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Paternalismo e Immuni

di - 29 Maggio 2020
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I dilemmi dell’essere padri: zucchero, sigarette, contact tracing. Domande sul se, quando e come regolare.

Si discute molto del ricorso ad app per il contact tracing, (utili a identificare persone che potrebbero essere venute a contatto con una persona infetta) per impedire l’ampia diffusione del Covid-19. L’impiego di un’app del genere può essere imposto? E se non è possibile, o preferibile, come indurne l’utilizzo? Quale soluzione appare la più adeguata per un ordinamento che si definisce democratico[1]?

INTERDIPENDENZA E CONTROLLO.

Diane Coyle, economista e professore di politiche pubbliche all’università di Cambridge, ha sottolineato in un recente articolo Covid-19 and the End of Individualism che il declino della produzione complessiva in tutto il mondo, il massiccio aumento di disoccupazione causate dal Covid-19 proverebbe che Adam Smith aveva ragione nel dire che la divisione del lavoro ha la capacità di migliorare tutti i partecipanti[2].

L’interdipendenza della specializzazione comporta che “ciò che influenza alcune parti influenza sostanzialmente il tutto. Questa rete di collegamenti è quindi una vulnerabilità quando interrotta”. Le tecnologie hanno intensificato le possibilità di effetti di ricaduta grazie alle “sofisticate reti logistiche e alle catene di approvvigionamento just in time. La natura stessa dell’economia digitale significa che ciascuna delle nostre scelte individuali influenzerà molte altre persone”. La raccolta di dati nella maniera più esauriente possibile per rendere efficaci decisioni “globali” e di politica collettiva da parte dei governi risulta prevalente anche rispetto alla privacy: in particolare con riferimento alla necessità di conoscere la natura, le trasmissioni e gli impatti del coronavirus per progettare e attuare efficaci risposte, compresa la pianificazione del ritorno alla normalità.

Dal momento che l’approccio è efficace solo se una percentuale sufficientemente elevata della popolazione utilizza la stessa app e condivide i dati raccolti, e che, se si decide di trattenere informazioni sui movimenti e contatti, ciò influenzerebbe negativamente tutti, in virtù dell’obiettivo collettivo che supera le preferenze individuali… risulta del tutto coerente l’importanza di scaricare le app scelte dal governo sui rispettivi dispositivi mobili, di consentire di raccogliere le informazioni personale essenziali per tracciare i movimenti e le attività delle persone, consentire l’invio e l’integrazione dei propri dati con quelli trasmessi da altri.

Dall’altro lato dell’oceano, Richard Ebeling, liberista, ha risposto criticamente a questo articolo: le interdipendenze nazionali e globali dell’articolo della Coyle portano alla conclusione che oltre all’attuale crisi sanitaria, i governi e altri associati ai governi dovrebbero avere il potere di raccogliere e utilizzare una vasta gamma di frammenti di informazioni su tutti, sempre; la pandemia proverebbe la necessità di una maggiore azione collettiva organizzata politicamente, sia nell’attuale crisi che nelle prospettive future e quindi, al posto dell’economia di mercato, dovrebbe imperare il paternalismo politico nelle forme di regolamentazione e controllo[3]. Osserva Ebeling che peraltro conservatori e “progressisti” vogliono entrambi l’uso massiccio e la raccolta dei dati, sebbene per finalità differenti: i primi per la sicurezza nazionale per combattere il terrorismo, i trafficanti di droga, i clandestini; i secondi per combattere i “crimini d’odio”, i trafficanti di esseri umani, per la migliore gestione dei servizi pubblici. Dalla combinazione delle due categorie rimane escluso ben poco.

Il dibattito ha avuto luogo su siti web di buona diffusione, e coglie un problema centrale: quali debbano essere i limiti alla raccolta, alla gestione e all’uso di dati per finalità di pubblico interesse in un contesto in cui, in virtù dell’evoluzione della società, questi dati sono diventati indispensabili.

IL PATERNALISMO

Da più parti, in particolare nei dibattiti nei paesi di matrice anglosassone, si sta discutendo di paternalismo in merito all’approccio di politiche pubbliche alla pandemia in corso[4].

Il paternalismo è una concezione politica che, si sostiene, si fonda sul presupposto che l’uomo sia un essere “fragile, vulnerabile, a razionalità limitata, esposto alle insidie del mondo, incapace di scegliere fra il bene e il male, e perciò bisognoso di tutela e di una guida che ne illumini il cammino”: in quanto tale, esso “non è un tipo di potere, ma un modo di giustificarlo”[5].

Le concezioni moderne del paternalismo derivano dal filosofo politico e morale John Stuart Mill, secondo cui il potere dovrebbe essere esercitato su un’altra persona libera se l’azione di quest’ultimo azioni causi danni a qualcun altro[6]. L’impatto su terzi giustifica il potere e quindi la limitazione della libertà.

La più recente declinazione di successo del paternalismo è quella libertaria, che consiste in un insieme di interventi che cercano di superare le inevitabili distorsioni cognitive e le inadeguatezze nell’assumere decisioni degli individui tenendone conto in modo da influenzare le decisioni (in un modo facilmente reversibile) e indirizzarle verso scelte che l’individuo avrebbe fatto se avesse potuto disporre senza limiti di tempo e di informazioni e se avesse avuto le abilità analitiche ai un razionale decisore (più precisamente dell’Homo Economicus)[7]. In questa visione, i fallimenti della razionalità giustificano interventi pubblici. L’economista di Chicago Richard Thaler e il giurista Cass Sunstein hanno infatti sviluppato il concetto di nudge come strumento di conciliazione tra l’intervento statale “paternalistico” e la libertà dell’individuo: fornire alle persone informazioni sui comportamenti corretti non è sufficiente per ottenere un cambiamento degli stessi, ma si possono introdurre modifiche strutturali agli ambienti per facilitare il comportamento desiderato: mettere a disposizione all’ingresso dei locali il disinfettante ne incentiva l’uso e quindi una migliore igiene.

Il principio del paternalismo, si è notato, ha informato le politiche pubbliche, in particolare in tema di assistenza sanitaria: esse a livello statale tendono a concentrarsi principalmente sulle malattie che possono arrecare danno a coloro che non ne sono affetti. E così negli ultimi tempi tutti i paesi democratici sono stati impegnati in dibattiti sui confini del paternalismo[8]: si pensi al dibattito italiano sulle leggi antifumo, sulla sicurezza alimentare, sulle bevande zuccherate, sulle vaccinazioni ai bambini.

Il principio a sostegno dell’adozione di misure paternalistiche in materia di salute pubblica è la protezione dei propri cittadini dai pericoli; in periodi di crisi, così come durante i periodi di normalità, come appunto nel caso di campagne antifumo e dallo zucchero.

Note

1.  E. Nasi – G.Santoni, Il contact tracing: tra tutela dell’individuo ed efficacia dell’azione pubblica. L’esperienza Cinese e le sfide al sistema di valori europeo, Apertacontrada.it, 24 aprile 2020; F. Ballaguer Callejon, Social network, società tecnologiche e democrazia, nomos-leattualitaneldiritto.it; E. Carloni, “Fisime per la privacy”? Protezione dei dati personali e interesse pubblico nella pandemia, astrid-online.it, P. Clarizia – E. Schneider, Luci e ombre sulla procedura di selezione di “Immuni”, l’app del governo di tracciamento del contagio da Covid-19, irpa.eu, D. De Falco – M. L. Maddalena, La politica del tracciamento dei contatti e dei test per covid-19 alla luce delle ultime direttive OMS: nessun ostacolo giuridico impedisce di utilizzare il “modello coreano” anche in Italia, Federalismi.it, G. De Minico, Virus e algoritmi. Impariamo da un’esperienza dolorosa, lacostituzione.info, G. Della Morte, La tempesta perfetta covid-19, deroghe alla protezione dei dati personali ed esigenze di sorveglianza di massa, sidiblog.org, S. Dominioni, Nel ginepraio delle app di tracciabilità, ispionline.it, M. Farina, La data protection ai tempi del coronavirus tra prevenzione dei reati e repressione del contagio; M. Fasan, La tecnologia ci salverà? intelligenza artificiale, salute individuale e salute collettiva ai tempi del coronavirus, biolaw.it; F. P. Micozzi, Le tecnologie, la protezione dei dati e l’emergenza coronavirus: rapporto tra il possibile e il legalmente consentito, biodiritto.org, N. Miniscalco, La sorveglianza attiva per contrastare la diffusione dell’epidemia di Covid-19: strumento di controllo o di garanzia per i cittadini?, osservatorioaic.it, 2020; E. Schneider, “Immuni”, l’app del governo per il tracciamento del contagio da Covid-19, irpa.eu, G. Tropea, Il contact tracing digitale e l’epidemia: sindrome cinese?, LaCostituzione.info; G. BISCONTINI, M. E. COMBA, E. DEL PRATO, L. A. MAZZAROLLI, A. POGGI, G. VALDITARA, F. VARI, Le tecnologie al servizio della tutela della vita e della salute e della democrazia. Una sfida possibile, Federalismi.it; O. Pollicino – F. Resta, Data tracing, no a deleghe in bianco all’algoritmo, Corrierecomunicazioni.it; G. M. Ruotolo, Alcune osservazioni sulle app di tracciamento dei contatti e dei contagi alla luce del diritto dell’organizzazione mondiale del commercio, sidiblog.org; E. Cirone, L’app italiana di contact tracing alla prova del GDPR: dall’habeas corpus al ratchet effect il passo è breve?, sidiblog.org.

2.  project-syndicate.org/commentary/covid19-economic-interdependence-waning-individualism-by-diane-coyle-2020-05

3. aier.org/article/the-coronavirus-and-the-attack-on-liberty-and-privacy/

4. bluesci.co.uk/posts/to-do-no-harm-the-rise-of-paternalism-in-the-era-of-a-pandemic; telegraph.co.uk/news/2020/03/02/state-must-ditch-paternalistic-chaotic-approach-coronavirus/. Il paternalismo nel periodo del Covid-19 viene supportato anche dal sito manifesto del Libertarianismo, libertarianism.org. Nell’articolo N. K. Badhwar, Rights in the Time of Coronavirus, si rileva che la maggior parte delle libertà, se esercitate, potrebbero imporre un danno potenzialmente grave agli altri. Data l’elevata incidenza di individui infetti asintomatici (…) non abbiamo il diritto di rischiare di danneggiare gli altri, il divieto di attività potenzialmente dannose non costituisce una violazione dei nostri diritti. Come dice il proverbio, “La tua libertà di oscillare il pugno finisce dove inizia il mio naso”. Inoltre, la maggior parte delle azioni ordinate sono necessarie per appiattire la curva e impedire che il sistema sanitario venga sopraffatto.

5. V. Mura, Paternalismo e democrazia liberale: un equivoco da chiarire, Meridiana, 2014, 47. Sul tema si v. anche M. Cuomo – R. Sau, Ripensare il paternalismo in epoca neoliberale, ibidem, 29-46; F. Zappino, Il paternalismo, tra ≪proibizione≫ e ≪disciplinamento≫: un percorso critico nellaletteratura contemporanea, ibidem, 151.

6. J.S. Mill, Sulla libertà, trad. it., Milano, 1990, pp. 31-35. Si fa riferimento anche al paternalismo giuridico, come a la concezione etico-politica secondo la quale lo Stato, o un soggetto autorizzato dallo Stato, ha il diritto di usare la forza, contro la volontà di un individuo adulto, anche qualora le sue scelte siano, ad esempio, sufficientemente coerenti, basate sulla conoscenza dei fatti rilevanti e libere da coazione, al fine, esclusivo o principale, di tutelare (quelli che vengono considerati) i suoi interessi, ovvero (ciò che viene qualificato come) il suo bene; in particolare al fine di evitare che questi, tramite un’azione o un’omissione, cagioni, o rischi, o tenti, in modo significativo di cagionare, a se stesso (ciò che viene considerato) un danno, ad esempio fisico, psicofisico, economico (G. Maniaci, La forza dell’argomento peggiore. La retorica paternalista nell’argomentazione morale e giuridica, Ragion Pratica, 2012, 205).

7. R. Rebonato, Taking Liberties: A Criticai Examination of Libertarían Paternalism, Londra 2012, 6. I contributi citati si occupano tutti del tema: di ampio respiro e di taglio critico è M. Galletti – S. Vida, Libertà vigilata. Una critica del paternalismo libertario, Firenze, 2018. Sul paternalismo si vv. i contributi di G. Dworkin, Paternalism, The Monist, 1972, 64-84, e Moral Paternalism, Law and Philosophy, 2005.

8. E così, nel Regno Unito, la più grande campagna paternalistica di salute pubblica è stata la lotta nazionale contro il fumo: l’intervento di movimenti quali “Stoptober”, manifesti e immagini con messaggi anti-fumo, aumento della tassazione delle sigarette. In secondo luogo, altro caso, più controverso è stato l’introduzione del prelievo per l’industria delle bevande analcoliche (SDIL), o “Sugar Tax”, oggi applicata in almeno 39 del paesi del Mondo, tra cui Francia, Regno Unito , che agisce come deterrente dal consumo di bevande non salutari e prevista nei commi 661-676 della legge di bilancio 2020 (30 dicembre 2019, non 160).

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