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La Golden Rule per il pareggio di bilancio nel Regno Unito

di - 16 Dicembre 2011
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Nel valutare se il governo stesse rispettando la golden rule occorreva dunque in primo luogo calcolare il deficit corrente, in secondo luogo stabilire l’output gap previsto lungo tutto il ciclo economico, in terzo luogo calcolare il deficit corrente aggiustato per il ciclo lungo tutto il ciclo stesso. Perché la regola fosse rispettata occorreva che la somma dei deficit correnti annuali, aggiustati per il ciclo, risultasse positiva o nulla.

“Datare i trend points non è una scienza esatta … è da esercitare un certo grado di discrezionalità (informed judgement) sull’economia”, osservava il Tesoro [6]. Il governo variò nel corso degli anni sia il tasso di crescita al quale l’economia era giudicata on-trend, sia soprattutto la datazione del ciclo economico. Tali cambiamenti influivano, di conseguenza, sull’output gap. La datazione del ciclo corrente fu cambiata nel 2005, quando l’inizio del ciclo fu spostato dal 1999 al 1997. Nel 2004, l’autorevole prof. Martin Weale (che sarebbe entrato nel Monetary Policy Committee della Banca d’Inghilterra nel 2010 sotto il nuovo governo liberal-conservatore), in polemica con Gus O’Donnell, allora Treasury Permanent Secretary, definì l’introduzione della golden rule come una sciocchezza (“fudge”).

Quanto alla determinazione quantitativa della sustainable investment rule, essa ebbe nel tempo una certa evoluzione. Fermo restando un tetto del debito pubblico netto del 40%, originariamente tale cifra fu indicata come obiettivo da raggiungere nel corso dell’intero ciclo economico, ma nel 2003 si precisò che il debito doveva restare sotto il 40% in ciascun anno del corrente ciclo [7]. Il governo non fornì alcuna motivazione per la scelta del 40%, e l’obiettivo del 60% indicato per il debito pubblico nel Trattato di Maastricht avrebbe ben consentito un limite più alto. Inoltre, non è scontato che una percentuale, opportuna in una certa fase del ciclo, continui ad esserlo in fasi diverse [8].

Fu osservato che un’adesione incondizionata (slavish) alla golden rule può essere economicamente sub-ottimale, soprattutto quando l’attribuzione di una spesa alla parte corrente piuttosto che alla parte in conto capitale nel bilancio pubblico viene determinata da convenzioni (i criteri di contabilità nazionale) piuttosto che da criteri economici, come accade nel caso dell’istruzione pubblica [9].

Circa il quarto punto di cui sopra, l’ultimo utilizzo della golden rule nei documenti di bilancio si trova nel Budget 2008 (marzo). Dopo la crisi della banca Northern Rock nel 2007, la severa dimensione della crisi finanziaria era sempre più chiara, ma la pienezza dei suoi effetti non era ancora avvertita, e il Cancelliere Darling – subentrato a Brown l’anno prima, quando questi successe a Blair come Primo Ministro – spostando la proiezione della fine del ciclo dal 2006 al 2012-13 nonostante l’economia apparisse on-trend già nel 2006, dichiarò che il saldo corrente, nella media del ciclo, era positivo [10].

Tuttavia, nel Pre-Budget Report del novembre dello stesso anno, constatata la diminuzione in atto del PIL, Darling osservò: “applicare le regole in maniera rigida sarebbe perverso e pericoloso … In coerenza col Code for Fiscal Stability [come si ricorda, la fonte ufficiale della golden rule], il governo adotta una temporanea regola operativa, che ci richiede di migliorare ogni anno il bilancio corrente, aggiustato al ciclo, [solo] una volta che l’economia emergerà dalla recessione[11].

Nota Budd: “Le regole fiscali sono state abbandonate in circostanze nelle quali, secondo il Cancelliere dello Scacchiere, sarebbe stato “perverso” aderire ad esse … La domanda difficile è se la crisi iniziata nel 2007 sopravvenne come uno shock esogeno alla fine di un lungo periodo di successo nella politica economica, ovvero se essa fu endogena, ed espose in modo improvviso e doloroso gli errori degli anni precedenti[12].

Il governo liberal-conservatore risultante dalle elezioni del 2010 ha formalmente abbandonato le due regole. Il neo-Cancelliere Osborne, nel bilancio supplementare presentato subito dopo le elezioni, ha detto: “Questo è l’ultimo bilancio in cui la golden rule appare … essa verrà ‘mancata’, nel corrente ciclo, di £485 miliardi”. Il Cancelliere ha preferito indicare un obiettivo finale quinquennale per il deficit corrente strutturale, cioè aggiustato per il ciclo: esso sarà in equilibrio nell’anno conclusivo del periodo previsivo quinquennale, 2015-16 [13].

Nel Budget Statement di quest’anno[14], egli ha precisato che, per l’anno 2015-16, vi sarà un avanzo corrente strutturale dello 0,8% del PIL, mentre l’obiettivo per il debito è del 69,1% del PIL. Va ricordato che un’innovazione istituzionale è stata quella di creare già nel 2010 un Office for Budget Responsibility, con l’incarico di effettuare una valutazione continuativa della finanza pubblica del R.U., indipendente dal governo.

Ringrazio per le utili indicazioni Sir Alan Budd, Geoffrey Dicks, Paolo Garofalo.

Note

6.  HM Treasury, cit.

7.  Budd, cit.

8.  Emmerson C., Frayne C., Love S., The government’s Fiscal Rules, Institute for Fiscal Studies, Briefing Notes, April 2001, updated November 2006

9.  ibidem

10.  Budget 2005; Budd, cit.

11.  Pre-Budget Report, November 2008

12.  Budd, cit.

13.  Budget Statement, 22 June 2010

14.  Budget Statement 2011, 23 March 2011

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