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Siria: l’attacco del 14 aprile, ed oltre

di - 5 Luglio 2018
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Gli antefatti e le ragioni. Un intervento militare franco-britannico-americano, senza autorizzazione dell’ONU, senza consultazione con la NATO, senza Europa, senza prove provate dall’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche. Del resto, quando si intende attaccare, meglio non annunciarlo con l’altoparlante, ma preparare il terreno con intese discrete con coloro che nello scacchiere contano. In questo caso, i russi. “Siamo stati molto attenti a non colpire i russi” ha dichiarato candidamente lo Stato Maggiore americano. L’intervento del 14 aprile si è risolto in un gesto circoscritto, pressoché dimostrativo. Effettivamente “mirato, proporzionato”, ancorché discutibile se propriamente “legittimo” in assenza di una Risoluzione ONU. Peraltro il quadro di legittimità in questi anni in Siria (e altrove) è stato mille volte violato, se si pensa alla miriade di risoluzioni adottate su cessate-il-fuoco e lotta al terrorismo, regolarmente disattese. La legalità internazionale in Siria è malauguratamente un ‘optional’. In ogni caso, l’uso di armi chimiche è proibito da un centinaio di anni, e certamente dal 1993.

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