Commissione europea e Italia, in merito alla cd. penale nucleare

Commissione europea e Italia, in merito alla cd. penale nucleare

Lo Stato italiano è stato messo in mora ed entro due mesi sarà chiamato a giustificare una serie di voci di costo relative alla bolletta dell’elettricità. In assenza di risposte o in presenza di risposte non soddisfacenti dall’Ue, sarà avviata la procedura d’infrazione mirante ad ottenere la cancellazione delle voci. Le norme criticate sono simili a quelle di recente bocciate dalla Corte di giustizia in relazione alla compagnia olandese Essent e le voci rientrano tra  gli «oneri di sistema»: in particolare la voce A2 corrisponde alla «penale nucleare» e copre le spese di smantellamento delle centrali successive al referendum del 1987. Questi oneri costituiscono dei sovrapprezzi che distorcono la concorrenza e favoriscono imprese italiane, in quanto pagate dai produttori di energia in Italia o all’Estero per remunerare solo l’Enel Spa e le società collegate. L’effetto discriminatorio di questo sovrapprezzo non è giustificato dal fatto che le imprese interessate sono state costrette a smantellare gli impianti per ordine delle pubbliche autorità, in quanto qui si tratta di costi inerenti alla chiusura del ciclo del combustibile nucleare e alle attività connesse e devono essere sopportati dai produttori di elettricità:  Secondo il principio “chi inquina paga”, una quota delle risorse finanziarie avrebbe dovuto essere messa da parte dagli operatori nucleari per il trattamento dei residui e il loro stoccaggio a lungo termine in previsione dello smantellamento». Secondo la Commissione Enel sarebbe beneficiaria  anche se le vecchie centrali sono affidate a una società del gruppo, la Sogin, che non produce elettricità e quindi non è in diretta concorrenza con produttori stranieri.