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Regno Unito e Unione Europea: un divorzio maturato da tempo

di - 17 Febbraio 2020
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La presente Lettera Diplomatica sintetizza le considerazioni che ho svolto il 22 gennaio scorso, in occasione di un incontro organizzato dall’Associazione Nazionale Diplomatici a riposo, e le aggiorna.

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Dal 31 gennaio il Regno Unito non fa più parte dell’Unione Europea. Sul piano interno britannico il processo politico di distacco si è aperto con la vittoria – di stretta misura – del movimento per l’uscita in occasione del referendum del 23 giugno 2016; e si è concluso con il successo – questo netto – del Primo Ministro Boris Johnson (e del suo progetto di recesso dall’Unione) nelle elezioni del 12 dicembre 2019. Per l’Unione Europea l’accordo di recesso, negoziato nel corso dei tre anni precedenti, è stato approvato dal Parlamento Europeo il 29 gennaio 2020 e dal Consiglio Europeo il 30 gennaio. Per un periodo transitorio che va fino al 31 dicembre continueranno ad applicarsi al Regno Unito le regolamentazioni europee e le frontiere rimarranno aperte, al fine di consentire un recesso ordinato in attesa della conclusione entro la stessa data di un accordo che regoli le future relazioni tra l’Unione Europea e Londra. Il termine del 31 dicembre potrà essere prorogato di comune intesa. I futuri negoziati sono stati affidati per l’Unione Europea a Michel Barnier, l’ex Commissario europeo che li aveva condotti, con abilità e correttezza, nei tre anni precedenti. I Paesi Membri faranno bene, nel loro stesso interesse, a non farsi irretire dalle blandizie alternate a ricatti che certamente metteranno in atto i britannici sul piano bilaterale; e a rimanere uniti, come hanno fatto finora.

 

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