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Intervento alla Tavola Rotonda “La questione ambientale”, Università di Roma La Sapienza, 15 gennaio 2010

di - 15 Febbraio 2010
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Il clima della terra ha oscillato tra temperature molto più fredde e molto più calde del clima attuali. In particolare le ere geologiche fredde ultimamente si susseguono ogni 100 mila anni circa con un breve periodo di ere inter-glaciali di circa 10 mila anni. In questo momento ci troviamo verso la fine dell’era interglaciale (cioè verso la fine della fase calda). Probabilmente non è nemmeno un caso che le nostre civiltà si siano sviluppate proprio all’inizio della calda fase interglaciale: la scoperta/invenzione dell’agricoltura nella Mezza Luna fertile, e poi in Cina e in Sud America, che ci ha essenzialmente affrancato dalla fame, ha luogo poco dopo l’inizio della fase calda del clima terrestre.
Il fatto che la terra non abbia avuto sempre la stessa temperatura ci permette di chiedere: quando era più calda la temperatura vi era più CO2? Vi era più metano? E per contro quando era più fredda la temperatura vi erano meno CO2 e metano?
La risposta che fornisce l’I.P.C.C. è sì.
Siamo in grado di tracciare questa correlazione fra i due elementi soltanto per un periodo di circa 60 milioni di anni (la Terra ha 4 miliardi e mezzo di anni), durante i quali quando la concentrazione di CO2 era elevata la temperatura era alta, quando più bassa la temperatura era più bassa: fra i due c’è una stretta correlazione. In compenso noi sappiamo, per misure dirette, che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è passata dai 270 a 380 parti per milione, dall’inizio alla fine del 1900.
Noi ne siamo la causa, perché tutti gli altri fattori naturali (tranne uno, di cui tratteremo a breve) si sono ridotti, la conclusione “è colpa nostra” è una conclusione che non ha lo stesso grado di certezze rispetto alla conclusione che la nostra Terra si sia riscaldata (affermazione che non si può negare, si può discutere se sia grave o meno ma non sul fatto che si sia riscaldata).
La colpa è nostra? Quasi sicuramente la risposta è sì.

La domanda successiva è: cosa ci aspetta?
Questo è difficile da dire perché ha a che fare con i modelli, sino ad ora con i nuovi modelli siamo in grado di ricostruire con discreta fedeltà il clima della Terra nel passato, ma dato che tali modelli non sono così perfetti ovviamente getta un’ombra sulla credibilità delle proiezioni per il futuro: dato che non sappiamo ricostruire fedelmente il passato non siamo nemmeno capaci di fare previsioni totalmente attendibili per il futuro.
Vi posso dire che i modelli prevedono, ammettendo che le nostre emissioni di gas serra continuino al ritmo presente, ma includendo in più l’aumento del tenore di vita dei paesi economicamente emergenti come Cina, India e Brasile, che entro il 2100 la temperatura aumenterà di 6 gradi.
Vi rendete conto di cosa ciò voglia dire?
C’è qualcuno del Sud fra di voi? Quanto diventerà la temperatura media di Reggio Calabria o di Palermo durante l’estate? Oltrepasserà i 40 gradi. Se aggiungiamo 6 gradi alla media presente, la temperatura massima media raggiungerà i 40 gradi. I 40 gradi saranno allora una costante quotidiana, non solo un evento eccezionale durante un’ondata di calore.
Ci sono già posti sulla Terra in cui in estate la temperatura supera i 40 gradi: ma chi di voi vuole andarci in vacanza? Andate a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti? Si muore di caldo in estate, ci si può andare in marzo, quando la temperatura media è di 30-35 gradi.
Questo è l’ordine di grandezza di quello che ci si può aspettare.
Ripeto: il cambiamento dall’inizio del 1900 ad oggi è di 0,7 gradi, l’ulteriore cambiamento è 6 gradi.
6 gradi vuol dire lo scioglimento di tutte le calotte artiche, completamente, dopodiché bisogna avere la pazienza di attendere alcune migliaia di anni perché si possano riformare, ammettendo che la temperatura ritorni ai valori odierni.

Vorrei ora brevemente svolgere alcune riflessioni sul riscaldamento globale.
Il primo punto è che, di per sé, l’idea che la Terra possa diventare più calda, non è un’idea automaticamente spaventosa: se la Terra è stata più calda in passato, molto più calda di com’è oggi, allora perché ci dobbiamo preoccupare? Incominciamo con il dire che rischiamo di perdere buona parte delle specie animali e delle piante, perché i cambiamenti climatici normalmente avvengono su lunghe scale di migliaia di anni, mentre oggi noi rischiamo di causare questo tipo di cambiamenti in meno di 100 anni.

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