La Rivista che oggi vede la luce prende nome dal titolo della scena con cui si apre l’ultimo atto del Faust di Goethe. Questo infatti la Rivista aspira ad essere: una “offene Gegend“, una contrada, un luogo aperto alla comprensione della società che cambia sotto i cruciali e cospiranti profili del suo diritto e della sua economia. Vuole essere così una rivista scientifica ma non tecnica. La scientificità è in sé. Solo il rigore del metodo e quindi la chiarezza sui presupposti da cui si muove e sull’indagine che si intende svolgere consentono di dire che si cerca di capire ed anzitutto che cosa. Ma la rivista non è tecnica perché il campo di riferimento è la società nel suo insieme: non le sue aggregazioni, su cui si ferma il sociologo, non le sue specificità giuridiche ed economiche, raffinatezze per giuristi ed economisti. Il cambiamento della società coinvolge tutto e tutti. La Rivista si limiterà a riflettere sul diritto e sull’economia che si trasformano in questo Paese, o che, viceversa, non si trasformano, mantenendo in vita privilegi o situazioni di svantaggio che ne rallentano lo sviluppo. Tanto per fare qualche esempio, non si preoccuperà della “causa del negozio giuridico” ma di concorrenza, di class actions e di tutela dei consumatori; non del “potere discrezionale della pubblica amministrazione“, ma di ambiente, energia, rifiuti, servizi pubblici, nella loro duplice veste, giuridica ed economica; ed ancora, non di federalismo in astratto, ma di federalismo fiscale e di regioni di fronte alla localizzazione delle centrali nucleari.
L’intento per cui nasce ha determinato la sua veste. In termini generali aspira ad essere incisiva e quindi a rappresentare problemi, processi in corso, proposte, in forma limpida e breve. Assume come regola fondamentale di comportamento dei suoi autori la piena libertà di opinione, ma l’altrettanto piena e rigorosa informazione.
La Rivista ritiene che in questo Paese la libertà di manifestare il proprio pensiero sia severamente limitata a chi ha avuto l’abilità o il privilegio di conquistarsi un luogo in cui esprimere e quindi far conoscere ciò che pensa. Per questo motivo essa accoglie volentieri opinioni, commenti, critiche dei frequentatori del sito, alla sola condizione che siano espressi in forma civile.