Cassazione penale, sez. III, sentenza 15 giugno 2010, n. 22743
La Corte di Cassazione conferma l’orientamento da essa affermato con sentenza 20499 /2005 sull’art 14 comma 2 del DL 138 /2002 contenente la nozione di rifiuto e della Corte di Giustizia sez II , 11 novembre 2004, C-457/02 che ha specificato la nozione di rifiuto che deve essere sottoposta ad interpretazione estensiva e di sottoprodotto che viene sottratto alla disciplina nei limiti in cui l’impresa non abbia intenzione di disfarsi.
Occorre distinguere il residuo di produzione che è rifiuto, pur suscettibile di eventuale utilizzazione previa trasformazione, e il sottoprodotto, che invece non lo è, fermo restando che la nozione di rifiuto, non deve intendersi nel senso che essa esclude le sostanze e gli oggetti suscettibili di riutilizzazione economica. La nozione di rifiuto deve interpretarsi in senso estensivo e circoscrivere la fattispecie esclusa, relativa ai sottoprodotti, alle situazioni in cui il riutilizzo di un bene, di un materiale o di una materia prima non sia solo eventuale, ma sia certo, senza trasformazione preliminare, e avvenga nel corso del processo di produzione. Con il dlgs 4 del 2008 è stato affievolito il requisito della tracciabilità assoluta, prima ancorata alla certezza dell’utilizzazione risultante da puntuali verifiche e attestazione degli interessati (non c’è più autocertificazione), ma che resta necessario per escludere la disciplina sui rifiuti che a destinare il sottoprodotto al riutilizzo senza trattamento recuperatorio sia il produttore e non un semplice detentore.
Nella fattispecie è stata annullata la sentenza con rinvio, per mancanza dei requisiti essenziali per la qualificazione del materiale come sottoprodotto, essendo stato sottoposto a procedimento di frantumazione(trattamento preliminare) da parte di un dipendente della società nemmeno cessionaria e neppure destinataria finale , quindi da un semplice detentore, gli scarti di produzione venivano accumulati senza alcuna prospettiva di reimpiego dei residui di produzione in analogo o diverso ciclo produttivo o di consumo.