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Intervento del Presidente Napolitano in occasione della cerimonia commemorativa del 50° anniversario della morte di Luigi Einaudi – Dogliani, 8 ottobre 2011

di - 14 Ottobre 2011
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Abbiamo l’onore di pubblicare le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della cerimonia commemorativa dei 50 anni della morte di Luigi Einaudi a Dogliani.
Pubblichiamo altresì il discorso commemorativo del Prof. Angelo Maria Petroni e l’intervento del Sindaco di Dogliani.

Ho apprezzato le parole del sindaco di Dogliani relative a temi di attualità politica e istituzionale su cui sono intervenuto più volte in questi giorni e su cui egli mi ha così risparmiato di dover ritornare.
Continuo a riflettere sulla lezione e ad attingere all’esempio di rigore e sobrietà del presidente Einaudi. E mi fermo qui visto che qualche giorno fa un’occasionale reminiscenza storica, il richiamo nell’aula del Consiglio comunale di Biella in cui è segnato il posto che fu a lungo di Giuseppe Pella, al governo che Pella formò nel 1953 su incarico di Einaudi, è bastato per indurre solerti commentatori a immaginare disegni e scenari di attualità. Spero si giungerà a recuperare un po’ di distacco nel discutere almeno di fatti storici.
Naturalmente, il ricordo e l’omaggio che oggi dedichiamo a Luigi Einaudi non possono limitarsi all’esperienza presidenziale che pure segnò il culmine della sua operosità e rispecchiò l’intera sua visione non solo istituzionale ma ideale e morale.
Ho perciò molto apprezzato il contributo offerto dal prof. Petroni nel tracciare una sintesi dell’eredità di pensiero e di impegno – politico, pedagogico, comunicativo – di Luigi Einaudi. C’è da rileggere Einaudi, e ci sarebbe anche da ripubblicarlo, ha ragione Petroni. C’è da riflettere con spirito nuovo anche su momenti di dibattito rimasti famosi e però un po’ equivocati come quello tra Croce ed Einaudi, perché (anche se non pretendo di rappresentare il ” lato napoletano” della disputa) quel che a Croce premeva non era confutare le tesi di Einaudi sull’economia, quanto affermare un concetto di libertà e un profilo di Partito liberale non identificabili con alcuna scuola specifica di pensiero economico. E c’è da riflettere egualmente su aspetti misconosciuti del suo pensiero come quella che potremmo chiamarne (con molta approssimazione) la dimensione sociale.
Aspetti importanti sono stati messi a fuoco negli atti di recente pubblicati del convegno della Banca d’Italia, e altri oggi qui nel discorso del professor Petroni. Insomma, occorre portare avanti questo sforzo di valorizzazione piena e unitaria del lascito di ispirazioni e ideali propriamente einudiano. Dovrebbe essere chiaro che ci sono insegnamenti e suggestioni da trarne, superando schemi duri a morire, per un moderno approccio riformista che non può comunque non essere europeista (ed Einaudi fu davvero precursore della scelta federalistica europea anche degli Spinelli e degli Ernesto Rossi, che d’altronde non mancarono mai di riconoscere questo loro debito ed ebbero personalmente con Einaudi un rapporto fecondo).
È bello discutere di ciò in una sede come questa, dinanzi agli stendardi del comune di Dogliani e della Regione Piemonte perché c’è bisogno di questi nutrimenti per portare la politica , e la dialettica politica nelle nostre istituzioni, al livello di dignità e nobiltà cui debbono aspirare.

Evento collegato:

Dogliani saluta il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della celebrazione commemorativa nel 50° Anniversario della morte di Luigi Einaudi
8 ottobre 2011


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