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Climate Change: Congresso scientifico internazionale di Copenhagen del 10-12 marzo 2009

di - 16 Marzo 2009
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L’Università di Copenhagen ha ospitato tra il 10 e il 12 Marzo 2009 un importante congresso scientifico internazionale che ha affrontato il tema “CLIMATE CHANGE: GLOBAL RISKS, CHALLENGES & DECISIONS”. Il Congresso è stato organizzato con la collaborazione di altre nove università costituenti la International Alliance of Research University (IARU) [*].
Al meeting hanno partecipato più di 2000 delegati provenienti da più di 70 paesi, in rappresentanza di importanti Università e Istituti di cultura e ricerca a livello mondiale. Sono stati forniti più di 1600 contributi scientifici da ricercatori di tutto il modo. Hanno altresì partecipato al Congresso il Primo Ministro danese Rasmussen, i ministri danesi per il clima e l’energia, per la ricerca, la tecnologia e l’innovazione, il Presidente dell’IPCC dell’ONU e il Professor Lord Nicholas Stern – della London School of Economics – che, nel 2006, ha predisposto per il governo britannico un rapporto approfondito sulle gravi conseguenze derivanti dai cambiamenti climatici.
L’evento è stato purtroppo ignorato da gran parte dei mass-media italiani mentre ha avuto il dovuto risalto nei report di importanti media internazionali (quali “The Economist”, “BBC NEWS”, etc.).
Dalle conclusioni dei lavori congressuali sono emersi sei “Key Messages” destinati ai politici che parteciperanno alla Conferenza Internazionale sul clima che si terrà nel dicembre 2009 a Copenhagen.
Tali “Key Messages” possono essere così sintetizzati:
1) TREND CLIMATICI
Le peggiori previsioni di cambiamento formulate dal gruppo di esperti Onu (IPCC) si sono concretizzate. Sulla base delle osservazioni effettuate con particolare riferimento all’alto livello di emissioni inquinanti, si evince che i parametri chiave del sistema climatico sono in via di profonda alterazione. Tali parametri includono i) la temperatura media globale ii) l’innalzamento del livello del mare iii) le dinamiche della coltre glaciale e degli oceani iv) l’acidificazione degli oceani v) eventi climatici estremi. Sussistono rischi significativi di una accelerazione dei trend climatici in corso con un conseguente rischio di ulteriori, improvvise ed irreversibili alterazioni climatiche.
2) DISGREGAZIONE SOCIALE
Osservazioni recenti hanno confermato che le società sono molto vulnerabili anche in caso di mutamenti climatici molto modesti, con rischi particolarmente elevati per le nazioni e le comunità più povere. Qualora le temperature salissero per più di 2 gradi centigradi, le società contemporanee sarebbero in grandissima difficoltà e i livelli di disgregazione climatica aumenterebbero per tutto il secolo.
3) STRATEGIA DI LUNGO TERMINE
Un’azione di mitigazione dei cambiamenti climatici (“effective mitigation”) rapida ed effettiva basata su interventi regionali e globali è indispensabile. Ogni ulteriore ritardo nelle “mitigation actions” comporterà significativi incrementi nel lungo termine dei costi sociali ed economici di “adaptation and mitigation”.
4) EQUITY DIMENSIONS
I cambiamenti climatici hanno avuto ed avranno effetti molto differenziati tra le popolazioni e tra le varie nazioni e regioni. E’, conseguentemente, necessario definire una complessiva e differenziata “mitigation strategy”, anche al fine di dare adeguata protezione alle regioni più povere e più vulnerabili.
5) INACTION IS INEXCUSABLE
Non ci sono giustificazioni o pretesti per l’inazione. Le società contemporanee dispongono di molti mezzi dal punto di vista tecnologico, economico, comportamentale e gestionale per affrontare le sfide connesse ai cambiamenti climatici. Ora è necessario agire a livello globale in modo estremamente determinato .
6) MEETING THE CHALLENGE
Riportiamo qui di seguito il testo ufficiale in lingua inglese del sesto “Key Message”:
To achieve the societal transformation required to meet the climate change challenge, we must overcome a number of significant constraints and seize critical opportunities. These include reducing inertia in social and economic system; building on a growing public desire for governments to act on climate change; removing implicit and explicit subsidies; reducing the influence of vested interests that increase emissions and reduce resilience; enabling the shifts from ineffective governance and weak institutions to innovative leadership in government, the private sector and civil society; and engaging society in the transition to norms and practices that foster sustainability“.

Le conclusioni dei lavori congressuali saranno raccolte in un “Synthesis Report” che sarà pubblicato nel Giugno 2009. Tale documento di sintesi sarà consegnato dal Governo della Danimarca a tutti i partecipanti alla United Nations Climate Change Conference (COP 15) che si terrà nel Dicembre 2009 in Copenhagen (“ApertaContrada” predisporrà un report on-line su tale importante documento subito dopo la sua pubblicazione).

Vogliamo in chiusura ricordare due importanti dichiarazioni rilasciate a margine dei lavori congressuali rispettivamente dall’economista Lord Nicholas Stern e dal Primo Ministro danese Rasmussen. La prima: “I think it’s very important that we understand the magnitudo of the risk we are running“. La dichiarazione del Primo Ministro della Danimarca è stata la seguente: “Business as usual is dead – green growth is the answer to both our climate and economic problems“.

* IARU: 1) Australian National University 2) ETH Zurich 3)National University of Singapore 4) Peking University 5) University of California – Berkeley 6) University of Cambridge 7) University of Copenhagen 8) University of Oxford 9) University of Tokyo 10) Yale University.


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