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Burocrazia: “tela di Penelope” o semplificazione?

di - 3 Aprile 2014
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Inoltre, il Parlamento ha legiferato ripetutamente in materia di liberalizzazioni (con il decreto-legge 13 agosto 2011, convertito con modificazioni dalla L. 14 settembre 2011, n. 148, successivamente con il decreto-legge “Salva Italia” e con il decreto-legge n. 1 del 2012 “Cresci Italia”) prevedendo che è “libero tutto quello che non è vietato”. Il decreto “Semplifica Italia” ha previsto l’individuazione tassativa delle attività sottoposte ad autorizzazione, a SCIA ovvero a mera comunicazione e di quelle del tutto libere.

La percezione
Oggi queste semplificazioni sono alla prova dell’implementazione: il risultato non sarà raggiunto fino a quando la semplificazione non sarà percepita dalle imprese e dai cittadini come un reale beneficio. In Italia, infatti, come nelle esperienze di altri paesi, si registra una difficoltà nella percezione delle semplificazioni e dei connessi risparmi, segnalata dalle stesse associazioni imprenditoriali.
Tra le ragioni della limitata percezione delle misure di semplificazione adottate vi sono:
– l’insufficiente attenzione all’implementazione e le resistenze delle amministrazioni;
– la scarsa comunicazione della semplificazione: se cittadini e imprese non conoscono le semplificazioni, non fanno valere i loro diritti;
– l’effetto “filtro” degli intermediari.

Possibili ulteriori “ricette”
L’esperienza di semplificazione degli ultimi anni, compresa quella realizzata a valle della misurazione degli oneri amministrativi, si è dovuta confrontare con ostacoli e resistenze. Tra questi rientra la tendenza, tipica degli ordinamenti a diritto amministrativo, ad affidare le riforme esclusivamente alla fase normativa. A causa dell’insufficiente attenzione alla fase attuativa, alcuni interventi sono rimasti “sulla carta”. Altri, sebbene attuati, non sono stati di effettivo beneficio per le imprese, per una scarsa conoscenza da parte dei destinatari finali o per difficoltà di implementazione non monitorate in modo tempestivo dalle Amministrazioni. Occorre quindi un vero e proprio salto di qualità che metta al primo posto l’attuazione delle politiche di semplificazione. Il successo di una politica non si misura sulla base del numero delle norme introdotte o eliminate, ma sull’effettiva percezione degli oneri eliminati da parte di cittadini e imprese.

Prevenzione incendi: un buon esempio di semplificazione
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, oltre al conosciutissimo servizio di soccorso, espleta attività di prevenzione incendi da oltre settanta anni.
L’efficacia di tale attività, svolta a tutela dei lavoratori e della pubblica incolumità, è dimostrata dal fatto che il nostro Paese è fra quelli con minor numero di vittime dovute agli incendi (rispetto alla popolazione) e con danni da incendio fra i meno rilevanti (rispetto al PIL).
Ciò nondimeno, il Corpo dei Vigili del Fuoco ha voluto, nel consueto pragmatismo che lo contraddistingue, cogliere l’opportunità di una semplificazione burocratica dei propri procedimenti amministrativi, introducendo criteri di proporzionalità dell’azione amministrativa. In questo l’Amministrazione ha interpretato il sentire comune che la semplificazione burocratica sia una condizione essenziale per recuperare la competitività delle imprese e liberare risorse per la crescita e lo sviluppo del Paese senza aumentare la spesa pubblica.
Utilizzando il nuovo strumento normativo offerto dalla novellata legge 241/90 (legge 122 del 30/2010) che ha introdotto la Segnalazione certificata di inizio attività, è stato ideato un nuovo regolamento di prevenzione incendi, approvato con d.P.R. 151 del 1 agosto 2011, che ha fortemente semplificato i procedimenti autorizzativi.
Obiettivo del regolamento era:
– la riduzione della stratificazione delle norme;
– il maggiore coordinamento fra la pluralità dei diversi soggetti pubblici titolari dei provvedimenti finali;
– la riduzione e la maggiore certezza dei tempi di risposta;
– il taglio deciso dei costi degli oneri burocratici per le imprese;
– l’utilizzo dello strumento digitale;
– l’efficacia dei controlli e il recupero degli arretrati;
A distanza di oltre due anni dalla sua entrata in vigore, il d.P.R. 151 sembra aver centrato molti degli obiettivi che si era prefissato, considerando che sono stati azzerati gli arretrati di prevenzione incendi (concentrando il controllo sulle attività più impegnative) e che, secondo le stime del Ministero della semplificazione, sono stati ridotti gli oneri amministrativi fino a 650 milioni di euro su un totale di 1.410 milioni.
Inoltre è stata buona la percezione dei destinatari del provvedimento, che si è manifestata con l’apprezzamento delle Associazioni più rappresentative delle imprese e dei professionisti del settore.
Dopo la semplificazione amministrativa, l’obiettivo che il Corpo Nazionale sta ora perseguendo è la forte semplificazione delle regole tecniche di prevenzione incendi, che consentirà di armonizzare il complesso corpo normativo esistente semplificandolo e rendendolo al passo con le odierne tecnologie senza, tuttavia, intaccarne l’efficacia.
Questo tipo di semplificazione (denominata semplificazione degli oneri regolatori) è stata adottata dal Consiglio Europeo, che l’ha inserita tra gli obiettivi europei, ed è stata recepita nel nostro Paese dal decreto “Semplifica Italia” che contiene i principi della “Smart Regulation”.
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sta quindi completando un progetto di ampio respiro, particolarmente ambizioso, che muove dal presupposto che una semplificazione efficace non ha “ricette” semplici e non può essere attuata solo con provvedimenti settoriali o parziali che comporterebbero la necessità di continue revisioni, a volte contraddittorie.

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