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Perché l’urbanistica non può condividere la teoria del consumo di suolo zero

di - 26 Luglio 2017
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Infine qualche d’uno deve spiegarci come il territorio utilizzato dalle coltivazioni industrializzate possa essere considerato più permeabile e più facilmente reversibile di quello urbanizzato che, come noto, comporta una notevole dotazione di aree a verde ed ha un indice di copertura impermeabile molto inferiore rispetto a quello agricolo in cui sono messe a dimore le serre.


Foto aerea della zona con colture a serra lungo la fascia litoranea della provincia di Ragusa (Click per ingrandire)


Foto aerea di dettaglio delle serre lungo la fascia litoranea della provincia di Ragusa (Click per ingrandire)

Queste sono le ragioni per le quali un’urbanistica, ancor più che una politica, saggia e riflessiva, quella cioè che contemperi gli interessi tra spazio naturale e antropizzato, tra città e campagna, tra pubblico e privato, tra centro e periferia, tra ricchi e poveri, tra giovani e vecchie generazioni, non potrà mai condividere l’applicazione tout court del principio del consumo di suolo zero a prescindere dalla specificità territoriali, così come emerge nei provvedimenti legislativi nazionali e regionali.

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