Conclusioni dell’avvocato generale Villalòn, C-242/10, 21 luglio 2011

La Corte di Giustizia di Lussemburgo ha reso note le conclusioni dell’avvocato generale Pedro Cruz Villalòn in relazione alla questione pregiudiziale sollevata dal TAR Lombardia nel maggio 2010 relativa ad una controversia tra ENEL  Produzione Spa e l’Autorità per l’energia elettrica e il gas. In particolare, il giudice a quo si è domandato se alcune disposizioni del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (artt. 23, 43, 49 e 56), nonché il comma 2 ed il comma 6 dell’art. 11 e l’art. 24 della direttiva 2003/54/CE ostacolino una normativa nazionale che obbliga determinati produttori di energia elettrica a rispettare, nella formulazione delle offerte di fornitura di elettricità, condizioni stabilite dal gestore della rete.

L’avvocato generale Villalòn ha ritenuto che la normativa nazionale in questione, la delibera n. 52/09 dell’AEEG, è compatibile con il diritto dell’Unione europea. Infatti, gli artt. 49 e 56 TFUE e l’art. 11, nn. 2 e 6, della direttiva 2003/54/CE non ostacolano disposizioni normative che impongano a società titolari di impianti considerati essenziali per il funzionamento del sistema elettrico nell’ambito dei c.d. servizi di dispacciamento e bilanciamento di formulare offerte sui mercati della borsa elettrica sulla base di programmi stabiliti dal gestore della rete, sottraendo inoltre alla libera determinazione del produttore i profitti di tali offerte. Tali disposizioni non sono in contrasto con il diritto comunitario purché sussistano due condizioni specifiche: in primo luogo, la remunerazione di tali offerte di energia dichiarata essenziale deve basarsi su criteri predeterminati secondo procedure non discriminatorie e ispirate a criteri di mercato; in secondo luogo, il regime vincolistico deve corrispondere all’energia dichiarata essenziale alla prestazione dei servizi tecnici di dispacciamento. Sarà il giudice nazionale che dovrà stabilire se la capacità di produzione di energia elettrica dichiarata essenziale risponda o meno a tali obiettivi.

Si attende per i prossimi mesi la pronuncia definitiva della Corte di Giustizia dell’Unione europea.

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