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Sistema Idrico Integrato: ma siamo capaci di fare le gare?

di - 10 Febbraio 2010
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Rimaniamo concentrati sul fine, senza innamorarci del mezzo.

La soluzione più evidente è quella di creare un Authority di settore che aiuti i Comuni (per la precisione, le Autorità di Ambito Territoriale Ottimale – ATO – che i Comuni devono costituire). Tale percorso appare però lungo e complicato, con il rischio di concludersi a giochi fatti. L’impegno più rilevante si concentra infatti nella predisposizione degli atti di gara e quindi è temporalmente limitato.

È senz’altro più semplice, rapido ed efficiente utilizzare le strutture che già ci sono (Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Unità Tecnica per la Finanza di Progetto, etc.) per trasferire know-how e supportare le ATO e, magari, farci aiutare anche da qualcuno che ha già percorso questa strada e ci può trasferire buone pratiche e le lezioni tratte dagli errori commessi (Gran Bretagna in primis e gli altri paesi europei).

Sono state stanziate risorse per garantire che gli ATO abbiano la stessa forza contrattuale delle loro controparti private? Si pensa di ricorrere a terze parti tecniche? Si stanno facendo dei seri corsi di formazione ai dipendenti della Pubblica Amministrazione che dovranno difendere gli interessi pubblici? Quanti di questi sanno valutare un piano economico e finanziario e gestire le inevitabili variazioni che un rapporto a medio termine comporta?

Passare da un controllo pubblico tramite “nomine” a standard internazionali di controllo pubblico per via “contrattuale” è una rivoluzione culturale per il nostro paese.

In un paese giunto alla democrazia dell’alternanza e, inoltre, impegnato in un percorso federalista, tale rivoluzione è necessaria ed improcrastinabile se si vogliono realizzare progetti di ampio respiro (o anche di respiro ridotto ma quantomeno che durino più di una legislatura).

Preoccupa, pertanto, che nessuno affronti il problema di come attrezzarsi per affrontare tale svolta, evitare errori e, quindi, quei fenomeni di rigetto che possono mettere a rischio il conseguimento degli obiettivi dichiarati dalla riforma e, più in generale, la modernizzazione del nostro paese.

Nota
Per un’analisi pragmatica sui servizi economici di interesse generale nel nostro paese si consiglia di consultare i risultati di un ampio programma di ricerca realizzato sul tema dall’Ufficio studi della Banca d’Italia e riportato in Questioni di economia e finanza n. 18-30. Tale analisi dimostra, tra l’altro, l’inefficacia relativa delle Authority più vicine (e condizionabili) dai territori, come quelle previste per il settore idrico.

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