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Il Sistema Idrico Integrato tra conflitti d’interesse e ruolo delle Autorità di vigilanza.

di - 16 Dicembre 2008
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Per il Co.Vi.RI  <<L’effetto di questo doppio ruolo dei Comuni e del modo in cui lo hanno interpretato, è stato che “le scelte di governo” del SII sono spesso state dettate o subordinate agli assetti ed agli interessi della gestione, piuttosto che a quelli dei cittadini, delle comunità locali e dell’ambiente>>.
Ciò vuol dire che le esigenze di cassa degli enti locali hanno finito per condizionare, in termini fortemente negativi, le scelte di governo della rete ed in primis quelle sugli investimenti infrastrutturali delle Autorità d’Ambito, con riflessi evidenti sulla qualità dei servizi prestati alla collettività.

Su tale situazione hanno pesato, poi, anche ulteriori aspetti, tra cui il forte deficit di conoscenze e competenze tecniche delle Autorità d’Ambito che ha contribuito ulteriormente ad indebolirne il ruolo rispetto a quello del gestore, con ciò determinando nel funzionamento del SII una vera e propria <<asimmetria di informazione, di conoscenze e competenze fra il committente istituzionale ed il gestore>>. Si è avuto, così, uno spostamento del peso decisionale in favore di quest’ultimo, con il risultato che in molti casi le Autorità d’Ambito non sono riuscite ad esercitare adeguatamente il loro ruolo di governo e cosa ancor più grave che <<le informazioni e le conoscenze su cui si sono formate le decisioni provenivano principalmente, se non esclusivamente, dai gestori, passati, attuali e spesso futuri, con la conseguenza che in parecchi casi le decisioni sono state condizionate, se non “suggerite”, dai gestori stessi, piuttosto che frutto di una autonoma valutazione dei problemi, dei bisogni e delle opportunità che si proponevano>>.

Inoltre, le designazioni delle cariche di governo, effettuate dagli Enti locali, associati nella “forma di cooperazione” prescelta, sono state, quasi sempre, subordinate a logiche di equilibrio politico, ricadendo, molto spesso, su persone prive delle necessarie e basilari competenze tecniche ed amministrative. Ciò ha contribuito non poco a snaturare il carattere ed il ruolo stesso delle Autorità, privandole, molto spesso, di effettiva capacità e forza di intervento.

L’insieme di queste osservazioni descrive una situazione reale ben diversa da quella immaginata e voluta con la riforma del 1994, e con i successivi interventi di modifica, nella quale le Autorità d’Ambito sembrano svuotate di reali e concrete funzioni ed attribuzioni, per apparire, solo formalmente, titolari di compiti di vigilanza, regolazione e pianificazione strategica del sistema. E’ sufficiente pensare che i componenti delle Autorità d’Ambito, alle quali spettano le funzioni di governo e vigilanza, vengono nominati dagli enti locali, a loro volta azionisti delle società di gestione del servizio idrico integrato.

Questo stato di cose, che ha riflessi molto concreti e diretti sulla vita delle persone, delle aziende e quindi sull’intero sistema-paese, è stato agevolato da scelte legislative incomplete che hanno permesso, ad esempio, un massiccio ricorso alle procedure di affidamento in house. I riflessi sulle Tariffe, estremamente disomogenee, anche indipendentemente dalla qualità del servizio erogato, e la drastica  riduzione delle risorse destinate agli investimenti, devono suonare come campanelli d’allarme sulla effettiva  propensione dell’attuale assetto di governo del SII a promuovere sviluppo piuttosto che a sfruttare rendite di posizione acquisite.
Proprio questa metodologia di affidamento e gestione del servizio, divenuta prevalente, ha favorito il sorgere di un innaturale intreccio di ruoli tra controllore e controllato, tra regolatore e gestore, che ha frenato lo slancio riformatore del ‘94, rispetto alla direzione auspicata di una piena liberalizzazione ed industrializzazione del settore.

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