La “sapienza breve”

1. Sapienza è l’insieme delle conoscenze. Oggetto di tradizione per secoli e millenni: la cultura contadina, quella popolare, della piccola borghesia, il pensiero borghese. Tutte forme di sapienza “lunga”. Che si forma durante secoli. Che rimane nei singoli radicata e profonda.
La sapienza lunga è ben distinta dalla conoscenza scientifica. Non è incompatibile. Anzi la prepara. In ciò che la tradizione trasmette sono compresi principi morali, la durezza del lavoro, la responsabilità del vivere umano, l’impegno che tutto questo comporta.
Solide motivazioni che a fine ottocento caratterizzavano musica, letteratura, scienza. La scienza, l’approfondimento della conoscenza, salvo rare eccezioni, non veniva stimolata da prospettive di guadagno personale. Era il contributo che si doveva allo sviluppo della umanità. Nella musica, nel compositore, nell’esecutore, nell’ascolto, al godimento immediato era intimamente connessa la percezione del sacro.
Il “Ballo excelsior” mitizzò la fiducia nello sviluppo umano, lineare, continuo.

2. E’ subentrato con il novecento il “secolo breve” (gli anni orribili, dalla fine del primo decennio al principio dell’ultimo). Si avvertiva per la prima volta la percezione che l’intero mondo era interconnesso. Lo confermava, tragica prova, una guerra che per la prima volta otteneva la qualifica di “mondiale”. Avrebbe provocato immani carneficine.
La consapevolezza che il pianeta è un tutto integrato diveniva acquisizione definitiva. Una seconda guerra “mondiale” lo avrebbe dimostrato. Le grandi stragi, peculiare effetto delle guerre, sono diventate fenomeno ricorrente. Dovuto a cause diverse: il terrore quale strumento per conquistare il potere e per mantenerlo; il terrore di gruppi minoritari, veicolo per radicarsi nella società; la morte per fame, per malattie epidermiche, per incidenti sul lavoro od anche semplicemente stradali.
Dalle due grandi guerre sono originati sconvolgimenti fuori da ogni previsione. Dalla prima, nuove ideologie che si distinguevano da quelle antecedenti per il carattere non religioso, politico (collettivismo), economico (il denaro, il consumismo). Si affermarono regimi autoritari, contrastando la tendenza ad una maggiore democrazia, ritenuta irreversibile. La prima guerra sarebbe sfociata a breve in una grande crisi economica a sua volta definita mondiale.
La crisi economica ha alimentato i fattori che avrebbero portato alla seconda guerra, la cui mondialità sarebbe stata ancora più evidente che nella prima. Si arriva alla pace. Il mondo contempla attonito uno scenario inatteso, assolutamente nuovo. Il mondo ripartito in due blocchi. Quello del “mondo libero”, facente capo agli USA, che comprendeva tutte le democrazie occidentali. Il secondo, collettivista, facente capo all’URSS. Protezione militare, aiuti economici e materiali, forme di dominanza evidenti o celate sostenevano i due blocchi. L’egemonia di USA ed URSS appannava la luce di Stati che per il passato avevano svolto ruoli di grande potenza.
Due ulteriori caratteri segnavano il “secolo breve”. Lo straordinario sviluppo tecnico e scientifico e la constatazione che lo stesso era dovuto agli enormi investimenti, prima dei principali belligeranti, poi soprattutto delle due potenze egemoni (ma principalmente gli USA) per le esigenze della difesa e dell’attacco. Il modo di vivere comune, nei Paesi più evoluti, non sarebbe stato più quello dell’anteguerra. Lo avrebbero caratterizzato nuovi materiali, rapidità ed economicità delle comunicazioni terrestri ed aeree, la trasmissione della voce, delle immagini e documentale in tempo reale dall’una all’altra parte del mondo, l’eliminazione di morbi degenerativi e devastanti ad opera di nuove famiglie di farmaci. Effetti degli investimenti militari sarebbero stati lo sbarco sulla luna, i tentativi diretti alla conquista del cosmo. Ma anche la realizzazione di armi di distruzione di massa, il cui impiego potrebbe condurre alla scomparsa di gran parte della esistente umanità.
Fattori ed eventi hanno provocato effetti indiretti, la cui portata supera quella stessa dei fattori causanti. Si sono imposti nuovi modelli di vita: la totale parità dei sessi, persino la confusione dei sessi; la indipendenza reciproca dei componenti i nuclei familiari; una diffusa tendenza alla mobilità; con la mobilità la sua controfaccia, la compromissione della stabilità. Quando in seguito sarebbero venute meno le condizioni che favorirono la mobilità (un posto di lavoro alternativo) si sarebbe avvertito il morso della attenuata stabilità o addirittura della sua scomparsa. Allo sbarco sulla luna si è accompagnata la constatazione della quasi certezza di non riuscire a realizzare contatti, quanto meno entro un certo numero di secoli, con umani-simili insediati su altri pianeti. Di qui un senso, sottile, non dichiarato ma profondo, di sgomento e di solitudine. Solitudine che si accompagnava allo scompaginamento della famiglia. Alla solitudine si sarebbe coniugato lo sgomento. I nuovi mezzi di intrattenimento, cinema, televisione, sport di massa sarebbero stati presto dominanti degli interessi economici. Per vendere i prodotti sarebbero stati creati di continuo eventi, lanciati nuovi modelli che come i precedenti sarebbero divenuti presto obsoleti. La “fantasia al potere” fu una massima di grande successo. È l’emblematica espressione della “sapienza breve”. La fantasia per sua natura è mutevole.

La scuola ha dovuto adeguarsi alle mode dominanti. Funzione della scuola non è solo quella di trasmettere e diffondere le conoscenze acquisite. E’ soprattutto quella di spiegare come la conoscenza si forma. E a mezzo di quali tecniche si perviene ad acquisizione di nuove. È una funzione esclusiva, quindi essenziale, che richiede tempi lunghi. Abitua allo sforzo ed alla serietà dell’impegno. La scuola vi ha rinunciato. Per resistere alla concorrenza degli audiovisivi l’insegnamento si è trasformato in prevalentemente nozionistico. È stato un errore fatale. La scuola sarebbe stata battuta alla grande. La comunicazione audiovisiva non richiede sforzi, offre informazioni maggiori, è più efficace. Resa accessibile a tutti (è stato il grande obiettivo dei due ultimi secoli) la scuola viene abbandonata dai giovani in percentuali crescenti. Il fenomeno per la sua estensione ha formato oggetto di dibattiti nei grandi organi di informazione. Sono state messe allo studio misure alternative consistenti nella equiparazione alla scuola di determinate esperienze lavorative. Le cause dell’abbandono sono del tutto nuove. Non più per ragioni economiche, ad esempio cercare lavoro per sostenere la famiglia, ma per decisione autonoma. L’insegnamento scolastico è avvertito come inutile, noioso. In parte è vero. È l’effetto degli indirizzi nozionistici accolti. Variazioni si sono avute nella ricerca. I finanziamenti militari hanno gradatamente portato a sostituire agli scienziati singoli grandi organismi specializzati, alla sacralità la redditività. Il processo si è così completato.
Il “secolo breve” ha sepolto la “sapienza lunga”. Ha creato la “sapienza breve”.

3. I tempi si sono accorciati. Il “secolo breve” è finito in anticipo, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio di quelli ’90. Sono trascorsi non più di venti anni e già ci troviamo a confrontarci con novità paragonabili a quelle dell’intero periodo antecedente, forse superiori. Lo scenario mondiale di improvviso è di nuovo mutato. In modo radicale. Per di più, per la prima volta nella storia, il mutamento, profondo e nello stesso tempo rapido, non è effetto diretto di una guerra. L’URSS è implosa. Il collettivismo è quasi totalmente scomparso. Il “mercato” si è imposto dovunque come dominante. Gli USA sono assurti al rango di unica potenza mondiale, con la pretesa di doversi ora considerare responsabili degli andamenti dell’intero mondo. I successi cui aspiravano non si sono prodotti. Nuovi fattori di fibrillazione si manifestano di continuo. Per effetto di un processo di sviluppo, che per dimensione ed intensità non ha precedenti, in poco meno di venti anni la dominanza economica mostra di spostarsi dai paesi democratici occidentali (poco meno di un miliardo) a quelli dell’area sud ed est asiatica (oltre tre miliardi). Il nuovo assetto geopolitico abbraccia anche larghe zone del sud America e dell’Africa. Aree USA-dipendenti tendono a collocarsi in posizioni di terzietà. Non basta. Il processo di riassestamento economico, finanziario, diplomatico, militare ha aperto spazi nei quali si sono inserite come autonomi protagonisti organismi sopranazionali, con tendenza a sottrarsi al controllo del sistema degli Stati, anche in grado di garantirsi spazi effettivi di autonomia. Organismi finanziari, organismi illeciti (con reti estese alla quasi totalità del mondo), ed anche organismi produttori di tecniche i cui effetti condizionano i comportamenti umani.
Ci si appalesa un ulteriore aspetto della trasformazione in corso, in parte già attuata. La funzione della innovazione è ormai definitivamente radicata, nel mondo occidentale, in grandi organismi produttivi. In origine alimentati dalla spesa militare, ora in grado di realizzare progressi impiegando conoscenze e mezzi finanziari frutto della commercializzazione delle acquisizioni precedenti. Con nuovi ritrovati si vuole battere la concorrenza e consolidare la preminenza tecnica ed insieme economica nel mercato mondiale. Si sono, in altre parole, autonomizzati. Gli effetti, nel periodo breve, sono stati quanto mai positivi. Alla possibilità di comunicare in tempo reale tra paesi collocati agli antipodi nel mondo si è aggiunto l’accesso in qualsiasi luogo, anche il più isolato, in tempo reale ed a costi sostanzialmente minimi, alla quasi totalità delle fonti di conoscenza. Il grande obiettivo dell’umanità, la eguaglianza di tutti nel sapere, era conseguito. Alla conoscenza dei testi si aggiungeva l’acquisizione delle immagini. Di tutte le immagini, delle conquiste umane, di ogni specie di viventi, dei luoghi più remoti e nascosti della terra. Ma anche di immagini perniciose, immorali, che in qualsiasi tipo di cultura la società, a tutela dei più deboli, avrebbe valutato ed all’occorrenza vietato. Si è aggiunta ancora la possibilità di ciascuno di inserirsi autonomamente nei processi, inviando messaggi, trasmettendo immagini, esprimendo opinioni. Per concorrere tutti, in condizioni di eguaglianza, alla formazione delle nuove opinioni comuni. I giovani, i ragazzi, perfino i bimbi, isolati nella famiglia, insoddisfatti della scuola, trovano nelle tecniche a disposizione il veicolo per incontrarsi, per colloquiare, per usare il tempo (occupazione tra tutte la più difficile, se mancano impegni professionali o connessi a ruoli bene definiti).
Alla base di tutto vi è la necessità di vendere. Si creano gli eventi. L’efficacia del loro richiamo batte alla grande quella delle notizie complesse. Le immagini, facili ad acquisirsi e perniciose, che si rivolgono agli istinti, hanno la prevalenza. Secondo una antica e ben nota legge, la moneta cattiva scaccia la buona. Chi riesce a smerciare in maggiore quantità la moneta cattiva realizza i guadagni maggiori. I giovani, illusi di avere acquistato ormai il potere (“il potere ai giovani”, altra massima dominante) diventano oggetto e strumento del potere altrui. Sono l’anello debole della competizione. Le organizzazioni sovranazionali illecite hanno facile gioco ad inserirsi nel sistema. Commercio illegale di droga, farmaci pericolosi, organi umani, e degli stessi umani (donne, uomini, minori) hanno trovato la veicolazione ideale per diffondersi.

Accade che chi è stato captato dalla rete avverta alla fine che la tecnica non può sostituire il contatto umano. L’interlocutore ignoto con il quale si colloquia non è la stessa cosa del fratello, dell’amico, del compagno di classe o nel lavoro. Rivoltisi alla tecnica per sfuggire all’isolamento derivante dall’ormai acquisita separatezza dalla famiglia, dalla scuola, dalle occupazioni comuni, gli individui, i giovani soprattutto, si ritrovano più soli. Facili prede della droga, dell’alcool, del sesso rafforzato artificialmente. In quelli di più nuova emersione sociale si sviluppano aggressività e violenza. Le cronache ne sono piene. In quelli nei quali la cultura pregressa, che il desiderio di diversità ha portato a ripudiare, invia ancora dal profondo flebili segnali, si avverte la vacuità del nuovo. Hanno rinunciato al passato. Non sono soddisfatti del nuovo. Ove non dispongano di forze sufficienti per un qualsiasi reinserimento positivo, grava su di loro una delusione intensa. Cadono in depressione.

4. Il “secolo breve” ci ha condotti alla “sapienza breve”. È un “virus” diffuso, non ancora chiaramente identificato. Si estende con cerchi sempre più ampi ad ogni aspetto della società. Alla politica, le cui decisioni sono sempre più rivolte al consenso immediato, non alla ricerca delle cause di fondo. Nelle conduzioni economiche e finanziarie dove i vantaggi a breve prevalgono sulle previsioni di lunga durata (“Pippo fatti le tue”!). Negli organi di informazione, nei quali prevale la cronaca, il “gossip” anzi. La fama dei “Maestri del pensiero” viene fatta dipendere dal numero delle copie vendute. Il loro impegno intellettuale è spesso rivolto a teorizzare quanto è sotto gli occhi di tutti. Così lo giustificano, lo nobilitano, lo trasformano da effetto in nuovo autonomo fattore. Il cerchio rischia di chiudersi.
La “sapienza breve” è una nube che ci avvolge. Fa perdere il senso di orientamento. Le nuove generazioni sono le prime a soffrirne. E con loro tutti i più deboli. I paesi democratici sono i più colpiti. Esistono ancora sacche incontaminate. Ma il virus, sotterraneamente, continua a diffondersi.

5. Una visione drammatica? Non si sono speranze? Se lo credessimo, ci arrenderemmo alla “sapienza breve”. Bisogna tornare alla fonte, alla “sapienza lunga”. La conoscenza è la base dell’azione. Individuare il “virus” aiuta a reagirvi. O analisi va innanzitutto sottoposta a verifica. Una volta confermata, conduce alle “strutture profonde” sulle quali si deve e si può agire. Alla formazione degli umani, quindi della società, concorrono organismi molteplici. Due sono sempre presenti, la famiglia e la scuola. Se ne è aggiunto un terzo. Si distingue perché poggia su organismi di enorme potenza, i “signori” delle tecniche della informazione informatica. Questi organismi, che tendono a divenire come autoreferenziali, si limitano tuttavia a mettere a disposizione lo strumento. Al mezzo tutti possono accedere, in condizioni di eguaglianza, immettendovi propri contenuti. Viene ad immediata evidenza il principio fondamentale della libertà di opinione e della sua espressione. Ma se ci fermassimo qui si avrebbe una percezione incompleta, quindi inesatta della realtà. Concorrono altri principi, alcuni parimenti fondamentali. In una visione sistemica, a carattere generale, si procede a volo di uccello. Quanto alle conseguenze pratiche non si può andare al di là dei qualche riflessione immediata. Mezzi di comunicazione più semplici e meno pericolosi, i periodici, il cinema, le emittenti televisive, comprese quelle a pagamento, sono assoggettati a regole a tutela dei minori. La tutela dei più deboli, tali sul piano fisico ed a maggior ragione su quello psichico, mira ad eliminare una asimmetria competitiva negativa. Qui lo squilibrio è enormemente maggiore. Tra i competitori si annoverano organismi tra i maggiori, ed anche tra i perniciosi, che si conoscano. Gli Stati creano reti a protezione dei consumatori. È aperto oggi il dibattito sulla opportunità di sottoporre a regole grandi banche internazionali. A maggior ragione spetta agli Stati singolarmente e come partecipi della comunità internazionale intervenire e con misure appropriate in questo nuovo settore. Devono essere adottate misure tempestive. Prima che si aggreghino entità, la cui forza supererebbe quella degli Stati.
La conoscenza dello scenario, se confermata (ma alla conferma in questo caso può concorrere la esperienza specializzata), può rivelarsi utile anche nella valutazione dei casi individuali. L’influenza della “sapienza breve”, quale si forma attraverso i mezzi di comunicazione informatici e le connessioni che si formano all’interno di gruppi di partecipi, è più agevolmente accertabile nel confronto con altri fattori. Ha concorso alla formazione di condizioni di disagio umano? È stato il fattore iniziale o è intervenuto in seconda battuta (fallendo) quando l’individuo vi si è rivolto come estremo rimedio? Ove abbia operato come fattore primario, secondario o connesso, data la sua connessione con tecniche e dati obiettivi, sono concepibili interventi mirati di carattere concreto, volti ad attenuare od eliminare gli effetti nocivi. Anche qui bisogna fermarsi. La sistematica generale, più che formulare spunti, non può andare oltre.
La collettività umana, sempre che i virus siano stati individuati ed esattamente descritti, ha dimostrato di sapere contenere le epidemie, anche quelle di più rapida espansione, contagiose e pericolose. La “sapienza breve” ricederà il posto alla “sapienza lunga”. Tutti devono concorrere, ciascuno con la sua esperienza e nei limiti della propria capacità. Non può che essere così. Nella “sapienza lunga” è la specificità degli umani.