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Consiglio di Stato, sez. V, sentenza 23 settembre 2010, n. 7080

di Osservatorio Energia - 23 Settembre 2010
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il giudice di prime cure ha accolto l’eccezione di carenza di interesse al ricorso motivando che “Nel caso di specie l’elemento preclusivo è da individuarsi in un affidamento diretto da altra Amministrazione comunale. La titolarità di un servizio affidato in via diretta da Amministrazione estranea a quella che indice la gara è fattispecie non ricadente nella previsione di cui al comma 15 quater dell’art 115 del D.lgvo 267/2000 e determina la piena applicabilità del comma 6 con i conseguenti effetti preclusivi”.

In altri termini, la circostanza che l’ appellante sia titolare di altri affidamenti diretti – oltre quello in essere con l’amministrazione che indice la gara – con amministrazioni diverse da quest’ultima non esclude l’applicabilità del divieto di cui al comma 6 dell’art. 115 citato.

Ebbene proprio in forza della titolarità di altri “affidamenti diretti” risulta carente l’interesse a ricorrere.

L’odierna appellante, infatti, anche in forza del suo “status” di società “in house” di altri enti locali, non avrebbe potuto partecipare alla “eventuale gara” indetta dal Comune appellato meno di perdere la qualifica di affidatario diretto.

http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Consiglio%20di%20Stato/Sezione%205/2009/200908532/Provvedimenti/201007080_11.XML


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