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Alcune considerazioni in tema di investimenti in infrastrutture in Italia e all’estero

di - 14 Gennaio 2011
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Sempre in Germania, un esempio interessante è rappresentato dalla costruzione della nuova Autostrada a 4 corsie Erfurt-Scheinfurt di 96.3 Km, che ha richiesto la costruzione di molti ponti, 14 Km di galleria tra cui un tunnel di circa 8.4 Km; completata a dicembre 2005 per un costo totale, espropri inclusi[1], di € 1.280 milioni cioè circa € 13.3 milioni a Km.
Per un paragone sia pur approssimativo con la situazione italiana, è interessante lo studio effettuato dall’osservatorio dei lavori pubblici dell’Autorità per la Vigilanza sui lavori pubblici (apparso sul sito web della stessa) circa “La determinazione dei costi standardizzati per la categoria di opere strade e autostrade”. Detto studio, a seguito delle elaborazioni svolte, presenta, a titolo indicativo, una serie di valori di costo di costruzione di strade e autostrade per metro lineare di carreggiata, in trincea/rilevato, galleria e viadotto.
Sempre a titolo indicativo, se si applicano i suddetti dati di costo italiani alle tipologie di opere come quelle dell’autostrada tedesca Erfurt-Scheinfurt, il costo di realizzazione di quest’ultima sarebbe di oltre il 35% superiore a quello effettivamente sostenuto.
Si rileva inoltre che il presunto costo di costruzione di due importanti autostrade italiane nella regione Padana, la costruzione delle quali non è ancora iniziata e cioè la Milano-Brescia e la Pedemontana Veneta, hanno costi di costruzione che si prevede superino anche significativamente i € 20 Milioni per Km. Altrettanto dicasi per vari lotti dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabra.
Più che per le difficoltà orografiche del nostro Paese, troppo spesso invocate anche se talvolta reali, gli alti costi italiani delle costruzioni sono spesso dovuti all’abnorme allungarsi dei tempi intercorrenti anzitutto tra la decisione di realizzare l’opera e l’effettiva posa della prima pietra[2], nonché quelli necessari all’effettiva realizzazione delle opere.
Per risolvere questi problemi e rendere quindi più efficiente ed efficace il sistema di realizzazione dalle opere pubbliche in Italia ci dobbiamo chiedere perché non si fa ricorso anche da noi all’utilizzo di istituti, quali il “Project and Construction Management” o la “Maitrise d’ouvrage déléguée”, che, ampiamente usati all’estero, hanno contribuito ai successi realizzativi in tanti paesi, come si è cercato di illustrare in precedenza.
Si tratta di delegare a organismi tecnici autonomi e realmente indipendenti il controllo sui tempi dell’avanzamento della realizzazione delle opere, sul controllo dei costi e della qualità delle stesse.
In Italia l’utilizzo di questi strumenti è stato finora molto sporadico. Ad esempio, il controllo effettuato da un organismo “terzo” del programma di investimenti realizzati per il Giubileo del 2000 a Roma e nel Lazio (€ 2.300 Milioni) ha dato, è opinione comune, ottimi risultati. L’organismo tecnico indipendente operava per conto di una agenzia pubblica responsabile del programma; il risultato è stato il completamento in tempo del 96% delle circa 800 opere (infrastrutturali, di edilizia, etc.) componenti il programma, realizzando al contempo un risparmio del 14% nei costi effettivi rispetto a quelli previsti.
Nell’ottobre 2005 venne discussa in Senato una proposta di legge che tendeva a rendere obbligatorio il ricorso al “Project and Construction Management” per controllare l’andamento delle principali opere pubbliche in Italia e aumentarne l’efficienza realizzativa sia in termini di costi che di tempi di esecuzione. La proposta era sostenuta sia della maggioranza che dall’opposizione; fu bocciata in aula (Senato) in quanto venne osservato (Commissione Bilancio) che il costo di detti servizi di Management e controllo, che in genere sono compresi tra 1% e il 3% del costo dell’investimento, avrebbero rappresentato un onere aggiuntivo, senza copertura, a carico dell’erario.
Forse, una riconsiderazione della questione sarebbe giustificata anche per facilitare un più ampio ruolo della finanza e dell’imprenditoria privata nella realizzazione di investimenti pubblici.

Giovanni Agostino Torelli è Amministratore Delegato di Italconsult S.r.l.

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Note

1.  Il costo medio degli espropri in Germania, sempre secondo lo studio dell’OICE, appare essere dell’ordine del 10% del costo di costruzione.

2.  Nel quotidiano “Il sole 24 Ore” del 14/1/2001 e cioè 8 anni fa, è riportato l’elenco delle opere strategiche italiane, il cui inizio era dato allora per imminente; di queste, solo il passante di Mestre è stato realizzato. La maggior parte delle altre non è stata ad oggi, ancora avviata.

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