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Consiglio Europeo di Bruxelles 29 – 30 ottobre 2009

di - 17 Novembre 2009
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11) Il livello totale del sostegno pubblico internazionale richiesto è stimato attorno ai 22-50 miliardi di EURO l’anno entro il 2020, sulla base di un’equa ripartizione degli oneri a livello globale in linea con il criterio di ripartizione che deve essere convenuto dalle parti, del regime di governance e di un’erogazione in vista di azioni di mitigazione specifiche e di strategie di sviluppo/piani di crescita ambiziosi a basse emissioni di CO2. Questa forchetta potrebbe essere ridotta in previsione del vertice di Copenaghen.
12) Un quadro istituzionale di governance efficace ed efficiente deve essere elaborato in anticipo sui finanziamenti. Il Consiglio europeo appoggia l’istituzione di un forum/organismo di alto livello, sotto la guida della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), che fornisca tra l’altro una panoramica delle fonti internazionali di finanziamento per il clima nei paesi in via di sviluppo.
13) Tutti i paesi, salvo quelli meno avanzati, dovrebbero contribuire al finanziamento pubblico internazionale secondo un criterio di ripartizione globale e completo, basato sui livelli di emissione e sul PIL, per rispecchiare sia la responsabilità delle emissioni globali sia la capacità contributiva, con un peso significativo sui livelli di emissione. La ponderazione delle emissioni dovrebbe aumentare col passare del tempo per tener conto degli adeguamenti delle economie. L’UE e i suoi Stati membri sono pronti ad assumersi la loro parte del finanziamento pubblico internazionale totale.
14) Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza di un sostegno pubblico internazionale rapido nel contesto di un accordo di Copenaghen completo, equilibrato ed ambizioso. Lo scopo dovrebbe essere quello di prepararsi ad agire in modo efficace ed efficiente a medio e lungo termine e di evitare che interventi ambiziosi vengano ritardati, con un accento particolare sui paesi meno avanzati. Prendendo atto della stima della Commissione, secondo cui è necessario un finanziamento totale di 5-7 miliardi di EURO all’anno per i primi 3 anni successivi ad un accordo ambizioso a Copenaghen, il Consiglio europeo sottolinea che un importo sarà determinato alla luce dell’esito della conferenza di Copenaghen. L’UE e gli Stati membri in tale contesto sono pronti a contribuire con una percentuale adeguata di tali costi.
15) Il Consiglio europeo sottolinea il ruolo delle azioni di mitigazione nella destinazione dei suoli, nel cambiamento di destinazione dei suoli e nella silvicoltura, in particolare creando incentivi per la riduzione della deforestazione e del degrado delle foreste e per la gestione sostenibile delle foreste nei paesi in via di sviluppo. Dovrebbe essere messo a punto un meccanismo fondato sui risultati che riconosca le riduzioni delle emissioni accertate.

La stampa internazionale ha così commentato i risultati del vertice:

“European Union leaders agreed Friday to contribute to a fund helping develop­ing countries tackle global warming, but critics said the bloc had failed to do enough to kick-start stalled talks on reaching a global agreement on climate change by the end of the year.

The offer disappointed many environ­mental campaigners by making the contribution conditional on donations from other nations across the industrialized world, and by failing to identify a precise figure Europe would contribute to the global pot, which the E.U. said could amount to as much as €50 billion, or $74 billion, by 2020” [1].

Note

1.  Cfr. International Herald Tribune del 31 ottobre/1 novembre 2009.

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