Imposta come home page     Aggiungi ai preferiti

 

Stato di diritto, tutele individuali e tutele ambientali

di - 28 Ottobre 2009
      Stampa Stampa      

V) CONCLUSIONI
Ed ora alcune considerazioni finali.
Emerge in modo chiaro la storicità della categoria Stato di Diritto (sostanziale) e la conseguente evoluzione nel tempo dei suoi contenuti a fronte dei mutamenti del contesto storico di riferimento. E’ stato sottolineato che la tutela dell’ambiente i) costituisce un obiettivo strategico-istituzionale ampiamente condiviso a livello globale ii) sta storicamente assumendo la connotazione di diritto fondamentale con la conseguente ulteriore evoluzione dello “Stato di Diritto” ( sostanziale). E’ stato altresì evidenziato che la rilevanza delle questioni ambientali a livello quantitativo e qualitativo induce a ipotizzare la trasformazione nel tempo della tutela dell’ambiente (come diritto fondamentale degli individui) in Principio Generale. Per consolidare tali importanti novità si dovrà operare ancora molto a livello di accordi internazionali, di normative (sovranazionali, costituzionali e nazionali), di Dottrina del diritto. Ma, come abbiamo visto, riflessioni giuridiche della massima rilevanza sulle fondamentali tematiche dello “Stato di diritto” sostanziale sono già state prodotte e rese disponibili. Tali analisi trovano già importanti riscontri nella produzione normativa nazionale, sovranazionale e globale. Si tratta ora di proseguire il lavoro ai vari livelli nella speranza che le classi dirigenti esercitino fino in fondo il ruolo che rivestono in difesa degli individui e del Sistema nel suo complesso. In questo cruciale percorso sarà, a nostro avviso, necessario tenere sempre presente il già ricordato “principio di precauzione” (ampiamente recepito a livello di diritto internazionale e di Ordinamenti nazionali) [35]. Nella Dichiarazione di Rio si legge: “Al fine di proteggere l’ambiente, gli Stati applicheranno largamente (…) il metodo precauzionale. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l’assenza di certezza scientifica assoluta non deve servire da pretesto per rinviare l’adozione di misure adeguate ed effettive (…) dirette a prevenire il degrado ambientale”. Il principio è ribadito dall’articolo 3.3 della UNFCCC: “The Parties should take precautionary measures to anticipate, prevent or minimize the causes of climate change and mitigate its adverse effects. Where there are threats of serious or irreversible damage, lack of full scientific certainty should not be used as a reason for postponing such measures”.
Ugualmente importante – anche in considerazione della rilevanza dei rischi potenziali individuati dai competenti organismi internazionali – sarà il metodo da utilizzare per approfondire nel tempo la conoscenza dei fenomeni connessi alle criticità ambientali. Secondo il magistero di Ralf Dahrendorf nessuno ha il potere di negare il diritto di altri al dubbio, alla libera verifica in contraddittorio, alla falsificazione della congettura iniziale e alla sua eventuale confutazione.
Sarà necessario cogliere ogni elemento di novità, promuovere l’approfondimento delle nuove evidenze e dei fenomeni non previsti, confrontarsi apertamente nelle sedi che la Comunità internazionale si è data (e si vorrà dare) per lo studio e la gestione delle criticità ambientali, cercando di utilizzare – con approccio libero – ogni spunto di analisi e di riflessione che possa essere utile al raggiungimento del risultato strategico costituito dalla tutela degli individui, dell’ambiente e, quindi, del Sistema nel suo complesso.
E ancora una volta il pensiero torna ai classici:
“Come gli altri affermano la certezza di alcune e l’incertezza di altre cose, noi invece, dissentendo da loro, sosteniamo la probabilità di alcune cose e l’improbabilità di altre” [36].
“Pensi pure ciascuno come vuole: vi deve essere libertà di giudizio. Noi ci atterremo sempre ai nostri principi: ricercheremo cioè sempre in ogni questione quello che abbia maggior carattere di probabilità, senza essere vincolati a regole di nessuna scuola, alle quali ubbidire di necessità” [37].

Note

35.    Cfr. anche l’art. 3 ter del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152. Sul punto cfr. anche Nicola Lugaresi, Diritto dell’Ambiente, Padova, 2008, pgg. 30-33

36.    Marco Tullio Cicerone, De officiis, II, 2,7-8

37.    Marco Tullio Cicerone, Tusculanae Disputationes, IV, 4,7

Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8


RICERCA

RICERCA AVANZATA


ApertaContrada.it Via Arenula, 29 – 00186 Roma – Tel: + 39 06 6990561 - Fax: +39 06 699191011 – Direttore Responsabile Filippo Satta - informativa privacy