TAR Lazio, Sez. II, 13 luglio 2017, n. 8454

Il TAR Lazio si pronuncia ancora una volta sul tema delle discariche abusive e sulla questione delle responsabilità e delle competenze in presenza di siti illegali.

Nel 2014 l’Italia veniva sanzionata dall’Unione Europea per aver violato la normativa comunitaria in materia di gestione dei rifiuti con oltre 200 discariche non a norma, per un importo di circa 40 milioni di euro di multa.

Lo Stato ha pagato rivalendosi su Comuni e Regioni interessati dai siti illegali. Pur essendo tale possibilità prevista a norma di legge, secondo  il TAR è mancata completamente una verifica a priori delle responsabilità. Con la sentenza in esame, il giudice Amministrativo ha infatti accolto i ricorsi di vari enti locali, sostenendo che  se da un lato procedure e interventi (prevenzioni, indagini, bonifica ecc) sono realizzati d’ufficio dal comune territorialmente competente e, qualora questo non provveda, dalla regione, per i Siti di interesse nazionale ad esempio la competenza è attribuita al Ministero dell’Ambiente.

Secondo il TAR, il corpus normativo in materia richiede lo svolgimento di una fase propedeutica a quella dell’esercizio dell’azione di rivalsa, vale a dire l’individuazione delle relative responsabilità, che postulano il mancato esercizio del potere di provvedere, e che possono astrattamente sussistere sia in capo allo Stato sia in capo alle Regioni sia in capo agli enti locali. Tuttavia, nel caso di specie, dalle carte emergerebbe che l’Autorità procedente ha automaticamente escluso la responsabilità statale ed ha individuato i Comuni e la Regione come responsabili in solido della violazione, in assenza di qualsivoglia istruttoria volta all’accertamento delle responsabilità attribuite.

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