Presentazione: Detti e contraddetti sulla pólis
Fine della tradizione, dispotismo del presente sovente in conflitto con una percezione distorta del passato non disgiunta da una simultanea tendenza a celebrare retoricamente le vestigia della storia, lasciandone morire gran parte. Al contrario il passato va liberato dal culto e trasformato in passato vivo. Come è opportuno fare tornando a parlare di pólis.
Con la battaglia di Cheronea finisce il grande periodo della pólis e di tutta la civiltà classica che in questa istituzione aveva trovato la sua linfa vitale. Per l’uomo greco la pólis aveva rappresentato la sua patria, la sua religione, la sua tradizione, le norme della sua condotta e il significato della sua esistenza. Tuttavia, benché questo regime sia andato in pezzi, il dibattito teorico, la seduzione e l’influsso esercitati dal concetto classico di pólis – insieme al modello di democrazia e buongoverno che esso sottende – sfideranno il tempo.
A dimostrazione di come vi sia bisogno di un profondo impegno verso i padri del passato e la tradizione anche nel caso occorra rompere con essa, “ApertaContrada” concentra l’attenzione sulle grandi tappe della riflessione sulla pólis, vero e proprio ceppo originario dello sviluppo delle democrazie occidentali. Tutte le società sono inestricabilmente legate alla storia. Ma per la qualità del governare, le forme del passato, i vecchi gusci devono ospitare il nuovo. Come nel caso della pólis, entità immaginata e istituita nelle età più remote, in grado di diventare via via presenza nel presente.
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