Consiglio di Stato, Sez. V, sentenza 27 novembre 2015 n. 5375
Il Consiglio di Stato nega che esista alcun “diritto” del concessionario del servizio di smaltimento dei rifiuti ad un aggiornamento automatico dei prezzi relativi al contratto stipulato a valle di un appalto per la gestione del citato servizio.
Ribadendo che le clausole che escludono la revisione automatica del canone sono nulle, i Magistrati di Palazzo Spada hanno tuttavia statuito che tale revisione non può operare in automatico, ma può aversi solo in base ad un’ istruttoria svolta dalla P.A. in base all’art. 115 del Codice Appalti, in primo luogo in considerazione dei dati forniti dalla sezione centrale dell’Osservatorio dei contrati pubblici, nonché in base a quelli forniti dall’Istat. All’esito di tale istruttoria, la P.A. emanerà un provvedimento autoritativo a natura discrezionale per la revisione dei prezzi. Proprio la natura autoritativa e discrezionale del provvedimento fa sì che in capo al concessionario si configuri un interesse legittimo. Pertanto, sarà l’eventuale diniego di revisione dei prezzi ad essere oggetto di impugnazione, la mancanza della quale osta all’accoglimento delle pretese di parte attrice.
https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/Attivita/consigliodistato/index.html