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La finanza UE al tempo del coronavirus

di - 31 Marzo 2020
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Come si è anticipato, la difficoltà del momento, induce il nostro Governo ad assumere provvedimenti eccezionali con i quali venire incontro ai lavoratori, alle imprese e alle famiglie che devono subire i negativi riflessi economici di tale stato di cose. Quando l’Italia si accorge di essere il paese più colpito del pianeta dopo la Cina (solo a fine marzo 2020 superato dagli USA) deve prendere atto con amarezza che la sospirata solidarietà che Essa attende dalla Europa purtroppo, sinora, non è venuta; per converso, si riscontra un atteggiamento difensivo di molti Stati membri (chiusura delle frontiere, blocco delle linee aeree ecc.) che, oltre a deludere tutti gli europeisti convinti, come me, ha fatto temere a molti l’implosione dell’UE. Ciò a fronte di inaspettati interventi a sostegno della nostra sanità collassata da parte della Repubblica Popolare Cinese, della Federazione Russa e degli Stati Uniti d’America. Significative, in proposito, sono le considerazioni di Massimo Cacciari sul post-coronavirus: «mi pare proprio che sarà una pietra tombale […] (per l’Unione) […], per quanto la speranza sia l’ultima a morire. […] mi pare che ormai il sogno europeo dobbiamo metterlo via. Il coronavirus è stato il colpo di grazia per una situazione già compromessa. Mi auguro ardentemente di sbagliare però»[44].
In effetti, l’unica concreta forma di intervento sovranazionale è consistita finora nel  sostegno della BCE, di cui si è detto. Tale intervento destinato a fornire liquidità consiste in un aumento del Quantitative Easing in previsione di un massiccio programma di prestiti a lungo termine, il cosiddetto TLTRO III[45]. Tuttavia esso appare subito insufficiente considerata la gravità della situazione, non solo del nostro Paese, cui deve porsi rimedio. I mercati ritengono inadeguate tali misure e, come si è anticipato, si assiste ad un vertiginoso calo delle «borse» mondiali, le quali raggiungono minimi vicini a quelli del 2008[46].
Questa situazione di ritrosia interventistica dell’Unione sembrava destinata a dissolversi quando, su proposta della Commissione, è stato raggiunto un accordo circa la sospensione delle stringenti regole fiscali dettate dal patto di stabilità. Di fronte al dilagare del contagio, che ha colpito indistintamente numerosi paesi europei, si diffonde il convincimento che necessita resistere allo shock di una prevedibile emergenza economica di proporzioni incalcolabili, destinata di certo a sopravanzare quella sanitaria. I Governi responsabili comprendono che deve essere evitato un possibile disallineamento tra un’indispensabile espansione monetaria e i vincoli di una regolamentazione restrittiva. Purtroppo il passo successivo e decisivo stenta ad essere compiuto.
In questo scenario l’imperativo categorico deve essere quello di rinvenire i mezzi finanziari per far ripartire l’economia europea bloccata a causa del coronavirus, di addivenire quindi a «più elevati livelli di debito pubblico», come suggerisce Mario Draghi[47]. La BCE – di fronte al giusto risentimento del Presidente della Repubblica italiana per la mancanza di solidarietà ed alla presenza di azioni destabilizzanti[48] -, forse sollecitata al suo interno dal componente italiano del comitato esecutivo[49], muta d’improvviso la sua posizione, procedendo ad una variazione del programma Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) di 750 bilion di euro «to counter the serious risks to the monetary policy transmission mechanism and the outlook for the euro area posed by the outbreak and the escalating diffusion of the coronavirus, COVID-19»[50]. A questa fa seguito la decisione di «allargare le maglie del controllo» – attraverso la concessione di maggiore flessibilità alle banche sui requisiti di capitale e nell’applicazione dei principi contabili  – per consentire un più semplice e spedito accesso al credito ad imprese e famiglie[51]. Di significativo rilievo è anche la raccomandazione alle banche di non distribuire i dividendi durante la pandemia da COVID-19, nonché l’approccio ‘prudente e lungimirante’ nello stabilire politiche di remunerazione[52].
La stessa BCE tuttavia è stata chiara nel sostenere che la politica monetaria non può fronteggiare da sola la crisi, ma che le decisioni più importanti spettano a coloro che determinano le politiche di bilancio.
Da ultimo, la stampa specializzata diffonde la notizia secondo cui la Presidentessa della Bce ha dichiarato «di prendere in seria considerazione l’idea di un’emissione congiunta one off di coronabond per arginare gli effetti della pandemia da coronavirus»[53]. Non può omettersi di considerare, tuttavia, che il carattere one off di tale intervento e la opposizione di Germania, Olanda e altri Paesi del Nord Europa (da sempre contrari a tali emissioni) ridimensionano le aspettative di un cambiamento di prospettiva e vivificano il clima di incertezza sul futuro dell’Unione.
Per questa ragione la Commissione UE ha cercato di dare segnali rasserenanti. La Presidentessa Ursula von der Leyen, invia un videomessaggio pronunciato in italiano nel quale esprime vicinanza, condivisione e solidarietà[54]. Ella forse ha compreso appieno la tensione non solo sociale ed economica ma anche politica che il coronavirus ha scatenato, le sue parole dichiarano che l’Europa esiste ed intende mettere le sue forze a disposizione dei paesi colpiti da eventi eccezionalmente dannosi. È il messaggio atteso dopo l’iniziale indifferenza (da parte di alcuni Stati membri) di cui si è detto, la quale sembrava volta negare ogni aspettativa di coesione e spirito di unitarietà[55].
Alle parole sono seguiti subito i fatti. La Commissione propone di applicare con flessibilità le regole UE per rispondere anche alle esigenze umane oltre che a quelle socio economiche dei paesi europei; ciò addivenendo ad una sospensione del ‘Patto di stabilità’ affinché, come la Presidentessa Ursula von der Leyen tiene a precisare, gli Stati possano «affrontare la crisi sanitaria e le sue conseguenze economiche dirette»[56]. Tale apertura alla flessibilità è, tuttavia, mitigata dalla puntualizzazione che «la deviazione dagli obiettivi di bilancio deve essere temporanea», quasi ad indicare la necessità che il Patto resti in vigore. Se ne deduce la consapevolezza che, all’interno dell’UE, permangono tuttora vaste aree nelle quali non è stata ancora del tutto debellata la logica (ispirata al liberismo ed all’individualismo) che impedisce di accettare la prospettiva di un rinnovamento delle regole, la cui sperimentazione – come si è detto – non ha prodotto esiti positivi, lasciando immutate nel tempo le diversità e l’intento di contenere il processo di integrazione entro ben definiti limiti.
È indubbio che il coronavirus abbia segnato una nuova frontiera nel ridurre ad unità gli orientamenti in ordine alla costruzione europea; di ciò è conferma nel diffuso convincimento che devono ritenersi ormai superati gli strumenti utilizzati in occasione della crisi del 2007, la quale ha avuto un’origine finanziaria e, dunque, legata ad asimmetriche forme reattive[57]. Più in generale, si deve prendere atto della necessità di abbattere gli ambigui baluardi di posizioni d’interesse e/o egemonia, che sono di ostacolo nella «determinazione di intenti comuni» finalizzati al conseguimento di obiettivi da molti paesi accettati soltanto a livello formale.

6. Rilevante, in tale contesto, è anche la riflessione che l’autorità governativa italiana conduce, a livello internazionale, in ordine alla possibilità di utilizzare strumenti che il regolatore europeo ha creato con la finalità di dare un supporto a paesi in difficoltà economiche. Mi riferisco, in particolare, alla intervista rilasciata dal Premier Conte al Financial Times il 20 marzo 2020; nell’occasione è stata prospettata la richiesta all’Unione di fruire del MES – noto come ‘Fondo Salva Stati’ – in quanto questo ultimo, con la sua disponibilità di 500 miliardi di euro, è in grado di aiutare l’economia del continente a superare «uno choc globale senza precedenti»[58]. Tale proposta ha suscitato perplessità, a livello interno, sulla base della considerazione che in passato l’Italia – anche nella fase più acuta della recente crisi finanziaria (2011-2012) – non ha mai aderito all’invito dei maggiori paesi creditori e di alcune istituzioni di richiedere l’assistenza di tale Fondo[59]. Ciò ha permesso di evitare l’automatico assoggettamento del nostro Paese al regime di sorveglianza rafforzata, che avrebbe comportato il sostanziale “commissariamento” della politica economica italiana.

Note

44.  Cfr. l’intervista di Bedini Crescimanni intitolata Massimo Cacciari: il coronavirus è la pietra tombale sulla integrazione europea, sarà la Cina a risollevare l’Italia, visionabile su https://it.businessinsider.com/massimo-cacciari-il-coronavirus-e-la-pietra-tombale-sullintegrazione-europea-sara-la-cina-a-risollevare-litalia/

45.  Tale programma è completato dalla previsione di acquisto di asset per un ammontare supplementare di 120 miliardi di euro fino alla fine del 2020, mentre nessuna modifica è arrecata ai tassi d’interesse; decisione di immobilità che non è piaciuta ai mercati. In argomento cfr. https://www.soldionline.it/notizie/economia-politica/diretta-bce-12-marzo-2020#001?cp=1

46.  Cfr. l’editoriale di Penati intitolato Madame Lagarde e le sofferenze, in Milano Finanza del 16 marzo 2020.

47.  Cfr. l’editoriale di Financial Times citato nella nota n. 7.

48.  Si riporta la nota del Quirinale 12 marzo 2020: «L’Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell’Unione Europea. Si attende quindi, a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione».

49.  Cfr. l’ Intervista con Corriere della Sera del 15 marzo 2020 visionabile su www.ecb.europa.eu/press/inter/date /2020 /html/ ecb.in 200315~d04fd25b5d.it.html nella quale, riferendosi alla conferenza stampa del Presidente della BCE causa di rilevanti controlli in borsa, si precisa: «Al di là di singoli episodi che possono verificarsi in momenti concitati, di grande lavoro e di forte tensione, la Bce e le banche centrali nazionali hanno deciso di intervenire con forza e di applicare tutta la flessibilità necessaria in questo momento, e sono decise a prendere ulteriori misure se necessario».

50.  Cfr. Banca d’Italia, ECB announces a new Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) to counter the serious risks posed by the coronavirus, visionabile su https://www.bancaditalia.it/media/notizia/ecb-announces-a-new-pandemic-emergency-purchase-programme-pepp-to-counter-the-serious-risks-posed-by-the-coronavirus/

51.  Cfr. Massaro, Coronavirus, la Bce «libera» 1.800 miliardi per prestiti a famiglie e imprese, visionabile su https://www.corriere.it/economia/finanza/20_marzo_20/coronavirus-bce-libera-1800-miliardi-prestiti-famiglie-imprese-b000a0ac-6abf-11ea-b40a-2e7c2eee59c6.sht.

52.  Cfr. BCE, recommendation of the european central bank of 27 March 2020  on dividend distributions during the COVID-19 pandemic and  repealing Recommendation (ECB/2020/1), alla quale si rinvia per ulteriori misure di dettaglio. A tale raccomandazione ha fatto seguito analogo provvedimento della Banca d’Italia rivolto alle banche non significative, visionabile sul sito di quest’ultima.

53.  Cfr. l’editoriale intitolato Sì della Lagarde ai coronabond, ma una tantum, visionabile su www.milanofinanza.it/news /si -della-lagarde-ai-coronabond-ma-una-tantum-202003251339293985.

54.  Inequivoche sono le sue parole: «cari italiani, in questo momento difficile, voglio dirvi che non siete soli. In Europa stiamo seguendo con preoccupazione e ma anche con profondo rispetto e ammirazione quello che state facendo. L’Italia è parte dell’Europa, e l’Europa soffre con l’Italia. In questo momento in Europa siamo tutti italiani». Esse sono indicative di una sincera partecipazione al dramma che l’Italia vive, lasciando ipotizzare l’intento di una innovativa apertura nella ridefinizione dei rapporti infrastatuali all’interno dell’Unione; cfr. l’editoriale intitolato Coronavirus, videomessaggio di Von der Leyen: “Siamo tutti italiani”. Il cinese Xi scrive a Mattarella visionabile su www. repubblica.it/politica/2020/03/11/news/xi_jinping_sergio_mattarella-250958105.

55.  Cfr. ex multis l’editoriale intitolato Coronavirus, la denuncia dell’assessore regionale Chiorino: “La Francia blocca le mascherine, il governo intervenga” visionabile su www.lastampa.it/biella/2020/03/18/news/coronavirus-la-denuncia-dell-assessore-regionale-chiorino-la-francia-blocca-le-mascherine-il-governo-intervenga-1.38608838 , ove è riportata la dichiarazione del politico piemontese : «E’ vergognoso che la Francia che dovrebbe essere uno dei nostri più importanti alleati, blocchi alla frontiera migliaia di protezioni che, in questo momento, sono di fondamentale importanza per il Piemonte e per il Biellese».

56.  Cfr. Beda, La Ue attiva le clausole che allentano i vincoli del Patto, in IlSole24Ore del 21 marzo 2020.

57.  Cfr. Beda, Non possiamo farcela con gli strumenti anti crisi di 10 anni fa, in IlSole24Ore del 22 marzo 2020.

58.  Cfr. l’editoriale intitolato Coronavirus, Conte al Ft: “Attivare Mes contro shock globale senza precedenti“, visionabile su https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2020/03/20/coronavirus-conte-attivare-mes-contro-shock-globale-senza-precedenti_jEL5m3NI2jVucXl9yB0WTM.html?refresh_ce

59.  Cfr. Perrone – Trovati, Mes, Cinque Stelle contro Conte Il premier insiste: più strumenti, in IlSole24Ore del 21 marzo, ove si riportano le parole del capo politico del movimento 5S «A un Mes senza condizioni non credo», sorprendentemente allineate alla posizione della Lega e Fdi. Di certo può suscitare preoccupazione il fatto che un cambiamento di indirizzo potrebbe dar adito a critiche da parte dei partiti di opposizione, con ipotizzabili intralci nell’azione del Governo. Ed invero, il timore che i mercati rispondano negativamente in presenza di un ricorso tout court al MES appare giustificato ove tale intervento venga interpretato come una dichiarazione di prefallimento, cosa da escludere in questo caso in considerazione dei chiarimenti che accompagnano la proposta in parola.

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