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Il Sistema Nazionale di Protezione Civile: criticità ed eccellenze

di e - 7 Marzo 2013
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Altre questioni toccate dalla legge 100/2012 che non modificano direttamente la legge 225/1992 riguardano la proprietà della flotta aerea antincendio dello Stato – che passa dal Dipartimento della Protezione Civile (Presidenza del Consiglio) al Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile (Ministero dell’Interno) – e i grandi eventi, per i quali vengono definiti alcuni dettagli relativi alle ultime gestioni commissariali (tra cui l’Expo di Milano 2015), dopo che la legge n. 27 del 24 marzo 2012 aveva già stabilito che non competessero più alla protezione civile.
In sintesi, la norma di riforma della protezione civile ha determinato:
a) l’esclusione del risarcimento dei danni e della ricostruzione dal novero degli interventi di protezione civile;
b) una compressione della durata dello stato di emergenza e la possibilità di dichiararlo anche in previsione dell’evento;
c) il rafforzamento del ruolo di coordinamento del Dipartimento di Protezione Civile e il trasferimento dei compiti operativi al Ministero dell’Economia e delle Finanze ed al Ministero dell’Interno;
d) lo snellimento del bilancio del Dipartimento della protezione civile.

Conclusioni

Fra le attività di protezione civile, che sono quelle volte alla:

–          previsione
–          prevenzione delle varie ipotesi di rischio
–          soccorso delle popolazioni sinistrate
–          ogni altra attività necessaria e indifferibile diretta a superare l’emergenza,
si ritiene che solo la previsione ed il soccorso abbiano raggiunto un buon livello di attuazione, mentre più complesso è il percorso per l’attuazione della prevenzione e della ricostruzione-ripristino delle condizioni pre-emergenza.
Quanto sopra asserito appare ovviamente giustificabile, ma solo in parte, con la motivazione che soprattutto l’attività di prevenzione comporta un notevole investimento nel campo delle costruzioni, degli impianti, delle infrastrutture e più in generale della tutela del territorio.
Possiamo affermare che esistono dei settori di rischio che il nostro Paese ha tenuto sotto controllo (tra questi il rischio incendio e il rischio industriale), tramite un’azione capillare di prevenzione svolta in tempo di pace.  Infatti, statisticamente, il numero di vittime e l’importo dei danni economici rapportati al PIL, conseguenti agli incendi, sono inferiori rispetto agli altri paesi europei.
La prevenzione incendi è stata attuata individuando ottanta tipologie di attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco, in cui sono detenute sostanze pericolose (infiammabili o esplosive) o in cui è presente un numero elevato di persone (alberghi, ospedali, impianti sportivi, locali di pubblico spettacolo). Per alcune di queste attività sono state emanate regole tecniche di prevenzione incendi.
Con riferimento invece al soccorso, la localizzazione delle caserme dei Vigili del Fuoco è stata stabilita in modo da raggiungere ogni area del territorio nazionale in un tempo ridotto (20 minuti).
Le competenze acquisite dagli operatori dei Vigili del Fuoco nelle attività di prevenzione e di soccorso si integrano.
Questo esempio virtuoso potrebbe essere utilmente trasposto ad altri settori.

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