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Alcune riflessioni di Domenicantonio Fausto

di - 16 Luglio 2010
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Sorgono una serie di questioni quando il pluralismo morale è preso seriamente in considerazione. Gran parte della filosofia morale riguarda l’identificazione della vera teoria morale; ma, nel caso degli agenti individuali, vi è il problema dell’aggregazione appropriata dei punti di vista di questi agenti. Questo problema è affrontato nel secondo saggio del volume, dovuto a Brennan ed Eusepi, nonché nel saggio di Brennan e Hamlin; come pure, ma, in modo differente, nel saggio di Gorini.

Nel volume vi sono saggi che rispettano la tradizionale distinzione ‘positivo-normativo’, ma pongono in rilievo caratteristiche della realtà che poggiano su valutazioni di tipo normativo (come nel caso dei rendimenti crescenti nel saggio di Buchanan), o situazioni in cui i criteri normativi possono essere applicati (come nei casi, della deregolamentazione del processo politico nel saggio di Eichenberger e Funk, e del progetto di tassazione nel saggio di Giuriato).

La conclusione che Brennan ed Eusepi traggono dopo aver tracciato questo quadro sintetico dei contenuti del volume è che tutti i suoi saggi esemplificano la fusione dell’etica con l’economia in un modo o nell’altro, e tutti evidenziano l’efficacia del lavoro interdisciplinare. Specie quando si passa dal contesto teorico a quello del mondo reale, l’indipendenza disciplinare diventa di corto respiro. L’indipendenza disciplinare, considerata come un valore, quando è applicata ai fenomeni del mondo reale, può portare alla divisione delle responsabilità, che, nella sua forma estrema, può semplicemente implicare mancanza di responsabilità.

In stretta connessione con i contenuti più rilevanti dell’Introduzione è il secondo saggio del volume, dovuto ancora a Brennan ed Eusepi. Il saggio è incentrato sulla chiarificazione della relazione tra gli usi del termine ‘valore’ in etica ed economia. La trattazione muove dalla considerazione che Ricardo, come tutti gli economisti classici prima e dopo di lui, concepisce il valore come strettamente legato al prezzo. Sottolineate le ambiguità della visione ricardiana del legame valore-prezzo, gli autori pongono in rilievo il doppio compito che il termine ‘valore’ ha nell’analisi della determinazione del prezzo: da un lato, è un elemento della struttura motivazionale dell’agente; dall’altro, è il risultato dei processi sociali. Gran parte dei contenuti del saggio riguarda la relazione tra il termine ‘preferenza’, così come è usato dagli economisti, e il termine ‘valore’, così come è usato dai filosofi morali.

Non è possibile, nel breve spazio di questa recensione, dar conto in modo esauriente dei contenuti di tutti i saggi del volume. Un cenno particolare ci sembra però che meriti il saggio di Buchanan, che parte dalla considerazione che la specializzazione (divisione del lavoro nella terminologia di Smith) è la fonte del progresso economico, e che la specializzazione trova un limite nella estensione del mercato. Questa impostazione ha implicazioni etiche, se si verifica un effettivo mutamento nella estensione del mercato.

Riguardo al volume nel suo complesso, si tratta di una ben articolata raccolta di saggi che affronta il tema del controverso rapporto tra etica ed economia da una prospettiva abbastanza diversificata, offrendo anche al lettore che, su punti specifici, muove da impostazioni diverse, spunti e stimoli per approfondimenti significativi.

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