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La governance ambientale in Italia: spunti di riflessione comparata sulla partecipazione al procedimento decisionale e la necessità di un “bollino verde” per le leggi

di - 14 Settembre 2009
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Ciò appare evidente specialmente se si analizza la politica federale in materia di lotta ai cambiamenti climatici.
Il Protocollo di Kyoto, firmato dal Canada nel 1997, ratificato dal Parlamento nel 2002 ed entrato in vigore nel 2005, non è stato mai pienamente attuato proprio perché esso impone il raggiungimento di obiettivi vincolanti, secondo una logica per così dire “negativa”. Il governo federale del Canada (che ha a lungo discusso se e come attuare il Protocollo) ha preferito introdurre soluzioni volontarie alternative a quelle di Kyoto nella lotta ai cambiamenti climatici, impostando programmi di riduzione dell’inquinamento atmosferico sulla base di incentivi economici alle aziende e alle Province virtuose. Gli esiti, tuttavia, non positivi di questa scelta (non sufficientemente supportata da una volontà politica chiara), con l’aumento delle emissioni inquinanti del 26,6% nel 2007 rispetto ai dati del 1990 anziché una riduzione del 6% rispetto alle emissioni del 1990 (come richiesto dal Protocollo di Kyoto), hanno portato il Parlamento federale ad approvare il Kyoto Protocol Implementation Act (entrato in vigore il 22 giugno 2007), secondo cui il Ministro dell’Ambiente, entro il 31 maggio di ogni anno (e fino al 2013), approva un piano per la riduzione delle emissioni inquinanti definendo incentivi economici e sgravi fiscali in favore delle Province e delle aziende private che vi aderiscono.

3. Governare attraverso la partecipazione: il Canadian Environment Assessment Act del 1992 e il Canadian Environment Protection Act del 1999
L’altro elemento che sembra caratterizzare la “via canadese” nel governo dell’ambiente, oltre alla logica “positiva” della normazione introdotta, è la previsione di una costante partecipazione della cittadinanza sia nella fase decisoria che nella fase attuativa e di verifica, controllo e implementazione delle politiche ambientali.
Non essendo questa la sede per una disamina del complesso quadro normativo ambientale canadese, sia sufficiente, in questa sede, considerare i procedimenti previsti dal Canadian Environment Assessment Act 1992 e dal Canadian Environment Protection Act 1999 rispettivamente in materia di valutazione dell’impatto ambientale e di protezione della natura e dell’ecosistema.
Il Canadian Environmental Assessment Act, entratoin vigore il 19 gennaio 1995 e modificato in modo sostanziale nel giugno 2003, si pone, ex articolo 4, quattro obiettivi: 1) garantire che le conseguenze degli interventi sull’ambiente siano attentamente analizzate prima che le autorità federali ne diano esecuzione, in modo da evitare conseguenze nocive significative sull’ambiente; 2) incoraggiare le autorità federali ad intraprendere azioni a sostegno dello sviluppo sostenibile anche promuovendo la cooperazione e il coordinamento operativo tra i governi federali e statali sulle valutazioni di carattere ambientale; 3) promuovere la comunicazione e la concertazione tra le autorità federali e le popolazioni autoctone, garantendo che lo sviluppo in Canada, o nei territori federali, non causi conseguenze nocive significative sull’ambiente; 4) garantire che vengano assicurate concrete possibilità di partecipazione pubblica al processo di valutazione dell’impatto ambientale.
Quest’ultimo aspetto è di grande rilievo al punto da caratterizzare la legislazione ambientale canadese che può, quindi, definirsi una legislazione a partecipazione popolare necessitata. Il destinatario della norma ambientale, infatti, al pari del singolo cittadino (ancorché privo di un interesse specifico) ovvero delle associazioni ambientaliste riconosciute a livello provinciale, possono interagire con il decisore pubblico sia nella fase di produzione normativa che in quella di esecuzione della stessa.
Come dispone l’art. 5 della legge in esame, infatti, tutti gli interventi (dalle proposte di legge agli schemi di regolamento o decisione) che il governo canadese intende realizzare in quanto responsabile della gestione del territorio, devono essere sottoposti ad una attenta valutazione circa l’impatto ambientale della normativa proposta o dell’intervento che si intende realizzare. Lo sviluppo sostenibile è posto come principio cardine del processo federale di valutazione d’impatto ambientale[27]. Nell’applicare tale legge, infatti, le autorità federali[28] sono obbligate ad esercitare i propri poteri in modo da salvaguardare l’ambiente e la salute umana, applicando il principio di precauzione.

Note

27.  L’art. 2 della legge definisce lo “sviluppo sostenibile” come quello sviluppo «that meets the needs of the present, without compromising the ability of future generations to meet their own needs».

28.  intese come i ministeri, i Dipartimenti, le Agenzie federali e gli enti federali istituiti con legge del Parlamento di Ottawa.

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