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Il passato che è in noi: beni culturali e “sostenibilità” della memoria

di - 30 Dicembre 2010
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Le Corbusier ha fatto proposte chiaramente eccessive e certamente paradossali. Ma quando disegna il piano per la Parigi del futuro, pensa a una rete di grattacieli tra i quali rimangono soltanto alcuni grandi monumenti. Il resto è raso al suolo diventando giardino punteggiato di strutture nuove e di quel che resta del preesistente. L’ipotesi di Le Corbusier  del superamento dell’idea di patrimonio come bene ereditato da mantenere immutato e da inventariare[16] la riprende in parte anche Michel Ecochard. Negli anni sessanta mette a punto il piano regolatore per la capitale siriana, prevede la liberazione dello spazio intorno alla cittadella di Saladino dando l’avvio alla demolizione dello storico mercato adiacente[17]. Al nocciolo delle posizione di entrambi gli architetti-urbanisti vi è  la convinzione che il passato  – non automaticamente  glorioso, bello e rilevante –  richieda un atteggiamento critico.  Ci sono cose che meritano di vivere ancora, altre non più in grado di parlare all’animo dei posteri. Le sensibilità sociali cambiano, nuovi interessi si depositano sopra gli antichi. La scelta da compiere è fra l’essere prigionieri dell’antico e il muoversi a passi sicuri verso il futuro. Come viene descritto dalla vicenda del cittadino Charles F. Kane, protagonista di Quarto potere di Orson Welles.  Kane è un collezionista maniacale di “beni culturali” che assembla pezzi unici e paccottiglia, oggetti banali,   souvenir, primo fra tutti il celebre slittino ricordato con il marchio di fabbrica: Rosebud. Il luogo della conservazione è uno spazio disordinato, senza forma e polveroso in cui si accumula di tutto.  Finito Kane si ristabilisce l’ordine tra ciò che deve essere veramente musealizzato e ciò che non conta e deve essere bruciato. Come accade allo slittino con la scritta Rosebud.

Note

16.  Le Corbusier, Maniera di pensare l’urbanistica, Roma-Bari, 1997.

17.  M. Haidar, Città e memoria. Beirut, Sarajevo, Berlino, Milano-Torino, 2006.

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