L’Unione Europea, l’Italia e le migrazioni

Nei giorni scorsi la Commissione Europea ha reso noto il testo di una comunicazione inviata al Parlamento Europeo e al Consiglio dal titolo: “Verso una riforma del sistema comune europeo dell’asilo e il rafforzamento dei percorsi legali per entrare in Europa”. Il documento contiene segnatamente un abbozzo di proposta per la modifica del Regolamento di Dublino che attualmente attribuisce la responsabilità della registrazione e dell’eventuale attribuzione dello status di rifugiato o della protezione internazionale, con il conseguente onere del soggiorno, esclusivamente allo stato membro nel cui territorio, approdando in Europa, sia entrato il richiedente l’asilo. In quanto tale il documento stesso costituisce tra l’altro, sul piano politico–negoziale europeo, il primo adempimento dell’impegno degli Stati membri e della Commissione a modificare l’attuale sistema, a fronte della obbligazione degli Stati di “frontiera esterna”, quali in particolare l’Italia e la Grecia, a istituire un numero sufficiente di “hotspots” in cui procedere all’acquisizione dei dati segnaletici relativi all’identità dei profughi.  Le due ipotesi suggerite per la modifica del Regolamento di Dublino contemplano, nel mantenimento dei principî di base attualmente vigenti per quanto attiene l’acquisizione dei dati segnaletici, rispettivamente l’attivazione di un meccanismo correttivo nell’ipotesi di un forte afflusso di profughi mediante trasferimento degli stessi in altri paesi membri secondo una chiava di ripartizione che potrebbe richiamare lo schema di riallocazione dei profughi elaborato lo scorso settembre; oppure l’applicazione sin dall’inizio della procedura, dopo l’identificazione e indipendentemente dalla dimensione dell’afflusso dei profughi, di un criterio di distribuzione dei migranti sulla base della superficie, ricchezza e capacità di assorbimento dei paesi membri…

Scarica il contributo completo in PDF