il caso degli “Artemis Accords[8] concepiti come una serie di accordi bilaterali con le agenzie spaziali e/o altri Paesi, decisi a partecipare al programma Artemis della NASA. Gli Accordi introducono principi di importanza critica e norme di condotta per governare, nel dichiarato rispetto dei Trattati: l’esplorazione e l’utilizzazione delle risorse della Luna e di Marte, le relazioni pacifiche tra le potenze spaziali, la cooperazione e la mutua assistenza, la trasparenza nelle politiche, l’interoperabilità dei sistemi, l’assistenza nelle emergenze, la registrazione degli oggetti spaziali, la condivisione dei dati scientifici, la protezione dei siti e degli artefatti con valore storico, le zone di sicurezza, la prevenzione dei conflitti, la protezione dell’ambiente spaziale e la sostenibilità delle attività da condursi secondo le Space Debris Mitigation Guidelines[9].
Ispirandosi da una visione filosofica differente rispetto agli Accordi di cui sopra, il Gruppo di Lavoro Internazionale sulla Regolamentazione delle Risorse Spaziali dell’Aia, nato per favorire la cooperazione internazionale e il dialogo tra tutti i Paesi e tutti i portatori di interesse, a beneficio dell’umanità intera, ha delineato le “Basi Costitutive per lo Sviluppo di una Regolamentazione Internazionale delle Attività Relative alle Risorse Spaziali” nell’omonimo documento adottato nel 2019[10]. L’intento dichiarato è quello di gettare le fondamenta per un dibattito sul possibile sviluppo di una normativa internazionale, senza alcun pregiudizio per le relative modalità e struttura, privilegiando il principio della “regolamentazione adattiva”: ciò in quanto non sarebbe necessario né fattibile regolare in modo compiuto ogni aspetto delle attività relative alle risorse spaziali a priori mentre sarebbe preferibile procedere di volta in volta in base allo stato dell’arte della tecnologia e delle sue possibili applicazioni[11]. Il documento elaborato dal gruppo dell’Aja è stato presentato al COPUOS in occasione della sua cinquantanovesima Sessione (Vienna, 23 marzo-3 aprile 2020). Analoghe proposte per l’istituzione di gruppi di lavoro dedicati sono state presentate successivamente, nel corso del 2021, anche dalla Cina, dalla Federazione Russa e da altri Paesi[12].
In considerazione del fatto che i programmi per l’estrazione delle varie risorse disponibili nello spazio extra-atmosferico, e soprattutto sulla Luna, vanno evolvendosi molto velocemente, il Sotto-Comitato Giuridico del COPUOS ha discusso l’argomento durante la sua sessantesima sessione nel corso delle consultazioni informali, tenutesi nella primavera del 2021, ad esito delle quali ha ottenuto pieno sostegno alla creazione di un Gruppo di Lavoro appositamente dedicato[13]; la speranza è di giungere entro un tempo ragionevole all’approvazione di regole valide per tutti.
Tra i temi di rilievo emersi dalle dichiarazioni presentate durante la già menzionata sessantesima Sessione del Sotto-Comitato Giuridico sono da segnalare: la richiesta dei Paesi in Via di Sviluppo di avere un equo accesso alle risorse per evitare di esser lasciati indietro e la necessità di provvedere alla protezione dell’ambiente spaziale e alla sostenibilità delle attività estrattive, onde evitare il pericolo di contaminazione e di cambiamenti irreversibili dannosi nei corpi celesti. Inoltre, si è osservato che la natura della questione ‘risorse’ non presenta solamente aspetti giuridici ma anche profili scientifici e tecnici, e fa parte del contesto più generale delle attività umane nello spazio. Basandosi su questa considerazione, alcuni Paesi, hanno fortemente raccomandato che si provveda a coordinare le attività del Sotto-Comitato Giuridico con quelle del Sotto-Comitato Scientifico e Tecnico[14]. Un altro punto importante emerso durante le discussioni è che l’ingresso del settore privato nelle attività spaziali ha fatto insorgere nuovi problemi la cui soluzione richiede un intervento multilaterale e la creazione di una cornice giuridica internazionale che dissipi le incertezze, freno per gli investimenti nel settore. Lo sviluppo delle attività nello spazio, ad avviso della maggior parte dei Paesi, dovrebbe comunque esser guidata da norme internazionali universalmente accettate e, in particolare, dai principi fondamentali dal diritto spaziale internazionale retto dal Trattato sullo Spazio e dagli altri trattati e strumenti promananti dalle Nazioni Unite ad esso collegati, che configurano nel loro insieme il regime giuridico applicabile agli Stati perché sia garantito l’uso pacifico e sostenibile dello spazio, della luna e dei corpi celesti.
La prossima sessione del Sotto-Comitato Giuridico del COPUOS, salvo imprevisti, è programmata per la settimana dal 28 marzo all’8 aprile 2022.

Note

1.  Trattato sui principi che regolano le attività degli Stati nell’esplorazione ed utilizzazione dello spazio extra-atmosferico, inclusa la luna e gli altri corpi celesti ((Londra, Mosca, Washinton, 27 gennaio 1967).

2.  Secondo l’Accordo che Regola le Attività degli Stati sulla Luna e gli Altri Corpi Celesti (NewYork, 5 dicembre 1979) la luna e le sue risorse devono esser considerati “patrimonio dell’umanità”, mentre il Trattato sullo Spazio ha preferito la definizione di “appannaggio dell’umanità” per designare la relazione con lo spazio-extra-atmosferico, compresi la luna e gli altri corpi celesti. L’Accordo, pur consentendo le attività estrattive, proibisce la rivendicazione di proprietà a fini commerciali dei materiali, richiedendo pregiudizialmente la creazione di un apposito regime internazionale e l’istituzione di un’apposita Autorità. Infine, introduce il principio secondo cui una parte dei profitti conseguiti debba esser condivisa con i Paesi in Via di Sviluppo.

3.  Public Law No: 114-90 (11/25/2015), U.S. Commercial Space Launch Competitiveness Act, Space Resource Exploration and Utilization Act of 2015, consultabile su: https://www.congress.gov/bill/114th-congress/house-bill/2262/text. Allo US Space Act hanno fatto seguito The American Space Commerce Free Enterprise Act – H.R. (115) 2809 del 2017 (che testualmente proclama la libertà dei cittadini e degli enti statunitensi di esplorare e utilizzare lo spazio, compreso quello extra-atmosferico con le risorse in esso contenute, senza condizioni o limitazioni), e il recente the White House Executive Order 13914 of April 6, 2020 Encouraging International Support for the Recovery and Use of Space Resources.

4.  Loi du 20 juillet 2017 sur l’exploration et l’utilisation des ressources de l’espace, pubblicata sul Journal Officiel du Grand-Duché de Luxembourg, Official Gazette of the Grand Duchy of Luxembourg, No. 674, LEGILUX, il 28 luglio del 2017. Il testo è consultabile su: http://legilux.public.lu/eli/etat/leg/loi/2017/07/20/a674/jo.

5.  Emirati Arabi, Federal Law No. (12) of 2019 (correspondent to 22 Rabi’Al-Akhar 1441H)., on The Regulation of the Space Sector, consultabile on-line su: https://www.moj.gov.ae/assets/2020/Federal%20Law%20No%2012%20of%202019%20on%20THE%20REGULATION%20OF%20THE%20SPACE%20SECTOR.pdf.aspx.

6.  Law Concerning the Promotion of Business Activities Related to the Exploration and Development of Space Resources (Act No. 83 of 2021), pubblicato su: Official Gazette on June 23, 2021. Il testo, in lingua originale, è consultabile su: https://kanpou.npb.go.jp/old/20210623/20210623g00141/20210623g001410004f.html.

7.  Per una disamina delle diverse posizioni assunte dalla dottrina si rinvia a F. Tronchetti, The exploitation of natural resources of the Moon and other celestial bodies – A proposal for a legal regime, 2009.

8.  The Artemis Accords on the Principles for Cooperation in the Civil Exploration and Use of the Moon, Mars, Comets, and Asteroids for Peaceful Purposes, propongono una serie di principi guida cui aderiscono le agenzie spaziali dei Paesi firmatari per assicurare la sicurezza e la sostenibilità delle attività spaziali nel pieno rispetto del Trattato sullo Spazio del 1967; il Messico è stato il quattordicesimo Stato a entrare a far parte dell’Accordo. Questa iniziativa è stata fortemente criticata da parte di alcuni Paesi, preoccupati che il tradizionale ruolo di sintesi dell’UNCOPUOS (Comitato delle Nazioni Unite per l’Uso Pacifico dello Spazio Extra-Atmosferico) e l’approccio multilaterale alla creazione di nuove regole possano esser pretermessi, favorendo atteggiamenti futuri potenzialmente pericolosi (si veda: UN A/AC.105/1243, Committee on the Peaceful Uses of Outer Space Sixty-fourth session,Vienna, 25 agosto – 3 settembre 2021, Report of the Legal Subcommittee on its sixtieth session, Vienna, 31 maggio-11 giugno 2021, pag.8).

9.  Linee Guida del COPUOS, Space Debris Mitigation Guidelines of the Committee on the Peaceful Uses of Outer Space sono state adottate dall’UNGA con la Risoluzione n. 62/217 del 2008.

10.  The Hague International Space Resources Governance Working Group, “The Building Blocks for the Development of an International Framework on Space Resource Activities”, 12 novembre 2019.

11.  «(…) The Working Group considered it neither necessary nor feasible to attempt to comprehensively address space resource activities in the building blocks: space resource activities should be incrementally addressed at the appropriate time on the basis of contemporary technology and practices». Per una disamina completa del documento si rinvia a: https://www.universiteitleiden.nl/binaries/content/assets/rechtsgeleerdheid/instituut-voor-publiekrecht/lucht–en-ruimterecht/space-resources/final-bb.pdf.

12.  L’elenco dei Paesi che hanno presentato proposte si trova a pag. 30 del Final Report (vedi nota n. 13).

13.  The 2021 COPUOS Legal Subcommittee Discussions, Vienna, 31 May – 11 June 2021, Final Report of the 60th session (A/AC.105/1243). I Paesi partecipanti, pur concordi sul punto, hanno presentato ciascuno la propria proposta riflettendo, com’è ovvio, la rappresentazione dei propri interessi. Gli USA, pur essendo favorevoli all’istituzione di un Gruppo di Lavoro sullo sfruttamento e utilizzazione delle risorse ha sottolineato, insieme al Canada, che per le missioni nel deep-space è già necessaria la loro estrazione in situ, in quanto sarebbe troppo costoso provvedervi impiegando quelle terrestri. Ad esito delle consultazioni informali del maggio scorso il Sotto-Comitato Giuridico del COPUOS ha deciso di istituire un Gruppo di Lavoro per un periodo di cinque anni (2021-2026), che dovrà provvedere all’elaborazione dei modelli giuridici da porre a base della regolamentazione dell’esplorazione, dello sfruttamento e dell’utilizzazione delle risorse spaziali. Il piano di lavoro, le metodologie da seguire ed altro sono state formalmente adottate dal COPUOS nella sessantaquattresima seduta (25 agosto-3 settembre 2021) e descritte in dettaglio all’Allegato III (Mandate, terms of reference, and workplan and methods of work for the working group established under the Legal Subcommittee agenda item entitled “General exchange of views on potential legal models for activities in the exploration, exploitation and utilization of space resources”).

14.  Ad esempio, il Canada ha dichiarato quanto segue: «(…) by focusing only on space resources we will not account for the larger context in which these activities will take place, namely potential human settlements, scientific missions, rover operations, and other such missions. Studying resource use divorced from the context in which it will arise could inadvertently lead to undesirable consequences for these broader activities» (https://www.unoosa.org/documents/pdf/copuos/lsc/2021/statements/item_14_Canada_ver.1_1_June_AM.pdf, pag. 2). Circa la necessità di evitare un’impostazione meramente settoriale del tema ‘risorse’, anche il Report on The Pacific Use of Outer Space del COPUOS (25 agosto- 3 settembre 2021) ha riportato la posizione espressa da una delegazione secondo cui secondo lo sviluppo del quadro giuridico per l’esplorazione, lo sfruttamento e l’utilizzazione delle risorse spaziali dovrebbe comprendere il più ampio spettro di argomenti (pag.  26) e che, inoltre, si dovrebbe tener conto in modo particolare dei principi del Trattato sullo Spazio e di quelli dell’Accordo sulla Luna riferiti all’obbligo di uso dello spazio a fini esclusivamente pacifici e alla proibizione di appropriazione nazionale della luna o degli altri corpi celesti.


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