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Imprevedibilità delle conseguenze dell’urbanistica negoziale: l’urbanistica italiana tra mancato rispetto del principio di concorrenza e rischio di procedure di infrazione per aiuti di Stato

di - 4 Maggio 2017
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E la concorrenza? Proprio il rispetto del principio e applicazione della sua logica, potrebbero soccorrere in attesa di una tale rivoluzione.
Perché non aprire una procedura ad hoc sull’offerta del proponente? La valutazione comparativa delle offerte sarebbe garantita e quindi rispettato l’obbligo della contemperazione degli interessi confliggenti.
La variante avrebbe una maggiore legittimazione.
Un altro accorgimento è rappresentato dalla possibilità di valorizzare lo strumento del piano dei servizi, formato unitariamente al piano generale. In questo piano, di fatto, dovrebbe essere definito il quadro delle opere pubbliche ritenute necessarie e la loro priorità: sicurezza del territorio, risanamento ambientale, welfare urbano, reti tecnologiche, eliminazione di detrattori ambientali e/o paesaggistici, ecc.
Il vantaggio di disporre di un tale elenco «certo» di opere è quello che nello scambio tra potere pubblico di piano (e di variazione dello stesso) e controprestazione richiesta al privato, le opere da realizzare risponderebbero ad un quadro esigenziale predefinito, almeno nelle esigenze fondamentali e accertate del territorio da trasformare.
Non sarebbe, cioè, il risultato di una trattativa puntuale e casuale.
Che, ovviamente, può prestarsi ad arbitrarietà decisionale sino alla acquisizione forzata del consenso, per non dire di aspetti che possono interessare il codice penale.
La storia delle cosiddette «compensazioni» che accompagnano la realizzazione di opere pubbliche è maestra. Soprattutto quando queste – come invece dovrebbero – non sono in «link» con l’opera principale.

5. Un ulteriore vulnus al diritto della UE: il rischio della procedura di infrazione per aiuti di Stato[14]
Questo delle controprestazioni, allorché sono espresse in opere pubbliche, è un caso che presenta ulteriori interessanti profili, in specie quando le controprestazioni sono consistenti economicamente.
Oltre il problema già ricordato dell’obbligo della gara, si può profilare un altro problema.
In fondo queste opere, funzionali alla valorizzazione di una porzione di territorio di proprietà privata e nella quale si svolgeranno attività private anche se di uso pubblico/collettivo, rappresentano un vantaggio per il privato. Più o meno grande, a seconda della loro entità.
Il privato in tale modo viene «aiutato» dall’operatore pubblico, che gli consente di sostenere il costo di realizzazione ed anche di gestione in determinati casi, con la concessione di volumetrie aggiuntive la cui vendita rende possibile realizzare le opere d’urbanizzazione. A guardare alle concessioni demaniali, ad esempio quelle portuali, che presentano notevoli analogie con la contrattazione in urbanistica e nelle quali il rischio di avvio di procedure di infrazione per aiuti di stato è tutt’altro che teorico, sorge il dubbio. Basterebbe vedere quante sono le procedure aperte in molti dei più grandi porti italiani.
Quando il valore economico della controprestazione è elevato e le opere di urbanizzazione che vengono realizzate non rispondono a interesse generale, ma solo allo specifico scopo di rendere realizzabile l’opera/attività privata, non si pone il problema, appunto, di incorrere nella procedura d’infrazione per aiuti di Stato? Che in definitiva sono sempre forme di non rispetti del principio di concorrenza. Anche perché l’opera pubblica in sé non è garanzia di interesse pubblico di una trasformazione urbanistica.

6. Prime conclusioni tentative
Le preoccupazioni di cui sopra – vulnus al principio di concorrenza e rischio di infrazione per aiuti di stato -, forse sono eccessive.
Ma non sembrano infondate e comunque tali da richiedere l’attenzione degli studiosi e forse anche della speciale Autorità Antitrust, se non altro per fugare queste preoccupazioni.
E, più in generale, per progettare una profonda rivisitazione della nostra legislazione urbanistica, soprattutto quella statale, alla quale è affidata la cura e la disciplina della proprietà immobiliare.
Progettazione necessaria non solo per risolvere le questioni alla base dei progetti di legge sul «governo del territorio» che giacciono da tempo in Parlamento o delle leggi urbanistiche e/o di “governo del territorio” regionali, continuamente in revisione, ma anche quelle sollevate in questo scritto.

Note

14.  Debbo questa sollecitazione ad Anna Romano con la quale abbiamo discusso il testo. Ovviamente ogni responsabilità è nostra.

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