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Débat public, referendum e la difficile composizione del dissenso alla realizzazione alle opere di rilevante impatto

di e - 22 Luglio 2016
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Il Consiglio di Stato ha dunque ritenuto che correttamente il decreto ha indetto il referendum non ne ha esteso il perimetro alla regione de Pays de la Loire, nonostante il capoluogo del dipartimento della Loire Atlantique sia anche capoluogo della regione Pays de la Loire.
Chiusa la vicenda giurisdizionale con la decisione di rigetto del 20 giugno del Consiglio di Stato[4], il referendum ha avuto luogo il 26 giugno.
La partecipazione al voto è stata del 51%[5] e la maggioranza degli elettori (55,17%) si è espressa a favore del progetto[6].
L’analisi del voto mostra alcuni dati interessanti. Nei comuni direttamente coinvolti dalla costruzione del nuovo aeroporto la partecipazione è stata elevata ed il “no” ha nettamente prevalso. Contro il trasferimento dell’aeroporto si è espresso il 73,57 % degli abitanti di Notre-Dame-des-Landes, il 69% degli abitanti di Vigneux, il 57% degli abitanti di Treillières.
I comuni limitrofi all’attuale aeroporto si sono di misura espressi a favore del suo mantenimento. Il “si” ha vinto di misura a Bouguenais, comune dove oggi ha sede l’aeroporto, e a Nantes, dove si sono avuti solo 100 voti di differenza tra i due schieramenti. Il “no” ha ottenuto invece il 53% a Rezé..
Sono dati che difficilmente si prestano alla lettura trionfalistica del Presidente del dipartimento della Loire-Atlantique, Phipippe Grosvalet, il quale all’indomani del voto ha dichiarato al giornale Ouest-France les electeurs se sont exprimés clairement: déjà legictime, le projet d’aéroport est plus que jamais soutenu par le peuple. La dèmocratie a parlé, le vote des habitants de la Loire-Atlantique doit etre reconnu e respecté”.
In ogni caso, mentre il primo Ministro Valls ha dichiarato che il governo intende piegarsi alla volontà dei cittadini e che i lavori avranno inizio il prossimo autunno, gli oppositori al progetto continuano a contestare la legittimità del referendum, né intendono arrendersi.
Sul piano giuridico, c’è ancora un fascicolo aperto presso la Commissione europea, che nell’aprile 2014 ha deciso di mettere in mora la Francia, colpevole di non aver correttamente valutato l’impatto ambientale del progetto, e soprattutto gli effetti secondari e cumulativi di questo.
La giustizia europea è stata inoltre investita di diversi ricorsi, da parte degli oppositori i quali sostengono che il progetto violerebbe alcune direttive in materia di tutela dell’habitat di specie protette.
Sul piano dei rapporti di forza, gli oppositori non sembrano intenzionati a sgombrare le zone occupate. D’altro canto, la prospettiva di uno sgombro coattivo, che richiederebbe l’impiego di circa 20.000 uomini, sembra politicamente poco praticabile a pochi mesi dalle elezioni presidenziali.

Scarica allegato – Ordonnance n° 2016-488 du 21 avril 2016

Note

4.  Le Monde, 20 giugno 2016 “Notre-Dame-des-Landes: le Conseil d’Etat donne son feu vert ai référendum”.

5.  Il Primo Ministro Valls ha dichiarato che “le taux exceptionnel de partecipation valide l’intèret de cette consultation”.

6.  I risultati analitici del referendum possono essere consultati su http://www.loire-atlantique.gouv.fr/Actualites/Resultats-de-la-consultation-Nddl.

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