Imposta come home page     Aggiungi ai preferiti

 

La “sapienza breve”

di - 4 Febbraio 2010
      Stampa Stampa      

Accade che chi è stato captato dalla rete avverta alla fine che la tecnica non può sostituire il contatto umano. L’interlocutore ignoto con il quale si colloquia non è la stessa cosa del fratello, dell’amico, del compagno di classe o nel lavoro. Rivoltisi alla tecnica per sfuggire all’isolamento derivante dall’ormai acquisita separatezza dalla famiglia, dalla scuola, dalle occupazioni comuni, gli individui, i giovani soprattutto, si ritrovano più soli. Facili prede della droga, dell’alcool, del sesso rafforzato artificialmente. In quelli di più nuova emersione sociale si sviluppano aggressività e violenza. Le cronache ne sono piene. In quelli nei quali la cultura pregressa, che il desiderio di diversità ha portato a ripudiare, invia ancora dal profondo flebili segnali, si avverte la vacuità del nuovo. Hanno rinunciato al passato. Non sono soddisfatti del nuovo. Ove non dispongano di forze sufficienti per un qualsiasi reinserimento positivo, grava su di loro una delusione intensa. Cadono in depressione.

4. Il “secolo breve” ci ha condotti alla “sapienza breve”. È un “virus” diffuso, non ancora chiaramente identificato. Si estende con cerchi sempre più ampi ad ogni aspetto della società. Alla politica, le cui decisioni sono sempre più rivolte al consenso immediato, non alla ricerca delle cause di fondo. Nelle conduzioni economiche e finanziarie dove i vantaggi a breve prevalgono sulle previsioni di lunga durata (“Pippo fatti le tue”!). Negli organi di informazione, nei quali prevale la cronaca, il “gossip” anzi. La fama dei “Maestri del pensiero” viene fatta dipendere dal numero delle copie vendute. Il loro impegno intellettuale è spesso rivolto a teorizzare quanto è sotto gli occhi di tutti. Così lo giustificano, lo nobilitano, lo trasformano da effetto in nuovo autonomo fattore. Il cerchio rischia di chiudersi.
La “sapienza breve” è una nube che ci avvolge. Fa perdere il senso di orientamento. Le nuove generazioni sono le prime a soffrirne. E con loro tutti i più deboli. I paesi democratici sono i più colpiti. Esistono ancora sacche incontaminate. Ma il virus, sotterraneamente, continua a diffondersi.

5. Una visione drammatica? Non si sono speranze? Se lo credessimo, ci arrenderemmo alla “sapienza breve”. Bisogna tornare alla fonte, alla “sapienza lunga”. La conoscenza è la base dell’azione. Individuare il “virus” aiuta a reagirvi. O analisi va innanzitutto sottoposta a verifica. Una volta confermata, conduce alle “strutture profonde” sulle quali si deve e si può agire. Alla formazione degli umani, quindi della società, concorrono organismi molteplici. Due sono sempre presenti, la famiglia e la scuola. Se ne è aggiunto un terzo. Si distingue perché poggia su organismi di enorme potenza, i “signori” delle tecniche della informazione informatica. Questi organismi, che tendono a divenire come autoreferenziali, si limitano tuttavia a mettere a disposizione lo strumento. Al mezzo tutti possono accedere, in condizioni di eguaglianza, immettendovi propri contenuti. Viene ad immediata evidenza il principio fondamentale della libertà di opinione e della sua espressione. Ma se ci fermassimo qui si avrebbe una percezione incompleta, quindi inesatta della realtà. Concorrono altri principi, alcuni parimenti fondamentali. In una visione sistemica, a carattere generale, si procede a volo di uccello. Quanto alle conseguenze pratiche non si può andare al di là dei qualche riflessione immediata. Mezzi di comunicazione più semplici e meno pericolosi, i periodici, il cinema, le emittenti televisive, comprese quelle a pagamento, sono assoggettati a regole a tutela dei minori. La tutela dei più deboli, tali sul piano fisico ed a maggior ragione su quello psichico, mira ad eliminare una asimmetria competitiva negativa. Qui lo squilibrio è enormemente maggiore. Tra i competitori si annoverano organismi tra i maggiori, ed anche tra i perniciosi, che si conoscano. Gli Stati creano reti a protezione dei consumatori. È aperto oggi il dibattito sulla opportunità di sottoporre a regole grandi banche internazionali. A maggior ragione spetta agli Stati singolarmente e come partecipi della comunità internazionale intervenire e con misure appropriate in questo nuovo settore. Devono essere adottate misure tempestive. Prima che si aggreghino entità, la cui forza supererebbe quella degli Stati.
La conoscenza dello scenario, se confermata (ma alla conferma in questo caso può concorrere la esperienza specializzata), può rivelarsi utile anche nella valutazione dei casi individuali. L’influenza della “sapienza breve”, quale si forma attraverso i mezzi di comunicazione informatici e le connessioni che si formano all’interno di gruppi di partecipi, è più agevolmente accertabile nel confronto con altri fattori. Ha concorso alla formazione di condizioni di disagio umano? È stato il fattore iniziale o è intervenuto in seconda battuta (fallendo) quando l’individuo vi si è rivolto come estremo rimedio? Ove abbia operato come fattore primario, secondario o connesso, data la sua connessione con tecniche e dati obiettivi, sono concepibili interventi mirati di carattere concreto, volti ad attenuare od eliminare gli effetti nocivi. Anche qui bisogna fermarsi. La sistematica generale, più che formulare spunti, non può andare oltre.
La collettività umana, sempre che i virus siano stati individuati ed esattamente descritti, ha dimostrato di sapere contenere le epidemie, anche quelle di più rapida espansione, contagiose e pericolose. La “sapienza breve” ricederà il posto alla “sapienza lunga”. Tutti devono concorrere, ciascuno con la sua esperienza e nei limiti della propria capacità. Non può che essere così. Nella “sapienza lunga” è la specificità degli umani.

Pagine: 1 2 3


RICERCA

RICERCA AVANZATA


ApertaContrada.it Via Arenula, 29 – 00186 Roma – Tel: + 39 06 6990561 - Fax: +39 06 699191011 – Direttore Responsabile Filippo Satta - informativa privacy