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Crisi e istituzioni. Una “nuova” interpretazione della Grande Depressione

di - 6 Febbraio 2009
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Sotto la presidenza Roosevelt, il Banking Act 1933 (il secondo Glass-Steagall) e il Banking Act 1935 separarono l’attività bancaria commerciale da quella di investimento, resero il ricorso al sostegno della banca centrale possibile solo alla prima, crearono l’assicurazione pubblica dei depositi, posero limiti ai tassi di interesse bancari e barriere all’entrata nel mercato bancario, rafforzarono i poteri del Federal Reserve Board di Washington a scapito delle Federal Reserve Banks periferiche (New York in primis), orientate a essere più primae inter pares del sistema bancario che diretta espressione della sfera pubblica. Il Securities Act 1933 e il Securities and Exchange Act 1934 disegnarono a loro volta la funzione degli intermediari mobiliari e il ruolo dei mercati; fu creata la Securities and Exchange Commission.

Nel 1932 (Hoover presidente) fu creata la Reconstruction Finance Corporation-RFC. Questa intervenne ampiamente, dapprima con prestiti poi con interventi di ricapitalizzazione, nelle banche in crisi, sì da divenire a un certo punto il proprietario di una larga parte del sistema bancario. Le acquisizioni di capitale, nel periodo 1933-1937, furono di oltre 1 miliardo di dollari, il 16 per cento circa, secondo un rozzo calcolo, del capitale del sistema. Oggi, gli interventi federali nel capitale delle banche sono possibili fino a 250 miliardi, circa il 22 per cento della loro equità [3].

Il National Industrial Recovery Act 1933 istituì la National Recovery Administration-NRA, che dette un’impronta fortemente dirigista all’industria americana. L’Emergency Relief Appropriation Act 1935 creò il più grande stanziamento del New Deal contro la disoccupazione, e sulla sua base Roosevelt istituì la Works Progress Administration-WPA. Questa, e l’ente che brevemente la precedette nel 1933-’34 (CWA-Civil Works Administration) impiegarono punte di 3-4 milioni di persone nei più diversi settori, prevalentemente costruzioni e ingegneria civile.

Nel complesso, le misure del New Deal, guidate dall’eccezionale intuito politico del presidente, avevano un triplice scopo – di sostegno sociale, di ripresa economica e di riforma di interi settori dell’economia (relief, recovery, reform) -, e in ciò, secondo l’opinione consolidata, politica ed economia operarono congiuntamente, e non contraddicendosi a vicenda (not at cross purposes) [4].

3. Che cosa rimase di questo quadro normativo-istituzionale? La sua sopravvivenza dipese in parte dalla cornice politico-ideologica in cui esso si inscriveva, in parte dall’efficacia delle misure adottate nel contrastare la crisi e avviare la ripresa, nel combattere l’idea che “le depressioni siano inevitabili, il risultato necessario di squilibri nelle precedenti fasi di prosperità, e che la ripresa possa aver luogo solo dopo un processo di ‘liquidazione naturale” [5].

Spinge a queste riflessioni la rilettura della “crisi del ‘29”, ma soprattutto della Depressione che ne seguì, fatta da un poco noto accademico americano, Gene Smiley [6].

Trascuro qui le politiche economiche che da quel quadro conseguirono (lo strumento normativo che dava spazio a un allentamento della Federal Reserve era in essere ma, prima per il vincolo del gold standard, poi, quando esso fu troncato da Roosevelt col Gold Reserve Act 1934, per il timore inflattivo, la politica della banca centrale restò non espansionistica come avrebbe potuto. La politica fiscale vide sì un deficit spending, dopo l’avanzo del ’29 e il pareggio del ’30, grazie ai programmi sopra citati, ma il bilancio federale era troppo piccolo per condizionare la crescita del prodotto (nel ’29 le entrate e le spese erano pari solo al 3,6 e al 2,5 per cento del prodotto interno [7]).

Note

3.  Per l’equity delle banche, vds. la serie storica del Bureau of Economic Analysis (www.bea.gov), per gli interventi della RFC, Chandler L., America’s Greatest Depression 1929-41, Harper& Row, 1970, p. 149, per lo stanziamento ex “TARP”, vds. comunicato del Tesoro americano in data 17.11.08. Il calcolo del rapporto va preso con cautela: le capitalizzazioni si riferiscono solo alle banche commerciali assicurate con la FDIC. Gli interventi sul capitale riguardarono, e riguardano, anche intermediari non bancari.

4.  Wallis J.J., The Political Economy of New Deal Spending Revisited Again: With and without Nevada, in Explorations in Economic History, 35, 4/98

5.  Chandler, cit., p. 242

6.  Smiley G., Rethinking the Great Depression, Ivan R Dee, 2002. Smiley è professore emerito di economia alla Marquette University

7.  Temin P, Socialism and Wages in the Recovery from the Great Depression in the United States and Germany, in Journal of Economic History, 50, 6/90

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