Conclusioni dell’avvocato generale Jaaskinen, causa C-264/09, sul mercato interno dell’elettricità

L’avvocato generale Jaaskinen invita la Corte di Giustizia a rigettare il ricorso presentato dalla Commissione europea nei confronti della Repubblica slovacca con il quale si imputa a quest’ultima di non aver rispettato le disposizioni relative all’art. 20, par. 1 e all’art. 9, lett. e) della direttiva 2003/54/CE, più precisamente l’obbligo di garantire un accesso non discriminatorio alle reti di trasporto dell’energia elettrica. In particolare, l’oggetto della controversia è costituito da un contratto di diritto privato concluso nel 1997 tra una società svizzera (ATEL) e un gestore della rete pubblica (SEPS), controllato al 100% dallo Stato slovacco. Ai sensi del contratto in questione, ATEL si è impegnata a pagare più del 50% dei costi di costruzione di una linea elettrica tra la Polonia e la Slovacchia (Krosno-Lemesany), ricevendo in cambio un accesso prioritario alla stessa per un periodo di sedici anni, non rinnovabile. Se da una parte la Commissione solleva il problema di dell’inosservanza della direttiva 2003/54/CE, dall’altra la Repubblica slovacca fa valere il fatto che il contratto è protetto, in quanto investimento, dal trattato sulla Carta dell’energia. L’avvocato generale conclude che tale contratto è compatibile con le deroghe previste dall’art. 24 della direttiva 96/92/CE e dall’art. 7 del regolamento 1228/2003, le quali permettono di riconoscere eccezionalmente agli investimenti nel settore dell’elettricità un accesso preferenziale temporario. In particolare, non sussiste alcuna minaccia alla liberalizzazione del mercato europeo dell’energia, ATEL essendo una società di uno Stato terzo e non un monopolio storico, e usufruendo di un diritto acquisito prima dell’adesione della Slovacchia all’Unione europea, limitato nel tempo e non rinnovabile.

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